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  • 30/04/2025
NEW YORK (STATI UNITI) (ITALPRESS) - La storia di Francesco Boccalatte è quella di tanti ricercatori italiani, formati da un sistema universitario di alto livello ma costretti a cercare altrove le condizioni per crescere professionalmente. Nato a Torino, Boccalatte ha studiato medicina di laboratorio nella sua città e ha poi proseguito il suo percorso accademico con un dottorato in medicina molecolare al San Raffaele di Milano. Ma è stato il trasferimento negli Stati Uniti, nel 2015, alla NYU School of Medicine, a segnare la svolta: qui si è specializzato in ematologia oncologica, entrando in uno dei centri di ricerca più avanzati al mondo. Dopo quasi un decennio negli USA, nel 2022 ha vinto un bando Start-Up dell’AIRC per il rientro in Italia di cervelli altamente qualificati. Oggi dirige il laboratorio di genomica strutturale del cancro all’Istituto di Candiolo, vicino Torino, ma senza interrompere il legame con l’America: continua a insegnare e a fare ricerca al NYU Langone Health di New York.
In questa intervista, realizzata durante una sua visita alle Nazioni Unite e poco distante dal centro dove lavora negli USA, Boccalatte riflette sul tema della “fuga dei cervelli” italiani. Perché tanti ricercatori come lui partono? E cosa serve davvero per farli tornare?


xo9/abr/gtr
(Video e intervista di Stefano Vaccara)

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Trascrizione
00:00La storia di Francesco Boccalatte è quella di tanti ricercatori italiani formati da un sistema
00:09universitario di alto livello ma costretti a cercare altrove le condizioni per crescere
00:15professionalmente. Nato a Torino, Boccalatte ha studiato medicina di laboratorio nella sua città
00:21e ha poi proseguito il suo percorso accademico con un dottorato in medicina molecolare a San
00:27Raffaele di Milano. Ma è stato il trasferimento negli Stati Uniti nel 2015 alla NYU School of
00:33Medicine a segnare la svolta. Qui si è specializzato in ematologia oncologica entrando in uno dei centri
00:40di ricerca più avanzati al mondo. Dopo quasi un decennio negli USA nel 2022 ha vinto un bando
00:47start-up dell'AIRC per il rientro in Italia di cervelli altamente qualificati. Oggi dirige il
00:53laboratorio di genomica strutturale del cancro all'istituto di Candiolo vicino Torino ma senza
00:59interrompere il legame con l'America. Continua a insegnare a fare ricerca alla NYU Langone Alt di
01:06New York. In questa intervista realizzata durante una sua visita alle Nazioni Unite e poco distante
01:14dal centro dove lavora negli Stati Uniti, Boccalatte riflette sul tema della fuga dei cervelli italiani.
01:20Perché tanti ricercatori come lui partono e cosa serve davvero per farli tornare?
01:26Qui abbiamo uno scienziato che è riuscito forse a trovare l'equilibrio giusto cioè di tornare
01:33in Italia, servire il proprio paese con la propria scienza ma riuscire anche a lavorare negli Stati
01:39Uniti.
01:39La mia storia qua negli Stati Uniti è iniziata quando ho richiesto, stavo facendo diverse
01:45interviste perché avevo la passione e l'interesse di poter fare ricerca negli Stati Uniti e quindi
01:52ho applicato dopo il mio dottorato, c'è questo periodo di formazione che si chiama postdoc,
01:58quindi il post dottorato e ho incontrato ad un meeting internazionale quello che poi è
02:04diventato il mio capo qua negli Stati Uniti che mi ha offerto di venire qua a New York per
02:09un'intervista e poi mi ha preso nel suo laboratorio a lavorare, quindi ho lavorato con lui per
02:15alla fine quasi nove anni, all'inizio come postdoc appunto, poi sono stato promosso
02:22a docente dell'università e questo appunto mi ha permesso di passare tutto questo tempo
02:30a New York dove pensavo che mi sarei fermato in realtà per il resto della mia carriera.
02:34Ecco, invece non ti sei fermato, a un certo punto sei tornato in Italia, tu ti occupi di
02:40tumori, no? E soprattutto a livello pediatrico.
02:43Il mio ritorno in Italia è stato abbastanza inatteso perché so che le possibilità non sono
02:50moltissime, quindi ho tentato alcune strade che poi si sono aperte e quindi è stato poi
02:57in realtà una cosa molto positiva anche meglio di quello che mi aspettassi. In realtà la mia idea
03:07iniziale era quella che non sarei rientrato se non avessi avuto un modo di sostenere economicamente
03:13la mia ricerca, perché questo dà effettivamente più prestigio al lavoro che si va a fare e dà
03:18anche una sorta di status all'interno della nuova organizzazione migliore, più libertà fondamentalmente.
03:26La fuga dei cervelli continua. Da dieci anni oltre un milione e mezzo di persone, di cui
03:32almeno un terzo con laurea sono andati via dall'Italia, molti continuano a partire.
03:38Sono abbastanza favorevole all'idea che i giovani scienziati, ma anche di altri mestieri
03:45ad alta specializzazione, lasciano l'Italia per un periodo, per ottenere una formazione maggiore,
03:51per comunque avere delle aperture professionali e personali maggiori. Secondo me questa è una
03:57ricchezza aggiunta. Il discorso è che poi l'importante è che riescano ad avere una possibilità
04:02di rientrare. Questo secondo me è il nodo cruciale. Quindi la comunità europea si è mossa
04:09molto in questo senso, ha iniziato a preparare bandi specifici per il rientro di scienziati
04:15all'interno della comunità europea. L'Italia anche si è mossa in questo frangente tramite
04:22sia le fondazioni private, come ad esempio AIRC, oppure anche il Ministero della Ricerca,
04:28tramite i bandi Ritalievi-Montalcini. Tutto questo è molto importante ed è quello che appunto
04:34permette e che ha permesso anche a me alla fine di rientrare in Italia, perché è molto importante
04:41il fatto di essere comunque sostenuti da un finanziamento che dà anche prestigio e riconoscimento
04:47alla propria ricerca.

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