https://www.pupia.tv - Bologna - SCUOLA. IN CATENE CONTRO "MISURE DRACONIANE" PER STUDENTI MINGHETTI Bologna, 4 apr. - In catene contro le "misure draconiane" riservate agli studenti del liceo Minghetti di Bologna e contro le denunce fatte partire dopo l'occupazione dell'istituto. È quanto chiedono gli stessi studenti, il collettivo Osa e Potere al popolo, nel corso di un sit-in davanti alla Prefettura di Bologna, dopo i fatti dei giorni scorsi che hanno portato a una serie di provvedimenti del preside nei confronti dei ragazzi. "Noi siamo qua in primis per opporci alle misure repressive, anzi draconiane- sottolinea Vinicio, studente del liceo bolognese- che gli studenti del Minghetti stanno ricevendo, dalle denunce alle sospensioni, ai sei in condotta". Il tutto, spiega, "dopo che abbiamo occupato la nostra scuola contro per esempio il Rearm Europe, che sposta ancora più fondi dal welfare, sanità e scuola pubblica alla guerra, contro il genocidio in Palestina che l'Unione europea e i nostri governi permettono, e contro il Ddl 1660 (il decreto sicurezza, ndr), una misura criminale che non farà altro che aumentare la repressione". In occasione della giornata di sciopero nazionale della scuola, per la quale anche a Bologna questa mattina gli studenti hanno sfilato per le strade cittadine, una delegazione ha anche consegnato in Prefettura una raccolta firme per chiedere il ritiro dei provvedimenti, lanciata nei giorni scorsi e arrivata a "15.000" adesioni. "L'appello che abbiamo lanciato come studenti del Minghetti ha girato molto- conferma Vinicio- già alla prima giornata avevamo raggiunto 5.000 firme e in questo momento potrebbero anche aver superato le 15.000. Siamo venuti qua a portarle in Prefettura proprio per far sentire non soltanto la voce di noi studenti ma anche la voce di tutti solidali che appunto si oppongono a queste misure". Una mobilitazione rilanciata anche da Potere al popolo, presente al sit-in. "Io sono di Potere al popolo, ma sono anche un insegnante e un ex studente del Minghetti- aggiunge Lorenzo Piccinini- che non riconosco più e che sta portando avanti queste misure di repressione pesantissime nei confronti degli studenti. Siamo qua per dare solidarietà e per chiedere che queste misure, sia le denunce quanto quelle disciplinari, vengano ritirate ma siamo qua anche per sostenere le ragioni per cui questi studenti hanno deciso di occupare la loro scuola". (04.04.25)