«Quel giorno Riccardo era capo pattuglia del pomeriggio, aveva appena preso servizio, ma per puro caso si trovó a transitare in tangenziale quando sopra, sul cavalcavia dell’autostrada, videro il fumo nero e capirono subito che non era un incendio qualsiasi». A ricordare Riccardo Muci, il poliziotto deceduto mercoledì 2 aprile nella schianto di un ultraleggero in provincia di Genova, è Pierluigi Pinto, oggi dirigente del commissariato Due Torri di Bologna, ma all’epoca dirigente di Muci al Santa Viola.Il poliziotto deceduto, il 6 agosto 2018 bloccò il traffico sul raccordo di Bologna per il pericoloso incendio seguito a un incidente che aveva coinvolto un’autocisterna che poi esplose. Per quel gesto eroico che salvó decine di vite, a soli 31 anni Muci era stato nominato dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, Cavaliere dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana: «per il coraggio e l'altruismo - queste le motivazioni - con cui, senza esitazione, si è adoperato per prestare soccorso in occasione dell'incidente del 6 agosto sul raccordo autostradale di Casalecchio». Muci aveva immediatamente bloccato il traffico a piedi, mandando il collega con la Volante sull’altra corsia, quando ci fu l’esplosione sopra il cavalcavia, le fiamme si riversarono sotto e il poliziotto rimase ustionato alla spalla.Sull’incidente dell’ ultraleggero sono in corso indagini. Era partito dal campo volo di Mazzè, in provincia di Torino, ed era diretto a Sutri, in provincia di Viterbo. Muci, dopo la promozione per merito straordinario, era passato alla Digos di Roma e attualmente era in servizio all’Interpol. Lascia la moglie e un figlio di due anni. «È una perdita non solo per la polizia di Stato, un uomo meraviglioso» lo ha ricordato commosso il dirigente Pinto.