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Mauro Repetto ospite a Soundcheck
Quotidiano Nazionale
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12/03/2025
L'intervista di Andrea Spinelli a Mauro Repetto per Soundcheck
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Musica
Trascrizione
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Benvenuti, benvenuti a Soundcheck, benvenuto Mauro Repetto, grazie, grazie a te, grazie
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grazie anche perché tu stai andando in tour con uno spettacolo sugli 883,
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sull'epopea degli 883, fortunatissimo alla ricerca dell'uomo ragno e continua a aggiungere
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date su date, ma la gente cosa vuole da questo spettacolo? Vuole ridere, ballare, cantare,
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suonare come se fossimo in una cena, sai che io quando entro in scena mi sembra di essere
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in una tavolata, anche se sono 1100-1300 persone, mi sembra di essere a tavola con
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1200 amici e niente, cioè ballo, canto, loro ballano e cantano, io rido, loro ridono, quando
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parliamo degli anni, l'ultimo pezzo che abbiamo fatto io e Max, piccola lacrimetta anche loro
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piccola lacrimetta, c'è un'empatia, una comunione incredibile dal primo all'ultimo secondo quando
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rifaccio un orso dove stesti e si alzano tutti in piedi e ballano e cantano tutti e quando
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faccio il gesto che facevo all'epoca è come se facesse una rovesciata o un passaggio mitico
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di platinine l'84 ai campionati d'Europa, quindi c'è una vera comunione. Non so dove stessi,
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l'avete rifatto anche al forum l'ultima volta che vi siete incontrati, tu ospite dell'ultima
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data di Max Inform. A proposito, ma il 12 luglio tu che impegnai, visto che Max canterà all'altodromo
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di Imola. Se c'è una birreria all'autodromo di Imola magari andiamo in birreria assieme,
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perché di solito a parte i palchi così all'ultimo momento ci troviamo in birreria,
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quindi per il momento birreria e Imola non so niente di un eventuale palco. Non sai niente.
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Senti, una cosa, come è nata l'idea della ricerca dell'uomo ragno? La regia di Stefano
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Salvati e di Maurizio Colombi. Ecco, assieme. Quindi, come è nata? Guarda, Maurizio Colombi ha
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avuto quest'idea di raccontare l'epopea di due menestrelli pavesi in una pavia medievale. Sai un
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po' come Troisi e Benigni all'epoca? Cioè, non ci resta che piangere. E il fatto di avere un'auto
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ironia con un taglio nel passato permette di ridere ancora di più su due ragazzotti di pavia,
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io e Max, che dovevamo dare una cassetta al conte Claudio Cecchetto, che ha una corte,
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una regia piena di giullari affermatissimi come l'oratorche Rubini, il cavaliere Fiorello,
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lo zio Gerry. Quindi dava un taglio medievale che ci permetteva di ridere ancora di più,
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un'auto ironia ancora più accentuata. Quindi abbiamo aggiunto anche un pizzico di intelligenza
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artificiale che mi permette di dialogare con Mauro e Max di 35 anni fa, che non mi riconoscono,
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dicono ma chi è questo vecchio sulla scena? Quindi anche lì auto ironia a livello
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intelligenza artificiale e scorpacciate di canzoni degli 823. Chiaramente. Senti,
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un'altra cosa. Allora io ti chiedo un aggettivo per ognuno di questi personaggi che hai citato.
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Partiamo dal conte Cecchetto. Carismatico. Dal barone Fiorello? Poliedrico, sa fare tutto.
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Il principe Lorenzo Giovanotti? Geniale. Marchese Gerry Scotti? Unico, unico veramente. L'amico di
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sempre per il principe Pezzali? Surrealista, nobile come uomo e come artista. E ti dico,
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la sua dote principale comunque, se pensiamo alla definizione surrealismo, una frase è il
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declì che ti fa partire dalla poltroncina in cui stai guardando il film verso altrove,
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dalla poltroncina in cui stai leggendo il libro verso altrove. Max Pezzali con una frase dalla
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terza diciamo mi ha sempre fatto partire altrove. Quindi la definizione di surrealista è proprio
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alla lettera. Ecco, sa farti volare subito via con una frase. Senti, una cosa, a proposito di
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un uomo maragno, non ho ucciso l'uomo maragno. Questa è stata la tua biografia. Se dovessi
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aggiungere un capitolo a questa biografia, qualcosa ci aggiungeresti? Il campetto del
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Ticino. Quando giocavamo a pallone nel 78, ti amo di Umberto Tozzi come colonna sonora,
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le braccia sporche, il collo sporco dalla sabbia del Ticino, lanciare i maglioncini o le magliette
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per fare i pali per terra e fischiava l'oscurità alla fine del match. Aggiungerei le partite al
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campetto del Ticino in questa mia biografia. È il momento che mi strugge di più del passato,
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quindi aggiungerei questo capitolo. Ecco, il signore che vedete qui da noi è Mauro Repetto.
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A Parigi è un dirigente della World Company. Questo passaggio, questo sdoppiamento che è un
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po' come quello dell'uomo maragno. Bravo, Peter Parker e Spider-Man. Ti chiedo,
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tua moglie e tua figlia come l'hanno preso? Mia moglie e i miei figli conoscono Peter Parker
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più che Spider-Man. Sì, seguono l'epopea anche dei successi teatrali. Mia madre gli ha raccontato
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i successi degli 883, ma loro conoscono solo il Peter Parker che va in ufficio molto corporate,
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molto uomo d'ufficio. Conosco solo quello loro. Immaginare che sarebbe andata così quando avete
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messo in piedi questo spettacolo? No, era una cosa da scappati di casa,
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mi ricordo che le avant-premiere litigavano nelle quinte, ci faceva un freddo. Il teatro
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ci metteva a riscaldamento, era una cosa proprio da avant-spettacolo. Sai dei film di Monica Vitti
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e Ando? Non ce l'hai con Alberto Sordi, era una cosa assolutamente da scappati di casa.
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Poi invece, a partire dal Fraschini, la primavera, e tra l'altro anche al Fraschini,
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mi ricordo che è iniziato piano piano, poi boom, sold out a partire dal Fraschini di Pavia,
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dove tutto è cominciato in tutti i sensi, da casa, poi si è inannellato proprio un sold out
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totale. Ogni data si aggiungono delle date, quindi è stata una magia pavesina. Prima Max,
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che ovunque, a sorpresa, riempie un San Siro, poi ne riempie due. Poi inizia proprio questa febbre,
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su questa storia ci salta la televisione, e quindi viene fuori la serie. Ecco,
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che cosa sta succedendo? Te lo sei mai spiegato, dopo tutto questo tempo,
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dopo trent'anni, che è successo? Un po' di nostalgia, un po' di banalità,
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ma talmente banale come io e Max siamo, due normaloni, che forse facendo delle canzoni,
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comunque una certa melodia, che parlavano della normalità più banale, nella quale generazioni
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si riconoscono, è normale che le persone ci possano stimare perché si rivedono in noi. Quindi
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c'è un processo di medesimazione, data alla nostra banalità e normalità, che non genera gelosia,
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genera in questo momento forse di incertezza, di inquietudine a livello internazionale,
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riconoscersi in due normaloni che però hanno fatto delle belle cose, non pone difficoltà
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e tranquillizza. Questa è la mia opinione. Al di là di quello televisivo, tra gli attori
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quelli che girano lì, un Mauro Ripetto, chi ci vedreste? Un attore americano che potrebbe fare
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Mauro Ripetto. Posso prendere anche un vecchio, immaginando che sia giovane? Sì, lo ringiovaniamo,
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con la intelligenza artificiale. Vabbè, però mi illustro, cioè, Sean Penn. Sì, vorrei Sean Penn,
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però non perché mi assomiglio, ma perché secondo me è il miglior. Hai ascoltato Madonna? Ah,
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cavolo, esatto, mi ricordo quando si era sposato con Madonna, certo, certo. Comunque,
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Sean Penn. Benissimo, senti. Sean Ripetto, grazie. Grazie a te. Ciao.
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