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Lucio Corsi
Quotidiano Nazionale
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15/05/2025
Soundcheck
Lucio Corsi intervistato da Andrea Spinelli per Soundcheck
Puntata 53
Categoria
🗞
Novità
Trascrizione
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Siamo con Lucio Corsi qui a Basilea, alle spalle abbiamo un museo T'Incaidì,
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che proprio quest'anno avrebbe compiuto cento anni.
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Senti, lui si definiva un artista in movimento, infatti vediamo le sue sculture che si muovono,
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come quella fontana alle nostre spalle.
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Te come ti definisci?
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Non so come definire la musica che faccio,
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io cerco di fare delle canzoni delle quali possa essere soddisfatto
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e possa essere felice di suonarle nel corso del tempo,
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perché poi a volte fai delle canzoni che non ti seguono negli anni,
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perché tu cambi, loro no, rimangono dell'età che gli dai quando le scrivi,
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altre invece riesci a portartene dietro, quelle sono quelle a cui uno tiene di più.
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Però il movimento nelle forme di espressione, almeno nella musica, è fondamentale,
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perché le canzoni vanno dove gli pare, vanno nell'aria, non si vedono,
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sono magiche di natura perché non si vedono.
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Già questa è una cosa affascinante, sono dei fantasmi.
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E poi vanno nell'aria, nel vento, dove gli pare, nelle orecchie di chi gli pare.
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Senti, l'impressione di questa macchina enorme in cui ti sei trovato,
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Sanremo non è piccola, ma questo...
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Sanremo è stata un'ottima scuola per poi trovarmi qua, ecco.
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E' strano, è una cosa differente rispetto alle cose a cui sono abituato,
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al palcoscenico, con le persone davanti, dei locali o dei festival.
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Però è interessante vedere tutta questa preparazione dietro le quinte,
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l'idea di metterci uno spettacolo, la scenografia, è interessante.
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Dai, spero che possa essere formativa, ecco.
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Sanremo, sono andato con la stessa idea, di trarne qualcosa che mi possa aiutare
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a fare questo lavoro al meglio nel tempo futuro.
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Senti, ti leggo una definizione, tornando a Tighelilio,
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ti leggo una definizione data da Lucio Fontana, grande pittore e scultore.
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Di Tighelilio diceva che lui utilizza strumentazioni meccaniche
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umanizzate dalla creazione artistica.
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In fondo anche il pianoforte è una strumentazione meccanica.
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Sì, sì, la chitarra.
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Di scoppo, la chitarra.
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Sono tutte invenzioni meccaniche e affascinanti.
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Io sono cresciuto col fascino degli strumenti,
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cosa che magari oggi si sta un po' perdendo,
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ma in realtà è una cosa a cui tengo.
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Secondo me tanta gente ancora soffre nel senso positivo
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di quel fascino degli strumenti.
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Pensa che la musica che amo, cioè Neil Young,
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sono andato a vedere lui da piccolo,
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a vedere il primo concerto grande che ho visto,
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sono gli anghi, perché c'era lui ma perché c'era la sua Les Paul nera,
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per quello strumento lì, come Emerson con l'organo.
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Erano parte del racconto gli strumenti.
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E poi sono affascinanti anche per quello,
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perché sono delle costruzioni, dei mostri,
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che hanno una voce in qualche modo
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e che sanno anche starsene zitti.
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Senti, a proposito, tu sai che alla St. Jacobs Hall,
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dove ti esibisci, in questa finalissima,
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Bob Dylan dichiarò che lì iniziava il suo Never Ending Tour.
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Ah sì, davvero?
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L'ha scritto nella sua biografia.
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Non lo sapevo.
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Quindi voglio dire, è anche un posto storico se vuoi assumato.
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Assolutamente, bella questa cosa, non la sapevo.
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Il mio sogno è quello di intraprendere un Never Ending Tour.
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Quindi da qui, dalla St. Jacobs Hall,
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anche tu riesci a prendere il Never Ending Tour come bambino.
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Sarebbe il mio sogno, starmene in giro sempre.
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Poi suono con i ragazzi con cui suono da sempre,
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siamo in famiglia, perciò girare non ci pesa, ci dà gusto.
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Senti una cosa, sempre il Tinguellì nel 60,
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a New York, la prima volta che andava a New York,
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esce una grande scultura,
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cioè una sua creazione alta 8 metri, larga 7,
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che si autodistrusse davanti agli occhi degli spettatori
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in 27 minuti.
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Fantasio.
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Fuoco, esplosioni, cose eccetera.
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Hai pensato per caso qualcosa del genere sul pacco dell'Eurovision,
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praticamente distruggere,
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proprio per dare il senso del qui ed ora.
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Sì, sì, sì.
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No, poi è interessante questa riflessione sul fatto,
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anche io, cioè,
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chi vuole essere ricordato,
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mi sembra un'assurdità.
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Cioè, bisogna essere coscienti che giustamente
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verremo tutti dimenticati facilmente.
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Cioè, il mondo ha molti più anni rispetto alla nostra età,
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rispetto al nostro momento, l'universo,
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cioè, no?
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Cioè, siamo così, non siamo nulla.
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Cioè, è giusto essere dimenticati,
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proprio totalmente.
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Perciò l'idea, no?
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Di un'opera che si autodistrugge,
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finisce lì, è fantastica.
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Potevamo spaccare in due il pianoforte.
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Potrebbe esplodere un amplificatore.
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Allora, come gli hook.
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Esatto.
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No, però non succederà.
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L'assicuriamo.
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Che poi me le devo portare in tour,
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quella scenografia, perciò.
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Non si può.
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No, mi serve.
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Grazie.
05:09
Grazie a te.
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Siamo nel museo ancora di Jean Ticagli
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e con Lucio Corsi.
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Ciao.
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E siamo davanti a una creazione di Nicky de Saint-Fal.
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Una venerdì terracotta, reinventata, colorata.
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Esatto.
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Sì.
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Nicky de Saint-Fal, che è molto legata alle tue terre.
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Esatto, sì.
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Lei è stata la seconda moglie di Ticagli.
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E è molto legata perché la creatrice,
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di Diatrice, la creatrice con Jean Ticagli.
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Del giardino di Tarocchi.
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Che è stato vicino...
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Che è stato un luogo magico, vicino a casa mia.
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I luoghi in cui sei cresciuto.
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Sì, sì.
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Lì ci portavano in gita alle elementari, ricordo bene.
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E' un luogo magico, particolare.
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Mi ricordo questo diavolo,
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che da piccolo era la scultura che più mi attraeva
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di quel parco.
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Poi la casa con tutti quegli specchi.
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E' una cosa fantastica all'interno di una terra
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altrettanto magica, che è la Maremme.
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così selvaggia e brulla.
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Nel mezzo ci trovi questo luogo fuori dal tempo.
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E' assurdo.
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E' meraviglioso.
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Sì, quello è stato l'imprimatur artistico, diciamo, tuo.
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L'imprimatur musicale qual è stato?
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Cioè il primo...
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Sì, quello che mi ha fatto scoprire...
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Eh, i Blues Brothers, come dico sempre.
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Sì, sì.
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L'aver visto i Blues Brothers da piccolo all'asilo.
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Andavo all'asilo, me lo fece vedere mia madre e mio padre.
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E quel film ti cambia la vita.
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Perché vedi il musicista che sembra un supereroe.
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Cioè li crolla un palazzo addosso, fa così,
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si rialza e va per la sua strada.
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Ha detto, io voglio essere come loro da grande.
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Inizia a sonare l'armonica, volevo essere Hellwood Blues.
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Quello, poi la scoperta dei Peter Gabriel,
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i Genesis, il Frog, poi Bowie, tutto il Glam Rock.
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E poi le amicizie.
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Ho avuto la fortuna di trovare amici in Maremma
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che mi hanno sempre consigliato cose interessanti
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da ascoltare, da approfondire in musica
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e con cui suono ancora oggi con loro.
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E insomma, quella è una fortuna in provincia
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trovare persone così, ecco.
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Sai che qui avresti dovuto dire Yabba, però vabbè.
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Eh, certo, sì.
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Eh sì, famosa l'esibizione della vittoria
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degli Yabba all'Eurovision.
07:17
74.
07:19
Grazie.
07:20
Grazie, ciao, grazie a voi.
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