«La libertà di parola e la russofobia sono oggetto di proteste a Bologna». Servizio in prima serata, tg nazionale, milioni di telespettatori incollati alle tv. A trasmettere però non è una televisione italiana ma Rossiya 1, il primo canale russo. Uno degli «organi di disinformazione» — come li definisce il Consiglio europeo — messi a bando dalla Ue. Una tv a cui sarebbe «vietato», quindi, confezionare e trasmettere servizi televisivi dal territorio italiano. Eppure il 18 gennaio in piazza della Mercanzia, a intervistare gli attivisti riuniti dal Coordinamento No NATO Emilia-Romagna in difesa di Villa Paradiso — il centro sociale con posizioni filorusse sfrattato dall’amministrazione Lepore — c’è un’inviata della prima tv russa. Non potrebbe svolgere quel lavoro in Italia, dice la Ue, ma lo sta facendo.A sollevare il caso è stata ieri la vicepresidente del Parlamento europeo, Pina Picierno.