La Val di Fiemme e la magìa della "Foresta dei violini"

  • 8 mesi fa
Milano, 18 set. (askanews) - E' uno dei boschi più estesi e belli di tutto l'arco alpino, ma soprattutto è una delle poche foreste in Europa - sono una decina in tutto - che forniscono legno pregiato utilizzato per fabbricare violini e altri strumenti ad arco. Non a caso il parco Naturale di Paneveggio, in Val di Fiemme, in campo musicale è più conosciuto come "Foresta dei Violini": un luogo magico di 2.700 ettari, meta di Antonio Stradivari e di altri maestri liutai del '600 e '700 proprio perchè qui il 90% del bosco è composto da imponenti esemplari di abete rosso, quello cioè da cui si ricava il "legno di risonanza" scelto ancora oggi dai migliori liutai di tutto il mondo."Siamo in un parco naturale, la foresta di Paneveggio, ai piedi delle Pale di San Martino, in mezzo alle Dolomiti patrimonio dell'Unesco: questa zona, questa area, questo bosco è famoso anche per il legno di risonanza, quel legno che viene utilizzato dai liutai per costruire gli strumenti musicali - racconta ad askanews Giancarlo Cescatti, direttore generale dell'Agenzia per il Turismo Fiemme Cembre -. Già Stradivari veniva qui diversi secoli fa ad approvvigionarsi e per prendere il legno con il quale avrebbe costruito i suoi storici e indimenticati violini e strumenti in generale".Il legno utilizzato per la fabbricazione dei violini deve soddisfare tutta una serie di particolari requisiti. Perciò, solo una minima quantità del legname estratto può diventare uno strumento musicale."Il legno di risonanza - chiarisce Cescatti - viene preso dagli abeti, gli abeti rossi nello specifico. Le caratteristiche che queste piante devono avere per produrre questo legno particolare sono una crescita molto lenta. Devono essere piante molto regolari nel loro percorso di sviluppo. Normalmente - precisa ancora il direttore generale dell'Agenzia per il Turismo Fiemme Cembre - le piante idonee per produrre strumenti musicali sono 3-4 piante ogni 1.000, quindi potete capire la rarità di questo tipo di legname, che cresce soprattutto nel versante più in ombra, dove ci sono meno escursioni termiche, proprio perchè questa particolare situazione climatica permette una crescita regolare, lenta ma regolare, che dà alla pianta questa caratteristica formidabile".Un patrimonio composto da 60 milioni di alberi da difendere e tutelare non soltanto per motivi economici: "Il bosco non ha solo la funzione, seppur importante, produttiva - sottolinea il Maresciallo Girolamo Scarian, comandante della stazione Forestale Demaniale di Paneveggio e Cadino -. Ha anche una funzione protettiva: pensiamo per esempio le funzioni della stabilità idrogeologica, della difesa delle valanghe, quali ad esempio i tronchi stessi che fungono da una sorta di ferma nevi, da evitare il rotolamento dei massi. Ma anche le funzioni paesaggistico e naturalistiche: pensiamo ad esempio i bellissimi paesaggi dei boschi, funzione ambientale, quale ad esempio magari anche la purificazione delle acque e dell'aria".Qui la gestione delle risorse forestali e ambientali è sostenibile fin dal lontano Medioevo. E' dall'anno 1.111, infatti, che l'amministrazione del patrimonio boschivo fiemmese è disciplinata dalle Regole Locali della Magnifica Comunità di Fiemme. Così oggi è l'intero territorio del Trentino a distinguersi per il forte orientamento alla massima sostenibilità economica, ambientale e sociale."La maggior parte delle foreste in Trentino sono soggette a pianificazione forestale - puntualizza ancora Scarian -, una sorta di enorme inventario che fa un po' il punto della situazione di ogni singola proprietà e di ogni singolo compendio. Va a valutare non solo quella che è la situazione attuale ma anche l'evoluzione del bosco: da prescrizione e indicazioni, limita i quantitativi che si possono prelevare all'interno del bosco, e soprattutto crea anche una sorta di bilancio che ci permette di capire come gestire e come poter gestire una foresta dall'interno".