CN24 | AMBIENTE | Scorie, centrali nucleari e navi "dei veleni". La Regione non ci stà

  • 13 anni fa
Martedì 22 Settembre 2009 | In questa edizione di Report24: AMBIENTE | Scorie, centrali nucleari e navi "dei veleni". La Regione non ci stà La Calabria chiede l'intervento del Governo per risolvere presto la situazione La Regione Calabria impugnerà di fronte alla Corte Costituzionale la legge 99 del 23 luglio scorso sull'individuazione di nuovi siti per i depositi delle scorie e la creazione di nuove centrali nucleari. Lo ha annunciato l'assessore all'Ambiente Silvio Greco durante la conferenza stampa che si è tenuta con il presidente della Regione Agazio Loiero a Palazzo Alemanni. ''non si può pensare, alla luce di tutte le sentenze della Corte di Cassazione che individuano un rapporto paritario tra Stato e Regioni in tema di energia, che si venga in Calabria per fare un deposito di scorie radioattive o una centrale nucleare senza neanche interpellare la Regione''. La Regione accusa il governo nazionale di sottovalutare la situazione verificatasi nel Tirreno cosentino dopo il rinvenimento di un relitto che, secondo le indicazioni del pentito Francesco Fonti, sarebbe stata affondata dalla 'ndrangheta perché conterrebbe scorie tossiche. Durante la conferenza stampa è stato annunciato l'arrivo nella regione di due dirigenti esperti dell'Ispra, l'istituto superiore per la ricerca ambientale, Ezio Amato, un esperto nel recupero di relitti, e Franco Andalorio, esperto di ecologia applicata alla pesca. È stato l'assessore all'ambiente Silvio Greco a denunciare lo stallo a livello governativo. Anche il sindaco di Cetraro, Giuseppe Aieta, ha puntato l'indice contro Roma, pensando alleconomia del paese ormai in ginocchio. Loiero, ha anche annunciato la nomina di una commissione di oncologi che dovrà esaminare eventuali conseguenze per la salute delle popolazioni interessate. L'obiettivo dei due studiosi dellispra è verificare il rischio ambientale e le conseguenze per la fauna ittica. La profondità del relitto, localizzato a 500 metri sotto il mare, rende difficile operare, le risorse esistono, ma occorre mobilitarle.