Il commissario Betti viene trasferito a Napoli. Per lui è un ritorno, avendovi già lavorato in passato. Nemmeno il tempo di scendere dal treno che viene subito "avvertito" negativamente da 'O Generale, un potente boss della camorra, che lo mette in guardia dicendogli che Napoli è una città pericolosa.
'O Generale si incontra con Francesco Capuano, un imprenditore la cui attività comprende anche finanziamenti di traffici illeciti. Il boss vuole dividere con lui una grossa fetta degli introiti. Capuano, invece, non vuole dividere nulla col Generale, nascondendogli le sue reali intenzioni e finanziando invece un suo concorrente. 'O Generale però si accorge della cosa e decide di punirlo dello sgarro.
Proseguono i crimini: un medico e sua moglie vengono minacciati in casa da due rapinatori che, dopo aver mancato il colpo a causa dell'allarme antifurto inserito dall'uomo, stuprano la moglie per poi abbandonarla sanguinante in un casolare; un'intera via di Napoli, sottomessa al potere camorrista di 'O Generale, non paga la protezione e quindi riceve una serie di assalti vandalici da parte della banda del boss; fa eccezione il titolare di un garage, che aveva convinto tutti gli altri a non cedere al ricatto ed al quale viene quindi "riservato" un trattamento speciale che non si fa attendere: i camorristi infatti danno alle fiamme l'autorimessa causando la morte del titolare e ferite gravissime al suo figliolo Gennarino, che resterà invalido per il resto della sua vita.