Sostanze chimiche letali come arsenico, iprite, gas mostarda, una discarica militare risalente alle due guerre mondiali da 20mila tonnellate, destinata a custodire questi veleni, è al centro di una maxi-inchiesta per disastro ambientale e ieri i pm gli hanno messo i sigilli. La procura ha iscritto nel registro degli indagati venti ufficiali dell’Esercito, accusati di aver ignorato o sottovalutato la pericolosità di un sito che oggi minaccia di contaminare acqua, aria e suolo. L’allarme è scattato nelle scorse settimane: i contenitori in cemento, che avrebbero dovuto isolare per sempre le sostanze tossiche, risultano fortemente deteriorati. Alcuni sarebbero già corrosi, e si teme che i materiali chimici stiano filtrando nell’ambiente circostante. I magistrati non hanno perso tempo, dopo i primi rilievi, hanno disposto il sequestro preventivo dell’area.
La discarica si trova nella contrada Santa Lucia, a poca distanza dal centro abitato: è realizzata nei primi anni Duemila come parte di un programma nazionale di bonifica e smaltimento dell’arsenale chimico bellico. I fusti oggi presenti al suo interno contengono residuati pericolosissimi.
Le autorità hanno avviato una serie di analisi su terreno, aria e falde acquifere. Tecnici specializzati stanno verificando l’eventuale diffusione di agenti tossici nell’ambiente. Intanto l’inchiesta potrebbe allargarsi, l’allerta è alta.