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  • l’altro ieri
Stavano ancora suonando le campane del mezzogiorno, lunedì 30 giugno, quando una nuvola di polvere si è sollevata dal canalone della cima Marcora, nelle Dolomiti Bellunesi. Segno inconfondibile di un nuovo movimento franoso in atto nella stessa area, non paragonabile a quello che ha imbiancato San Vito di Cadore fra sabato e domenica notte, ma comunque l’evidenza di un fenomeno che non accenna a interrompersi. Questa è la quarta volta in pochi giorni. La gente al mercato ha puntato lo sguardo verso il canalone alle spalle del campanile della chiesa, incuriosita e preoccupata.Dopo circa mezz’ora, poco prima delle tredici, le prime gocce di un forte temporale che si è abbattuto su San Vito e su tutta la valle del Boite hanno eliminato la coltre bianca diffusa su strade, tetti e piante. Quella stessa che in mattinata aveva convinto molti ambulanti impegnati nel consueto mercato settimanale a indossare una mascherina per fermare la polvere. «La indosso - ha spiegato un’ambulante - per evitare di respirare la polvere che c’è nell’aria». Molti residenti, prima che venisse a piovere, hanno bagnato le aree esterne delle loro abitazioni per una prima sommaria pulizia. Poi il temporale che ha eliminato la polvere, ma ha anche alimentato nuove preoccupazioni.A Cancia di Borca di Cadore, una decina di giorni fa, proprio in seguito a una burrasca di pioggia e vento a seguito della prima frana si è verificata la colata detritica di circa 100mila metri cubi che ha invaso il paese. Ora si guarda al meteo, preoccupati per nuovi fenomeni temporaleschi annunciati in serata. (Testo e video di Ugo Cennamo).

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