https://www.pupia.tv - La Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Caltanissetta ha dato esecuzione a un provvedimento di sequestro di beni (di I grado), emesso dal Tribunale di Caltanissetta – Sezione Misure di Prevenzione, su proposta formulata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Caltanissetta, nei confronti di CATANIA Emanuele, intesto Antonino, imprenditore gelese storicamente attivo nel settore della pesca e della commercializzazione di prodotti ittici, anche su scala internazionale.
Il provvedimento, eseguito dai militari del G.I.C.O. del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Caltanissetta con il supporto operativo del Reparto Operativo Aeronavale della Guardia di Finanza di Palermo, ha riguardato un patrimonio del valore complessivo di circa 50 milioni di euro, costituito da oltre 40 immobili, veicoli, conti correnti bancari, quote societarie, unità navali (pescherecci) e compendi aziendali, con sedi e ramificazioni operative in Italia e Marocco.
Il sequestro trae origine da approfonditi accertamenti patrimoniali eseguiti ex art. 19 del D.Lgs. 159/2011 – su delega della locale Procura – che hanno riguardato 45 soggetti tra persone fisiche e giuridiche, ricostruendo un imponente reticolo societario e familiare, nonché una sperequazione evidente tra redditi dichiarati e incremento patrimoniale osservato nel periodo 1985-2022.
Emanuele CATANIA è soggetto coinvolto e condannato in via definitiva per associazione mafiosa per avere fatto parte sin dai primi degli anni ‘90 dell’organizzazione criminale di stampo mafioso denominata cosa nostra operante a Gela e segnatamente, della famiglia Rinzivillo, articolazione territoriale della suddetta associazione, avente al vertice i fratelli Rinzivillo Antonio, Crocifisso e Salvatore.
Inizialmente il CATANIA è stato assolto in primo grado dal Tribunale di Gela che ha restituito i beni sottoposti a sequestro penale. La Procura di Caltanissetta ha poi impugnato l’assoluzione dinnanzi alla Corte di Appello di Caltanissetta che lo ha riconosciuto colpevole del delitto di associazione di stampo mafioso, pronuncia confermata dalla Corte di Cassazione con sentenza del 15.2.2024.
Si è in particolare accertato che il Catania, imprenditore gelese operante nel commercio ittico, è stato soggetto di riferimento per l’organizzazione mafiosa ed in particolare per il reggente della stessa Rinzivillo Salvatore, avendo egli offerto supporto per favorire l’infiltrazione nel tessuto economico legale di attività con le quali riciclare proventi illeciti ed operando anche in condizioni di favore grazie alla “persuasione” mafiosa in grado di alterare le regole della concorrenza di mercato.. (23.06.25)