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Se l'algoritmo o la censura di YT penalizzano, quali piattaforme Alternative valide per i creators?
Trascrizione
00:00YouTube domina la scena del video online, ma non è l'unica strada possibile.
00:04Sempre più spettatori e creatori di contenuti cercano alternative,
00:08spinti da esigenze di privacy, libertà creativa e modelli di business più sostenibili.
00:13Esploriamo le opzioni concrete disponibili oggi, i vantaggi che offrono e i compromessi che ciascuna comporta.
00:18Ciao da Dario di Alternativa Linux.
00:30YouTube oggi è sinonimo di video online, è la piattaforma su cui milioni di persone si informano, si intrattengono e in molti casi lavorano.
00:38Nato nel 2005 e acquistato da Google l'anno successivo, YouTube ha letteralmente cambiato il modo in cui consumiamo contenuti,
00:44al punto che oggi sembra impossibile immaginare un'alternativa realmente competitiva.
00:49Eppure sempre più persone, sia spettatori che creatori di contenuti, iniziano a guardarsi intorno alla ricerca di soluzioni diverse.
00:56Alcuni lo fanno per motivi legati alla privacy, altri per sfuggire a un algoritmo sempre più impenetrabile,
01:01altri ancora perché non si riconoscono più nel modello pubblicitario dominante
01:05o perché si vedono penalizzati nel tentativo di monetizzare i propri contenuti.
01:09In questo video cercheremo di capire meglio come siamo arrivati a questo punto,
01:13quali sono le problematiche più evidenti di YouTube e soprattutto quali alternative esistono
01:18non tanto come semplici cloni, ma come modelli differenti di distribuzione video
01:23con pregi, limiti e comunità proprie.
01:25Per capire perché si parli oggi di alternative, dobbiamo prima guardare da vicino la realtà attuale di YouTube.
01:31La piattaforma è gigantesca, conta oltre 2 miliardi di utenti attivi ogni mese,
01:36ogni minuto vengono caricate oltre 500 ore di video.
01:39È il secondo sito più visitato al mondo dopo Google.
01:42Con questi numeri YouTube non è solo una piattaforma, ma un ecosistema globale
01:47che ingloba informazione, intrattenimento, pubblicità, educazione e politica.
01:52È usato da singoli utenti, aziende, istituzioni, governi e scuole.
01:57Ma proprio questa dimensione enorme e centralizzata ha portato negli anni ad alcune distorsioni evidenti.
02:02YouTube basa gran parte del suo funzionamento su un algoritmo che decide cosa proporre,
02:07cosa promuovere e di fatto quali contenuti hanno possibilità di emergere.
02:10Questo algoritmo pare privilegiare video lunghi e ad alto tasso di coinvolgimento,
02:15canali che pubblicano con costanza e frequenza contenuti sicuri per gli inserzionisti
02:20con linguaggio neutro e privo di temi sensibili.
02:23Il risultato? Molti piccoli creatori o chi tratta i temi di nicchia si ritrovano penalizzati
02:28o addirittura demonetizzati.
02:31Non per violazioni gravi, ma perché il contenuto non è adatto a sostenere pubblicità.
02:36YouTube è gratuito per chi guarda, ma non per questo è neutrale.
02:40Il modello è basato sulla vendita di attenzione.
02:42Più tempo passi sulla piattaforma, più pubblicità ti vengono mostrate.
02:46Negli ultimi anni gli annunci sono diventati più invasivi e prevedono talvolta un doppio
02:50spot iniziale, spot a metà e banner.
02:53Alcuni video sono praticamente invisibili senza login, soprattutto su dispositivi mobili.
02:58Gli utenti paganti con YouTube Premium restano una minoranza.
03:02Anche i creator, se vogliono monetizzare, dipendono dal sistema pubblicitario interno
03:06che può cambiare regole da un giorno all'altro.
03:09Infine, c'è un tema che sta a cuore a molti, la centralizzazione.
03:13YouTube è di fatto controllato interamente da Google, che può decidere cosa rimuovere
03:17anche senza spiegazioni chiare, come modificare il sistema di raccomandazioni, se e come mostrare
03:23determinati canali nei risultati di ricerca.
03:26Per chi ha a cuore la libertà di espressione, la sovranità tecnologica o la privacy, tutto questo
03:30rappresenta un limite e spesso un motivo valido per cercare altrove.
03:34Perché cercare quindi alternative a YouTube?
03:36YouTube ha rivoluzionato il mondo del video, ma ha anche accentuato il potere di pochi attori
03:41del web.
03:42Alcuni creatori di contenuti lamentano demonetizzazioni arbitrarie, altri temono la dipendenza da un'unica
03:48piattaforma.
03:49Gli spettatori, dal canto loro, iniziano a interrogarsi sulla quantità di dati raccolti
03:53ad ogni visualizzazione.
03:54Le alternative nascono da queste esigenze, maggiore controllo, meno pubblicità o semplicemente
04:00un diverso modo di concepire la condivisione video.
04:03Una parte importante del discorso riguarda non solo le piattaforme alternative, ma i modelli
04:07su cui si basano.
04:08YouTube ha definito uno standard.
04:10L'utente guarda contenuti gratuitamente in cambio di pubblicità e il creatore guadagna
04:15una percentuale di quegli introiti se rispetta alle regole del programma partner.
04:19Ma non tutte le alternative seguono questo schema.
04:22Anzi, molte nascono proprio in opposizione a questa logica.
04:25Alcune piattaforme alternative mantengono la pubblicità come fonte di reddito, ma in
04:29modo diverso.
04:30Rumble, ad esempio, punta su un pubblico interessato a contenuti alternativi ai media tradizionali,
04:36offrendo agli autori una monetizzazione simile a quella di YouTube, ma con regole diverse.
04:40Odyssey, che si basa sulla blockchain library, utilizza un sistema di gettoni con cui gli utenti
04:46possono supportare i creator anche direttamente.
04:49Altre piattaforme, invece, rifiutano del tutto la pubblicità, preferendo donazioni dirette
04:55tramite Patreon o simili, sostegno da parte di fondazioni o enti pubblici, modelli cooperativi
05:01dove le istanze sono gestite da comunità, come per PeerCube ad esempio.
05:06Questi modelli si basano spesso su un rapporto più diretto tra chi crea e chi guarda, riducendo
05:10gli intermediari.
05:12Un altro tema chiave è la struttura tecnica e organizzativa delle piattaforme.
05:16Piattaforme come Vimeo o Dailymotion sono centralizzate, come YouTube.
05:21C'è un unico server, un'unica azienda, un'unica interfaccia.
05:24Al contrario, progetti come PeerTube sono federati.
05:28Ogni stanza può decidere se collegarsi o meno alle altre, cosa ospitare, come moderare.
05:33Non c'è un centro che controlla tutto.
05:36Odyssey introduce un altro modello ancora.
05:38Sfrutta una rete peer-to-peer e registra su blockchain i contenuti, rendendo di fatto
05:43impossibile la censura centralizzata.
05:46Questo significa che chi cerca maggior controllo sui propri contenuti o vuole pubblicare senza
05:51temere rimozioni arbitrarie può trovare in queste soluzioni una vera alternativa, anche
05:55se a volte a scapito della visibilità immediata.
05:58Entriamo ora nel cuore della questione, anche se abbiamo già svelato alcuni dettagli.
06:02Esistono davvero alternative praticabili a YouTube?
06:04La risposta breve è dipende da cosa cerchi.
06:07YouTube ha un pubblico immenso, ma non è l'unico modo per condividere o guardare video
06:12online.
06:12In questa sezione ti propongo alcune alternative concrete, ciascuna con i propri punti di forza
06:17e limiti.
06:18Alcune puntano sulla qualità professionale, altre sulla libertà di espressione, altre
06:23ancora sulla decentralizzazione e sul rispetto della privacy.
06:26Anziché fare un semplice elenco, proviamo infatti a classificare le principali piattaforme in
06:31base a modello, filosofia e target d'uso.
06:34Se il tuo obiettivo è semplicemente guardare i contenuti presenti su YouTube, ma evitare
06:38pubblicità, tracciamenti e profilazioni, esistono anche delle modalità alternative
06:42che non implicano il passaggio diretto dalla piattaforma ufficiale.
06:46Non posso approfondire questi strumenti in questo video perché sono vincolato da un accordo
06:51come partner di YouTube, ma ti invito a visitare il blog con l'articolo corrispondente al video
06:57in cui trovare una sezione apposita su questi strumenti.
07:00Se invece per te non è un problema la centralizzazione, ovvero la dipendenza della piattaforma da un'unica
07:06azienda e vuoi solo che non sia YouTube o di proprietà di Google, ci sono alcune soluzioni
07:10popolari che meritano di essere citate.
07:13Cominciamo da una piattaforma che esiste da ancora prima della popolarità globale di YouTube,
07:18Vimeo.
07:18Negli anni Vimeo si è affermata come uno spazio dedicato soprattutto ai professionisti del
07:23video, creativi digitali, registi, agenzie creative e chi lavora con un occhio attento alla qualità.
07:29L'ambiente è molto curato, senza pubblicità invasive, con strumenti avanzati per la gestione
07:35di contenuti e statistiche.
07:37Non è pensata per diventare virali, ma piuttosto per mostrare il proprio lavoro nel modo migliore
07:42possibile.
07:43La monetizzazione è possibile solo con la sottoscrizione di piani a pagamento e gli account
07:47gratuiti sono limitati in spazio e funzionalità, ma resta una scelta perfetta per chi vuole mostrare
07:52un porzolio video senza passare per l'estetica o le regole commerciali di YouTube.
07:57Poi c'è Dailymotion, nome che suonerà familiare a chi navigava sul web già negli anni 2000.
08:03È una piattaforma europea con una forte presenza in Francia che ha mantenuto una struttura simile
08:07a quella di YouTube, ma su scala decisamente più ridotta.
08:10Sebbene oggi abbia perso terreno rispetto al gigante americano, rimane una valida alternativa
08:15per chi cerca un'esperienza simile a quella di YouTube, ma meno sovraccarica di contenuti
08:19e con un diverso modello di gestione.
08:21Lo spettatore gode di livelli di privacy superiori e la piattaforma consente possibilità di monetizzazione
08:27anche in mancanza di strumenti avanzati per i creator quali quelli di YouTube.
08:31Un nome ricorre spesso quando si parla di alternative a YouTube, anche se nasce con uno spirito diverso.
08:37Twitch.
08:37La piattaforma, oggi di proprietà di Amazon, è nata per il live streaming legato ai videogiochi,
08:43ma si è progressivamente allargata a tanti altri ambiti.
08:45Chiacchiere, tecnologia, musica, cucina.
08:48È pensata per la diretta, con un'interazione continua tra creator e pubblico ed è in questo
08:53che si distingue da YouTube.
08:55Meno contenuti registrati e montati, più immediatezza e spontaneità.
08:59Ma nonostante la sua natura live, molti creator hanno abbandonato YouTube in favore di Twitch,
09:05attirando community fedeli e monetizzando in modi diversi.
09:08Twitch resta comunque una piattaforma centralizzata, con un controllo editoriale e commerciale forte
09:13da parte di Amazon. Anche qui la moderazione è intensa, le regole sono rigide e l'algoritmo
09:19è spesso imperscrutabile. Non è insomma un'alternativa libera o decentralizzata come
09:24può esserlo Peertube, ma è sicuramente un'alternativa concreta per chi crea contenuti
09:29e cerca un modello differente, in cui l'interazione diretta con il pubblico è al centro dell'esperienza.
09:34Negli ultimi anni è salita la ribalta Rumble, una piattaforma che si è presentata come
09:39alternativa libera da censure, in particolare accogliendo quei creator che si sentivano
09:44penalizzati dalle politiche di moderazione di YouTube. Rumble ha tratto una base di utenti
09:49molto attiva, in particolare in ambito politico, ma anche in altri settori. Rumble è infatti
09:54usata anche da media indipendenti o commentatori fuori dal mainstream perché non prevede alcuna
09:59censura algoritmica. Offre meccanismi di monetizzazione abbastanza semplici e accessibili, anche se l'ambiente
10:06tende ad avere una forte connotazione ideologica. È quindi una scelta che può funzionare per
10:11alcuni tipi di contenuto, ma non è detto che si adatta a tutti. A differenza delle piattaforme
10:16centralizzate, dove tutto passa da un'unica azienda che controlla i server, i contenuti
10:20e le regole, le piattaforme decentralizzate funzionano in modo distribuito. Significa che
10:25non esiste un solo centro di controllo, ma una rete di nodi indipendenti o utenti che
10:31ospitano e gestiscono i contenuti. Questo approccio può offrire maggiore libertà, resistenza
10:36alla censura e un modello più vicino allo spirito originario del web, ma comporta anche
10:40sfide diverse, come la moderazione distribuita e la frammentazione dell'esperienza utente.
10:46Un progetto decisamente radicale è Odyssey, che si basa su un protocollo chiamato Library.
10:51Qui ci troviamo di fronte ad una vera decentralizzazione. I video non vengono ospitati su un server centrale,
10:57ma distribuiti attraverso una rete peer to peer e sono immutabili. Una volta pubblicato
11:03un contenuto su Library, non è più possibile rimuoverlo definitivamente nemmeno da parte
11:08dell'autore. È un approccio affascinante per chi cerca massima libertà e resistenza
11:12alla censura, ma comporta anche grandi responsabilità. L'interfaccia di Odyssey, che è la versione
11:18facilitata del protocollo, rende il tutto più accessibile a un pubblico generico. C'è
11:23anche una funzione per sincronizzare automaticamente i video da YouTube, il che rende più
11:27facile fare una transizione senza partire da zero.
11:30Infine, vale la pena citare PeerTube, un progetto open source nato in Europa che propone un'alternativa
11:37completamente federata a YouTube. PeerTube non è un sito centralizzato, ma una rete
11:42di server indipendenti, ognuno dei quali può ospitare video e interagire con altri. È
11:47una visione del web molto più simile a quella originale, distribuita, cooperativa, non controllata
11:52da una singola entità. Naturalmente questo approccio ai suoi limiti. Non c'è una homepage
11:57universale e la scoperta dei contenuti può essere più complicata, ma per comunità locali,
12:02tematiche o gruppi che vogliono condividere video in autonomia è un'alternativa potente
12:07e sostenibile. Una precisazione va fatta però, proprio perché decentralizzata e rifugio
12:13di persone che cercano di sfuggire alla censura di YouTube, PeerTube non ha un unico controllo
12:20editoriale. Ogni nodo della rete, chiamato istanza, ha le proprie regole, i propri moderatori
12:25e i propri criteri di accesso. Questo garantisce una grande libertà, ma può anche portare
12:30a un fenomeno particolare. Alcune istanze possono raccogliere contenuti polarizzati o diventare
12:36rifugio per video che altrove verrebbero rimossi per violazione delle policy. Non è un problema
12:41intrinseco della tecnologia, ma del modo in cui viene utilizzata. Sta agli utenti, spettatori
12:46o creator, scegliere istanze affidabili con una linea editoriale chiara, trasparente,
12:51coerente con i propri valori. In definitiva YouTube resta al centro dell'universo video
12:56online, ma non è l'unica stella nel cielo. Esistono alternative valide ciascuna con il
13:02proprio approccio, i propri limiti e le proprie opportunità. La scelta di provarne una dipende
13:06da ciò che cerchiamo. Più controllo, più privacy, più qualità, più libertà. Alcune puntano
13:12alla decentralizzazione, altre alla qualità o alla privacy. Non tutte sono perfette,
13:17ma tutte contribuiscono a un ecosistema video più vario e in certi casi più libero. Sia
13:22che tu sia un creator in cerca di indipendenza, sia uno spettatore desideroso di proteggere
13:27la tua privacy, oggi hai possibilità concrete. E forse il punto non è abbandonare YouTube,
13:32ma affiancarlo con nuove strade più consapevoli e libere da logiche monopolistiche. Esplorare
13:38altre piattaforme è anche un modo per sostenere un web più aperto, più diversificato e meno
13:43dipendente dai grandi monopoli. Se questo video ti è stato utile, lascia un like, iscriviti
13:48e dai un'occhiata all'articolo completo sul blog. Troverai link diretti a tutte le piattaforme
13:53citate, oltre ad approfondimenti riservati su strumenti e modalità che qui non posso mostrare.
13:59Grazie per l'attenzione e alla prossima!
14:08Grazie a tutti!

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