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Mentre le strade americane si riempivano di manifestanti del movimento “#No Kings”, a Washington andava in scena una celebrazione carica di simboli: il 250esimo anniversario dell’Esercito degli Stati Uniti, con una parata in grande stile che ha segnato anche il 79esimo compleanno di Donald Trump. Al suo fianco, Melania Trump si è presa la scena con un look che dice molto più di quanto sembri: sartoriale, americano e dal messaggio preciso. Un’apparizione che, ancora una volta, conferma come la First Lady usi la moda come strumento politico e comunicativo.

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Melania Trump sceglie un tailleur americano doc
Per l’occasione, Melania ha indossato un completo firmato Adam Lippes, stilista newyorkese noto per il suo approccio “quiet luxury”. Il look era composto da un blazer doppiopetto in twill avorio a righe blu navy, con spalline strutturate e bottoni argento, abbinato a una gonna longuette coordinata. L’outfit, parte della collezione primavera-estate 2025, è interamente confezionato a New York.

Un dettaglio non casuale: lo stesso brand era stato scelto da Melania anche per l’insediamento del marito. Allora, aveva optato per un completo blu navy e bianco, sempre firmato Lippes, con taglio impeccabile e allure istituzionale. In entrambe le occasioni, l’ex modella ha affermato uno stile deciso, riflettendo il clima politico che la circondava.

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Look patriottico da "generalessa"
Con i suoi tacchi denim firmati Christian Louboutin e una silhouette marcatamente anni ’80, il completo di Melania Trump ha evocato un’immagine quasi militare. Un messaggio visivo forte, in sintonia con la regia spettacolare dell’evento: carri armati Sherman della Seconda guerra mondiale, elicotteri Black Hawk, 6.600 soldati, oltre 150 veicoli militari e più di 50 aerei.

Anche il presidente Trump è rimasto fedele alla sua uniforme simbolica: completo blu, camicia bianca e cravatta rossa. «Uno show per mostrare un po’ di forza» ha commentato, riferendosi alla parata che ha sempre sognato.

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Melania Trump, moda e politica: una scelta sempre calcolata
Negli anni, la First Lady ha saputo dosare con attenzione i riferimenti tra fashion e patriottismo. Se durante il primo mandato aveva spesso optato per brand europei come Dior, McQueen o Dolce & Gabbana, in alcune occasioni ha privilegiato stilisti americani come Ralph Lauren e ora Adam Lippes. In entrambi i casi, si è trattato di scelte strategiche, legate a momenti chiave del calendario politico.

La decisione di indossare capi già in vendita al dettaglio – invece che abiti su misura – è un’altra cifra stilistica di Melania, supportata dal suo stylist Herve Pierre. Un approccio che la distingue dalle ex First Lady come Jill Biden o Michelle Obama, che hanno lavorato più direttamente con i designer.

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Il ritorno (tattico) del Made in USA
Anche se non si può parlare di un ritorno strutturale al “made in America”, la scelta di Lippes segna un gesto simbolico in favore dell’artigianato nazionale. «Non c’è palco migliore per mostrare ciò che sappiamo fare» aveva dichiarato il designer nel 2017, dopo l’insediamento di Trump. Una filosofia ereditata da Oscar de la Renta, per cui aveva lavorato, e che vestì sia Hillary Clinton sia Laura Bush: «Si veste chi è al potere, questo è il nostro mestiere».

Adam Lippes, oggi pronto a espandere il proprio brand nel Regno Unito e in Giappone, ha costruito un’estetica elegante e discreta che si adatta perfettamente all’immagine pubblica – controllata e calcolata – di Melania Trump.

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Un’immagine di potere (anche attraverso i vestiti)
Che piaccia o meno, Melania Trump è sempre rimasta fedele a un’immagine ben precisa: fredda, istituzionale, impenetrabile. Anche quando non parla, lascia che siano i suoi abiti a raccontare. E se Trump si mostra sempre come il comandante in capo, Melania sembra voler indossare i panni – ben stirati – del generale silenzioso ma presente. “La politica è un campo di battaglia”, sembra suggerire il suo stile. E ogni dettaglio, dalle righe al tacco a spillo, è parte dell’uniforme.

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