- 12/06/2025
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00:00Ben trovati al nuovo appuntamento che connette TeleTutto Radio Brescia 7 per il nostro incontro quotidiano che oggi è doppio
00:22perché abbiamo il piacere di ritrovare qui Luisa Bondoni, vicepresidente del Museo della Fotografia di Brescia e coordinatrice del museo
00:30e ben trovato anche all'architetto Marco Garau della Fondazione dell'Ordine degli Architetti. Con che ruolo precisamente Marco?
00:39Con il ruolo di vicepresidente e in questo frangente di cui parleremo di coordinatore.
00:44Molto bene, quindi siete abbastanza allineati in quelli che sono i ruoli istituzionali ma qui vogliamo sapere una storia
00:53che è la storia di una bella mostra che continua fino al mese di luglio al Museo della Fotografia e che prende spunto da quello che è un tema importante
01:02la strage di Piazza della Loggia e infatti in questa chiacchierata non c'è mai presentissima casa nella memoria
01:09nella figura di Malio Milani che oggi non può essere con noi ma come dire lo è comunque.
01:16Marco mi racconti fin dall'inizio la storia che è figlia di una prima volontà di una neonata fondazione dell'Ordine degli Architetti.
01:25Sì, questa mostra che abbiamo inaugurato il 28 maggio è figlia di una prima volontà dell'Ordine degli Architetti di Brescia
01:35di lavorare per la commemorazione della strage nel cinquantenario.
01:41Dopo questa prima volontà, visto che l'Ordine ha costituito una fondazione l'anno scorso...
01:48Come mai avete sentito l'esigenza di far nascere una fondazione?
01:52Per riuscire a mettere a terra anche dei progetti che andassero al di là del coordinamento del mondo degli architetti?
01:58Sì, per riuscire a essere anche più agili rispetto al funzionamento dell'Ordine e riuscire proprio a lavorare su progetti culturali come deve fare una fondazione.
02:07Certo, quindi abbiamo capito che questo è stato il primo obiettivo e come l'avete messo in campo? Come vi siete organizzati?
02:17Invece siamo organizzati pensando che una mostra sulla commemorazione di una strage potesse essere un momento per ricordare la strage e riattualizzare nel presente questo ricordo.
02:28Anche perché non dimenticare è un segno importante e lo si può fare anche attraverso una mostra andando a colpire anche quello che è un pubblico più giovane e che però ha bisogno di mantenere assolutamente viva la memoria.
02:42Certo, infatti la fotografia in questo senso è sembrato l'escamotage, il modo migliore per lavorare sulla città, sull'immagine della città, sul ricordo e per avvicinarsi anche a un pubblico più giovane e soprattutto non solo di architetti
03:00perché una delle cose che stiamo facendo con Fondazione è un discorso non autoreferenziale, vogliamo rivolgersi al pubblico bresciano, provinciale, con eventi di una certa importanza e non solamente agli architetti.
03:14Avete messo in moto evidentemente un dialogo con Casa della Memoria, come è andata?
03:18Beh è andato molto bene, il dialogo con Malio Bilani e Casa della Memoria è stato importantissimo, prima di tutto per il lavoro dei fotografi di cui poi Luisa ci parlerà,
03:27perché c'è stato un feedback continuo con Casa della Memoria ragionando sul ricordo sia della strage sia però su altri ricordi di cui poi parleremo,
03:38perché la mostra non parla solamente dei luoghi della strage ma parla dei luoghi della memoria in senso più lato della città.
03:45A proposito di questo Luisa è il momento che tu ci faccia entrare in quelli che sono i connotati di questa mostra,
03:53dei fotografi che sono stati coinvolti e di quali sono le caratteristiche che questi fotografi hanno individualmente
04:00e che hanno potuto mettere al servizio di questo progetto.
04:03Sì, i fotografi sono tre, sono tre fotografi di fama nazionale e internazionale, abbiamo Silvia Camporese
04:10che ha un approccio molto più allegorico, simbolico e lei già in precedenza e anche nei lavori,
04:17oltre a quello che è presente in questa mostra, lavora moltissimo sull'Italia e sui suoi simboli.
04:22Poi abbiamo Paolo Rivolzi che è un fotografo documentarista ma che cerca di raccontare sempre come il territorio,
04:29come l'architettura, l'urbanistica interagiscano con le persone che ci abitano
04:33e che quindi possano prendere consapevolezza dei luoghi che abitano.
04:37E poi c'è Marco Introini che invece è un fotografo paesaggista, documentarista,
04:42quindi con un approccio molto più sistematico e molto più preciso
04:47che gli deriva proprio dall'essere anche insegnante poi al Politecnico di Milano.
04:51Tutto questo in premessa, tra 40 secondi continuiamo a raccontarvi magari entrando un pochino più nel merito
04:56delle opere che sono esposte fra poco.
04:59Ritorniamo a parlare di questa bella mostra, prima erroneamente ho parlato del Museo della Fotografia
05:05perché tu lo rappresenti ma in realtà la sede è Palazzo Martinengo delle Palle
05:09che è un luogo bellissimo, tra l'altro che per molti bresciani non è ancora così conosciuto, vero?
05:17Sì, io tra l'altro l'ho conosciuto proprio grazie a questa collaborazione,
05:22non avevo mai avuto occasione di entrarci ma quando sono entrate ho visto
05:25tra la sala del cammino e la galleria affrescata dove appunto è allestita la mostra
05:29sono rimasta sbalordita perché è veramente un posto magnifico.
05:33L'avete scelto voi dunque?
05:34Sì, beh, allora è la sede naturale perché è la sede dell'ordine degli architetti.
05:39Nella galleria facciamo sempre mostra, è uno spazio bellissimo del 600 e secondo me
05:46è anche poco sfruttato.
05:49Posso dire agli amici che stanno ascoltando la radio che se vedrete la replica delle 17.30
05:54di questo pomeriggio, Ruggero Tavelli al quale do buongiorno, sta proprio mostrando alcune delle immagini
05:59sì per mostrare le fotografie ma evidentemente dove si capisce molto bene questo contesto
06:05molto molto affascinante, dicevamo Marco.
06:07Sì, diciamo che poi il contesto è affascinante, lo spazio è molto bello, l'allestimento che abbiamo curato
06:12è costruito con delle stanze aperte perché è stata un'esigenza dei fotografi avere in contemporanea
06:20ognuno il proprio spazio, più diciamo intimo e però uno spazio osmotico sostanzialmente
06:27che restituisca l'idea dello spazio unico della galleria.
06:30Certo, abbiamo parlato poco fa di quelle che sono le caratteristiche dei fotografi, adesso
06:38entrerei un po' più nel merito della caratteristica della mostra con le opere e quanto viene espresso
06:44più specificatamente.
06:46Sì, la particolarità è che sono tre fotografi che dicevo riconosciuti ma che non sono bresciani
06:54che quindi hanno dovuto affrontare la nostra città non abitandola e non conoscendola al
06:58100% come potremmo conoscerla noi anche se poi anche noi non sempre vedi il palazzo che
07:03non conoscevo.
07:04Poi questo è interessante perché lo sguardo diciamo così esterno anche se evidentemente
07:09la strage di Piazza della Loggia è un tema nazionale e quindi come dire ben conosciuto
07:14da tutti ma entrare un pochino più in connessione con uno sguardo prospettico diverso è interessante.
07:20E sì, anche perché hanno dovuto documentarsi su quello che è appunto la nostra città,
07:25i vari luoghi della memoria che sono presenti all'interno della nostra città e come punto
07:30di partenza si è partiti appunto da Piazza della Loggia e dalla stelle di Carlo Scarpa.
07:36Da lì i tre percorsi hanno preso tre indirizzi e tre strade diverse perché abbiamo da una parte
07:41Silvia Camporesi che si è concentrata in modo particolare sui dettagli, quelli che circondano
07:48quello che è il luogo proprio della stelle e della strage per allargarsi poi a fare un
07:54discorso più ampio su tutti i caduti perché poi quello che è emerso dal percorso della
07:59mostra come diceva Marco è che sono sì delle stanze singole e intime ma in realtà dialogano
08:04poi tra di loro. Quindi poi si è passati al lavoro invece di Paolo Riolzi che ha ampliato
08:12lo sguardo, quindi è partito dalla stelle ma in realtà ci ha raccontato come le stratificazioni
08:16della storia portino a volte a dimenticare, a cancellare delle cose anche del passato ma
08:21che in realtà continuano a persistere. E quindi abbiamo per esempio la bellissima fotografia
08:27della lacerazione di Palazzo Bambitelliano con la palla di cannone del 1849. Abbiamo
08:34poi un luogo a cui io tengo molto e che gli avevo suggerito a Paolo che è quello del fianco
08:42del Palazzo delle Poste dove persiste una vecchia facciata di una casa del 1500 che era rimasta
08:49come simbolo di quello che era stato l'abbattimento del quartiere delle Pescherie. Quindi tanti luoghi
08:55che si stratificano, che si sommano ma che in realtà non si cancellano e che restano attraverso
09:00le fotografie per arrivare invece al progetto di Marco Introini dove appunto lo ha intitolato
09:06il Sacro Monte Laico proprio perché è un percorso che parte da Piazza della Loggia e arriva
09:11al castello attraverso quelle che sono le vittime del terrorismo. Quindi ampliando ancora di più
09:16lo sguardo e come racconta lo stesso fotografo un partire da una città che è più chiusa,
09:22che è più grigia, che mette più ansia per arrivare invece con la fatica a prendere
09:27consapevolezza e arrivare all'alto del castello dove il cielo si apre, dove c'è più verde
09:31e dove c'è una maggior consapevolezza anche di quello che abbiamo fatto.
09:35Chiedo a Marco, ma tu intervieni quando vuoi Luisa, come hanno accolto questo invito anche
09:41perché c'era da lavorare su un progetto che non esisteva, non sono dei fotografi che espongono
09:46loro immagini già esistenti. Questa mostra è nata perché voi l'avete commissionata,
09:52quindi avete creato voi il contesto su cui poi loro hanno lavorato. Come hanno accolto
09:58il progetto? Come è stata? Ci piace sempre sentire un po' la storia, anche l'aspetto umano.
10:02Il progetto è stato accolto con grande entusiasmo. Il primo fotografo che ho potuto
10:08contattare è stato Marco Introini. Con cui so che almeno due fotografi su tre, poi della
10:13fotografa, magari ci parla Luisa, erano già nei vostri radar, avevate già fatto cose con
10:20loro. Sì, allora Marco Introini essendo un documentarista, paesaggista, aveva già fatto
10:25subito dopo il Covid un bellissimo incontro all'ordine sulla fotografia e quindi aveva un po'
10:32spiegato come lui ha l'approccio al suo lavoro. Paolo Riozzi, anche lui è un amico del nostro
10:39ordine e comunque loro hanno accolto tutta questa cosa con un entusiasmo civile.
10:45Questo è un termine che mi piace, l'entusiasmo civile ci piace.
10:49Civile perché fare un lavoro così dal 6 febbraio al 28 maggio è un'impresa veramente titanica,
10:57hanno buttato il cuore oltre l'ostacolo.
10:59Quante opere sono in totale?
11:01Sono 10 opere di Paolo Riozzi, 18 opere del sacro montelaico di Introini e 5 opere
11:06di Silvia Camporesi. La cosa secondo me interessante è stato proprio il primo incontro in cui a
11:12Brescia abbiamo fatto proprio una passeggiata e come consegna della fondazione è stato detto
11:16ci piacerebbe che voi partiste dalla stile come luogo del ricordo ma provaste anche a lavorare
11:23sulla città della memoria e quindi subito siamo saliti per il percorso della memoria e
11:29Marco Introini ha immediatamente capito che quello sarebbe stato il suo lavoro.
11:34Con Paolo Riozzi è stato un pochino più complesso proprio per il modo di lavorare che ha Paolo.
11:39Lui è stato quello che ha parlato molto di più con Maglio Milani perché voleva coinvolgere
11:44anche Maglio Milani nel suo lavoro sulla memoria e ricordo.
11:47E secondo me è uscito un lavoro interessantissimo perché porta ai nostri occhi delle parti di
11:54città che distrattamente vediamo tutti i giorni. Cioè l'affresco di gambera sul palazzo delle
11:59pescherie è una cosa che sta lì e sostanzialmente quasi ci si è dimenticati che rappresenta un
12:07tempo, rappresenta un tipo di architettura, un modo di fare la città. Ecco Paolo ha come dire
12:12temporalmente unito dei punti. Infatti una delle cose di cui parlavamo all'inizio era
12:17abbiamo bisogno di un palinsesto, cioè di crearci dei punti da unire e non restiamo solo legati
12:24alla strage di Piazza Loggia perché la strage è un momento di memoria ma la città è piena
12:31di altri momenti e la cosa interessante è che questo progetto nato da questa nostra idea
12:37così iniziale è stato sposato da loro anche come progetto aperto. Cioè si potrà pensare
12:42di fare anche nei prossimi anni nuovi lavori sulla città e sulla provincia legati al ricordo
12:49e alla memoria.
12:50Diciamo che è un importante primo passo d'avvio che segna i connotati di qualcosa che però
12:55potrà andare avanti nel tempo. Avete accolto da subito però lo spunto di Luisa a coinvolgere
13:03anche un occhio femminile. Sì infatti io tra l'altro come ricordo sempre sono salita sul
13:10trino che era già partito quindi erano già stati contattati due fotografi e quindi nel
13:17momento in cui io sono arrivata all'interno del progetto ho proposto Silvia Camporese che
13:22conoscevo attraverso i suoi lavori perché appunto essendo una fotografa riconosciuta a livello
13:28internazionale avevo visto moltissimi suoi lavori proprio dedicati all'Italia e mi piaceva
13:33e mi piace moltissimo l'approccio che lei ha che è molto elegante, molto raffinato e molto
13:40leggero ma nello stesso tempo è carico di contenuto e di significato e quindi ho provato
13:46a contattarla e anche lei nonostante le prime magari perplessità perché comunque sempre salire
13:52su un treno che è già partito, venire da un'altra città, cercare di capirne la storia e i contenuti
13:58non è una cosa così semplice però in realtà anche lei si è buttata anima e corpo in questo
14:02progetto e quindi è tornata a Brescia e quindi poi ha realizzato queste cinque fotografie
14:08che sono una sorta di progetto perché vanno viste, se verrete a vedere la mostra, sono due
14:15coppie di fotografie, due dittici che dialogano tra di loro con poi la fotografia conclusiva
14:21che ingloba e unifica tutto questo progetto.
14:26Marco fino a quando? Io ho parlato di luglio genericamente, data di chiusura della mostra?
14:30Sarà il quindici luglio. Quando è visitabile? È visitabile dalle nove del mattino fino
14:34all'una e dalle due e trenta fino alle diciotto. Questo tutti i giorni? Tutti i giorni, dal
14:40lunedì al venerdì. Perfetto. Faremo anche un incontro, penso, guidato con la curatrice
14:45Elvisa Bondoni, dobbiamo organizzarlo per le prossime settimane, una serata di visita alla
14:50mostra guidata dalla nostra curatrice. È interessante questo. Adesso faccio questa domanda a entrambi
14:54perché sono due prospettive parallele, ma chiaramente sono diverse. Quello che è
15:00importante, abbiamo segnalato un luogo che accoglie questa mostra molto bello ed evidentemente
15:06molto valorizzante, ma le strategie di valorizzazione di una mostra fotografica sono molto importanti
15:14per valorizzare le opere. Che criterio avete usato? Parto da Marco e poi arrivo a te Luisa.
15:20Beh, noi allora siamo, diciamo, purtroppo dovuti partire anche con un budget ridotto.
15:27Però penso che...
15:27Poi mi piace perché probabilmente su certe mostre avete curata i più margini di manovra,
15:32ma con gli architetti ti sarai confrontata di più o sbaglio?
15:36Loro sono precisissimi, quando sono arrivate in galleria erano là con le bolle, con i mezzi.
15:41Vedi che ho toccato nel segno.
15:43Diciamo che è una mostra un po' self-made, ma è un po' nello spirito, la fondazione purtroppo
15:48è appena costituita.
15:50E' certo.
15:50E quindi abbiamo agito anche con grande rispetto del budget.
15:53Laddove non c'è budget, però entra in gioco molto la creatività.
15:58Creatività in senso civile.
16:00E' vero.
16:01Perché anche i fotografi, l'ho già detto, ma hanno lavorato al di là di ogni tipo di
16:06loro cachet, perché il progetto piaceva.
16:09Si sono spesi.
16:10Comunque per rispondere alla domanda, abbiamo fatto un allestimento che è tutto fatto con
16:16delle piccole assi da ponteggio o da getto in calcestruzze.
16:20Giusto per restare un po' nel vostro ambito.
16:22Rinvestite semplicemente con dei teli in PVC bianchi che sembrano dei lenzuoli.
16:27Sostanzialmente questa altezza di due metri dell'allestimento ci ha consentito di esporre
16:31le foto in maniera ottimale, però di mantenere anche sempre aperta la prospettiva sulla volta
16:36affrescata dell'alberia.
16:37Certo, come vediamo per chi guarda la tv.
16:39Chi guarda la tv capirà che l'allestimento è molto molto semplice, però le opere sono
16:45ben esposte.
16:46Tra l'altro il palazzo è orientato in maniera perfetta verso il sud e quindi ha una luce
16:51sempre tenue che illumina comunque lateralmente queste pareti bianche e devo dire che il risultato
16:57è fatto in poco tempo.
17:01E' una bella sfida che secondo me è...
17:04Adesso chiedo la visione di Luisa in questo senso.
17:07Allora, sì, con i mezzi che si avevano a disposizione il risultato secondo me è più
17:12che buono, anzi è un ottimo risultato, soprattutto perché c'è, come dicevamo prima, questa continuità
17:19degli spazi, quindi non si è chiusi in un luogo claustrofobico in cui il pensiero della
17:25memoria, del ricordo diventa qualcosa di oppressivo, ma in realtà è un qualcosa che ti apre la mente
17:30e ti fa ragionare, ti fa riflettere su quello che stai vedendo.
17:34E poi la cosa che non potevamo sapere, perché non sapevamo le fotografie come sarebbero state,
17:39in realtà anche le tonalità stesse che hanno utilizzato i fotografi dialogano benissimo
17:44con quelle che sono le tonalità della volta affrescata.
17:47Quindi c'è proprio una continuità sia di spazio che di tonalità, di colori, che è
17:53proprio completamente immersiva in questa galleria.
17:56Prendiamoci tre minuti con la musica e poi ritorniamo con Luisa Bondoni e Marco Garau per
18:03parlare di questa mostra e per arrivare alla conclusione ricordando ancora dove, fino a
18:10quando e insomma dare quelle che sono le caratteristiche di questa bella mostra di cui stiamo parlando
18:16oggi in collaborazione con Casa della Memoria.
18:19Fra poco...
18:19Grazie a tutti.
18:20Grazie a tutti.
18:21Grazie a tutti.
18:22Grazie a tutti.
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