https://www.pupia.tv - Bologna - CLIMA. COSÌ 'MUORE' UN GHIACCIAIO: L'AGONIA IN 10 ANNI DI FOTO Bologna, 28 mag. - Un "amico ghiacciaio", che lentamente scompare, raccontato nell'arco di 10 anni. Un "grido di dolore" per sensibilizzare sul dramma dello scioglimento dei ghiacciai a causa del cambiamento climatico. È questo il cuore del lavoro della fotografa Beba Stoppani, che oggi a Bologna inaugura la mostra "Da 0 gradi a 5000 metri", composta da una serie di immagini realizzate a partire dal 2015 sul ghiacciaio svizzero delle sorgenti del Rodano, che sfociano poi in Camargue, in Francia, e che documentano il progressivo ridimensionamento di volumi e dimensioni nel corso degli anni, fino ad arrivare ai pochi lembi di ghiaccio di oggi, con tanto di teli protettivi e pareti di grotte che si spaccano. Un progetto "iniziato per una mia grande affezione a questo ghiacciaio, che si trova molto vicino al passo del Rodano- racconta Stoppani- ho avuto il privilegio di vedere questo ghiacciaio da bambina, poi l'ho rincontrato nel 2015 durante il periodo tremendo di sovrariscaldamento che ha avuto anche la Lombardia e Milano che ha toccato i 42 gradi". È in quel momento che "sono andata su a visitarlo e quello che ho trovato è stata questa immagine dove si vedono questi teli, che gli svizzeri usano per ricoprire il ghiacciaio con le sostanze adeguate di tipo chimico, anche molto costosi". Quell'anno tale era stato lo scioglimento rapidissimo del ghiacciaio che "in una settimana si è ritratto di cinque metri, un'altezza quasi di due piani", ricorda l'artista. "Arretrando il ghiacciaio, i teli non ce la facevano a star dietro a questo processo e si sono formate queste stratificazioni di teli anche di diverso colore". Da lì, un viaggio ripetuto negli anni per immortalarne lo stato di salute. La mostra, promossa dal gruppo consiliare comunale di Europa verde, "è una cronologia di quello che sta succedendo in quelle quote. Ho cercato di fare una storia di questo ghiacciaio che si sta arretrando". Bisogna "unire l'arte con la scienza, perché la scienza è importantissima, ma non basta per mobilitare le coscienze. Servono anche le arti, come le scienze, le arti, per toccare le corde più profonde del cuore umano", afferma Paolo Galletti di Europa verde. E le sensazioni nel vedere questa lenta agonia, per la fotografa sono contrastanti. Le immagini documentano già un primo principio di riduzione dieci anni fa, fino ad arrivare a una "drammatica riduzione nel 2024" che visivamente è stato "un grande impatto anche per me. Comunque io ogni anno vado a trovare il mio amico ghiacciaio. Questa è l'attitudine con cui io mi avvicino a questo posto". In questo senso, "sicuramente un po di tristezza c'è, però io penso che la natura ha ancora la possibilità di poter frenare questo processo. I danni che abbiamo fatto non li possiamo più riparare però almeno avere dei comportamenti che frenino questo andamento, questo è l'augurio". E il lavoro ha anche lo scopo di "sensibilizza