Cresciuti con uno smartphone in mano, costantemente connessi, abituati a vivere e mostrarsi sui social. Eppure, quasi la metà dei ragazzi tra i 16 e i 21 anni oggi sogna un mondo senza Internet. Non è una provocazione da boomer, ma il risultato inquietante di uno studio condotto dal British Standards Institution e pubblicato dal Guardian, che ha ascoltato la voce di oltre 1.200 giovani.
[idgallery id="2463499" title="Social e disagio. Perché non si risponde ai messaggi?"] Giovani e social: il 70% si sente peggio dopo essere stato sui social La fotografia che emerge è impietosa. Il 68% degli intervistati afferma che il tempo passato online ha un impatto negativo sulla propria salute mentale. Il 70% si sente peggio dopo aver trascorso del tempo sui social media. E il 46% sarebbe addirittura disposto a rinunciare del tutto a Internet, se potesse vivere la propria giovinezza altrove, in un'epoca diversa.
Il dato forse più impressionante? Uno su quattro passa più di quattro ore al giorno sui social. Un'abitudine che, alla lunga, lascia segni profondi: ansia, insonnia, senso di inadeguatezza, dipendenza. È la fatica invisibile di una generazione iperconnessa, ma sempre più fragile.
[idarticle id="2157667,2556599,2491925" title="Giovani e social network, i nuovi strumenti di protezione e controllo su Instagram e Facebook,Sui social senza rispetto: se anche il funerale del Papa è instagrammabile,Adolescenti in fuga dalla realtà: raddoppiano i ''ritirati sociali'' in Italia"] Account falsi, identità inventate: come gli adolescenti sfuggono al controllo Secondo il report, il 42% dei giovani ha mentito sull’età per accedere a piattaforme che altrimenti sarebbero vietate. Il 40% ha creato account secondari o falsi, e il 27% ha ammesso di aver finto di essere un’altra persona online. Una dinamica diffusa che rivela quanto possa essere insicuro e manipolabile il rapporto tra identità reale e identità digitale.
In molti casi, si tratta di tentativi per sfuggire a giudizi, controlli o pressioni sociali. Ma c’è anche un altro lato della medaglia: il rischio concreto di esporsi a contenuti pericolosi o persone sconosciute, come dimostra il fatto che il 27% ha condiviso la propria posizione in tempo reale con estranei.
[idgallery id="2445871" title="L’amicizia ai tempi dei social media: com’è cambiata?"] Effetti post pandemia e coprifuoco digitale per i social Tre giovani su quattro hanno dichiarato di aver trascorso ancora più tempo online a causa del Covid. Non solo scuola a distanza e videochiamate, ma anche isolamento sociale, frustrazione, ore infinite passate a scrollare contenuti su TikTok o Instagram. In un’età in cui si dovrebbe sperimentare il mondo, molti si sono ritrovati intrappolati in uno schermo.
E ora che la pandemia è (quasi) alle spalle, restano le sue conseguenze. Come la richiesta – sempre più condivisa – di un “coprifuoco digitale”: il 50% degli intervistati approverebbe l’idea di limitare l’uso delle app social dopo le 22:00.
[idarticle id="2460556,2534955,2477990" title="Social e filtri di bellezza: come influenzano gli adolescenti?,Il disagio degli adolescenti e il confronto con la vita di prima,Perché tanti giovanissimi soffrono d’insonnia?"] Cosa possiamo fare? Le parole degli esperti Il governo britannico ha già lasciato intendere la possibilità di introdurre limiti orari obbligatori per app come TikTok o Instagram, soprattutto per i più giovani. Ma per molti esperti – come Rani Govender, policy manager della NSPCC (National Society for the Prevention of Cruelty to Children) – non basta. «Un coprifuoco digitale da solo non proteggerà i bambini dai rischi. Potrebbero vedere gli stessi contenuti in altri momenti della giornata», ha dichiarato al Guardian. «È necessario un intervento più profondo da parte di aziende e istituzioni per rendere i social più sicuri e meno dipendenti».
[idgallery id="2506837" title="5 app per fare digital detox"] Un problema anche in Italia: servono regole e consapevolezza Anche se lo studio riguarda il Regno Unito, il fenomeno ha risonanze importanti anche in Italia, dove sempre più adolescenti manifestano segnali di stress digitale, dipendenza da social e disagio psicologico. La richiesta di protezioni strutturali, educazione digitale e normative più severe è più urgente che mai, sia a livello familiare che istituzionale.