SALA BIELLESE, 3 MAGGIO 2025, PROVINCIA DI BIELLA, PIEMONTE, ITALIA.
Sabato 3 maggio 2025, presso il salone della Casa della Resistenza di via Ottavio Rivetti 5 a Sala Biellese, presentazione della mostra "Un compagno di lotta. Le donne nella Resistenza biellese" con interventi di Gianni Chiorino (Presidente del Comitato provinciale biellese ANPI), Silvio Marconi (figlio della staffetta Italia Restivo), Filippo Sasso (Segretario generale Filctem CGIL, per illustrare i 5 referendum per i quali si voterà i prossimi 8 e 9 giugno) e i saluti dell'amministrazione comunale di Sala Biellese, nella persona di Dino Cossavella e dell'Istorbive, rappresentato dalla profofessoressa Marta Nicolo.
Riprese video effettuate il 3 maggio 2025.
Sabato 3 maggio 2025, presso il salone della Casa della Resistenza di via Ottavio Rivetti 5 a Sala Biellese, presentazione della mostra "Un compagno di lotta. Le donne nella Resistenza biellese" con interventi di Gianni Chiorino (Presidente del Comitato provinciale biellese ANPI), Silvio Marconi (figlio della staffetta Italia Restivo), Filippo Sasso (Segretario generale Filctem CGIL, per illustrare i 5 referendum per i quali si voterà i prossimi 8 e 9 giugno) e i saluti dell'amministrazione comunale di Sala Biellese, nella persona di Dino Cossavella e dell'Istorbive, rappresentato dalla profofessoressa Marta Nicolo.
Riprese video effettuate il 3 maggio 2025.
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NovitàTrascrizione
00:00...preliminare, dieci giorni di intenso impegno hanno stemperato le mie capacità oratorie,
00:17quindi il mio intervento, state tranquilli, è sicuramente conciso.
00:23In questi dieci giorni ho vissuto esperienze positive, con molti contatti, posso dire che il bilancio lo ritengo assolutamente positivo.
00:37A Tolleno, dove si è celebrato il 25 aprile la festa della liberazione e dato lustro alla memoria dei martiri dell'eterna libertà,
00:51ho avuto modo da ricordare nella mia introduzione che vi sono pagine della resistenza non ancora così messe in risalto come dovrebbe essere,
01:02per cui questa è una di queste occasioni, per l'immediato.
01:07Ho ricordato l'importanza dei militari italiani dopo la resa dell'8 settembre, poi si continua a parlare di amministizio,
01:19ma dovremmo anche dare un essico più appropriato, una resa incondizionata e non un armistizio.
01:28A partire dai martiri di Cefalonia si opposero alla resa nei confronti degli occupanti nazisti e si sacrificavano.
01:37I primi martiri della resistenza, in quel giorno in cui si dice anche qui, secondo me, propriamente,
01:43la patria è morta, in realtà in quel momento la patria è morta, è una patria da rinnegare, ma è nata una patria da affermare e da difendere.
01:54E ho ricordato anche le figure di quei 2500 carabinieri, altro episodio poco noto,
02:01che ai primi di ottobre in Roma precedessero la razzia fatta nei confronti degli ebrei,
02:08e mantenendo la fedeltà alla re che avevano dato, si opposero ad arruolarsi con gli occupanti
02:16e partirono per i campi della Germania, figura, ripeto, poco noto da valorizzare.
02:22E, occasione dell'incontro di Erno, la figura femminile nell'ambito della resistenza.
02:28Ben hai detto, tu, Rorando, che non esistiva per loro quello che è scritto in questo avviso,
02:37la penna di morte per i disertori che erano intenti alla leva.
02:41Questo riguardava gli uomini, non riguardava le donne.
02:44Quindi le ragioni della scelta che fu fatta sono indubbiamente nobili per coloro che parteciparono
02:50all'attività resistenziale, ma ancora più nobili sono le ragioni che indussano le donne
02:56che legami e obblighi di scelta non avevano.
03:00Quindi, come è ben posto in evidenza, è una scelta di assoluta realità.
03:06Cito uno dei partigiani, Jaffron Galliera, che diceva nei collochi,
03:10neppettuttamente avuti, che senza le donne l'attività partigiana sarebbe stata sicuramente
03:18più difficile, più lavoriosa o addirittura impossibile.
03:22La loro attività di partecipazione, di collegamento, di rifondimento è irrevitabile.
03:27Quindi occorre che tutti insieme si rimedi a questa carenza.
03:32Da ultimo, l'ho già detto, è un'occasione dell'incontro con Adermo.
03:42C'è una necessità stringente di servare le fine.
03:46C'è una necessità assoluta di non farsi prendere dall'afasia, di non farsi prendere
03:53dalla indifferenza, di reagire.
03:56Perché mai come in questo momento ci deve essere una reazione civile in un contesto per
04:01noi assolutamente agevolato rispetto a quello dei martiri dell'eterna libertà.
04:06Nel giorno scorso, in tale, Luca D'Amadone della Varseriana ha scritto sui sociali,
04:13nati da gente codarda, continuano ad essere ancora più infami, lucrando su inutili tesseramenti.
04:21A morte lampi e chi ne fa parte.
04:23Ecco, questa io non la ritengo una minaccia, è l'attribuzione di un merito che ci si comporti
04:30così da parte degli avversari.
04:32Non voglio chiamarli renici, ma avversari sì.
04:35Noi che crediamo nei valori di libertà e di pace affermati attraverso la lotta di liberazione,
04:44dobbiamo essere vigili e più impegnati di quanto lo siamo adesso.
04:48Non soltanto il 25 aprile, ma tutti i giorni dell'anno.
04:53Minacce di questo genere ci devono rafforzare nel nostro pensiero di essere agitatori della
04:59fiaccola della libertà.
05:01Grazie.
05:03Di questa bellissima iniziativa, grazie anche il fatto di poter avere il piacere e l'emozione
05:10di essere qui con voi quest'anno.
05:12Sono stato già l'anno scorso, il 25 aprile, è stato per me molto comomente anche l'anno
05:18scorso.
05:20Poche parole su mia madre, perché nei pannelli ha spiegato bene la sua vicenda e ci sono i
05:29fiscinelli, mia madre era di Roma, viveva in Roma, era nata da una madre bellese e da
05:37un padre siciliano e quindi durante le estati viveva in vacanza dai parenti di sua madre che
05:46avevano una casa a Via Tripoli 29 a Vieta.
05:50Quindi l'8 settembre del 43 si trovava in vacanza dalla scuola magistrale che frequentava, la
05:57madre era del 28.
05:58e mio nonno gli disse con una telefonata, rimanete là che tanto ci vediamo tra qualche giorno, ovviamente
06:06si sono visti proprio con l'alimentazione.
06:10Mia madre non era di una famiglia come molte altre partigiane invece di Nacosta e tante altre,
06:17non era di una famiglia diciamo storicamente antifascista.
06:21mia nonna non era militante, era una donna ex-contaglina, ex-bomidina, donna di casa, mio nonno
06:31non era fascista dichiarato, ma era un uomo che si comportava da fascista, violento in casa
06:38con la propria fila secondogenica perché lui era maschio, violento con la donna, un uomo
06:46che aveva subito a sua volta, come molto succede, come molto spesso succede da parte di chi
06:51abusa degli altri, degli abusi terribili durante la sua infanzia, appunto che era scappato
06:56di casa e si era andato a ruolare nella guardia di finanza falsificando l'età.
07:02Quindi mia madre, mio nonno non voleva che mia madre studiasse, mia madre che studiasse faceva
07:08disegni, vendeva pitture.
07:12Quindi mia madre, appunto, come diceva prima, è una delle tante ragazze che sceglie la resistenza.
07:23Lei ha cominciato a fare i vignetti antifascisti nel 1942, quando aveva 14 anni, prima del 40.
07:30E poi, appunto, a partire soprattutto dalla primavera del 44, diventasse affettata artigiana
07:37nella zona di Valle San Nicolau e dintorni, e non fa solo questo, come potete vedere anche
07:44dai cimeli che ci sono qui, non bastandogli di rischiare la vita facendo la staffetta, cercava
07:50di rischiare la vita anche in altri modi.
07:51Per esempio, appunto, faceva queste vignette, mia madre si chiamava Italia Restivo, ma a 12 anni
07:57aveva ricitato il suo nome e cognome, l'aveva anagrammato, era diventata Violetta Siria,
08:01e lei le vignette le firmava, le firmava WS, le vignette contro i razzisti, ma non solo,
08:10mandava, come diceva Rolando, delle lettere, gli insulti alla radio fascista Biella, Radio Banta,
08:22firmandosi Mammoletta, che era il suo nome di battaglia, ma non solo ancora.
08:27Mandava invece a Radio Libertà stornelli e poesie, tra cui due strofette che sono state
08:36poi inserite in festa d'aprile, che sono appunto state qui, c'è l'originale scritto
08:42da mia madre e vicino c'è la pubblicazione dei partigiani di Biella con il calzoniere partigiano
08:50che era fatta dopo la liberazione. Mia madre ha continuato il suo impegno politico e sociale
08:58sempre. È stata per la Repubblica, è stata per l'Algeria, per la Spagna antifranchista,
09:07per Cuba, per il Vietnam, per il Cile, per la Palestina, per il Donbass, fino all'ultimo
09:13giorno della sua vita, lei è morta nell'aprile del 2016 e io sono andato l'otto settembre
09:19del 2016 a ritirare il diploma del settantennale della Resistenza post-mortem, perché mia madre
09:25si era convinta a chiederlo soltanto nel 2015, come tante altre donne, come tante altre staffenze,
09:30come tante altre partigiane che non hanno mai voluto chiedere un riconoscimento ufficiale
09:38di quello che hanno fatto perché, come si dice anche in un video, quello di Vinicio Capossella,
09:46molte di loro dicono ma in fondo io che ho fatto di particolare? Ho fatto il mio dovere?
09:52Con una apparente umiltà, ma che in realtà è una grande consapevolezza. Io credo che il
09:58modo migliore per onorare tutti i resistenti, ma in particolare queste donne, sia esattamente
10:04quello che noi stiamo vivendo in questo momento qui. La Casa della Resistenza di Sala Biellese
10:10è, a mio parere, un grande esempio per tanti, dentro l'Ampi e fuori dell'Ampi, soprattutto
10:17fuori perché l'Ampi su dovere in genere lo fa, è un grande esempio di che cosa vuol dire
10:23essere presidi di memoria. Guardate, non credo che ci sia stato mai un periodo come quello
10:30attuale in cui c'è necessità di essere presidi di memoria, anche se la falsificazione
10:36della storia, l'attacco ai valori della resistenza non è cominciato con la Meloni e non è cominciato
10:42negli ultimi dieci anni. Voglio ricordare qui una figura che era molto cara per mia madre,
10:49e cioè gemisto, Muranino, che è stato attaccato, processato, insultato, costretto all'esilio
11:00per anni dal 1947 e non dal 2017. Voglio ricordare che a volte ci si stupisce, io non mi stupisco,
11:13di certe dichiarazioni del Presidente di questa Regione che ha sostenuto in questi giorni,
11:18che gli Alpini sono andati in Russia a difendere la libertà. Io gli Alpini che difendono la
11:24libertà conosco unuto Rebelli, conosco gli Alpini che hanno fatti partigiani, gli altri
11:29per me erano degli sgherri o erano dei poveri disgraziati mandati a morire da Mussolini
11:34in una guerra di aggressione, non in una guerra in cui c'è solo una ritirata di Russia, ma c'è
11:41tutto l'anno precedente in cui le nostre truppe hanno occupato, bruciato, saccheggiato,
11:47stuprato, dieci criminali di guerra impuniti in Russia dal generale Roatta in giù e quindi
11:55perché stupirsi di queste cose che avvengono già da tanto tempo, non è soltanto il Presidente
12:02della vostra Regione, non è soltanto quel Sindaco di Biella che ancora in questi giorni
12:07ha rifiutato di cancellare la cittadinanza oraria Mussolini e di darla a Matteotti. Io mi chiedo,
12:15negli 80 anni precedenti, come mai una stessa gran giornata? A Biella è in centinaia di
12:21comuni italiani che ancora hanno la cittadinanza oraria Mussolini. Quindi non è soltanto l'oggi,
12:30è un filo nero che parte dai processi contro i partigiani del 1947, dall'espulsione fatta
12:36da De Gasperi e da Scemba di 8.000 partigiani dalla Polizia di Stato e ne abbiamo viste poi
12:41le conseguenze, dai licenziamenti fatti negli anni 50 di chi era stato partigiano, che stava
12:47nelle fabbriche o che stava soprattutto negli arsenali militari, eccetera. Un filo nero che
12:54passa attraverso il fatto che quando avrete la donata il 9 di maggio degli Alpini, ricordiamoci
13:02che l'Associazione Nazionale Alpini nel 2001 con il governo di centrosinistra ha inserito
13:10la Monte Rosa nei suoi rampa dei repubblichini massacratori e torturatori. 2001 governo di
13:21centrosinistra. Noi abbiamo in Italia la scuola di guerra aerea che sta in Toscana intitolata
13:28al generale Giulio Duvet. Il generale Giulio Duvet è quello che nel 1921, prima del fascismo,
13:35ha teorizzato per primo nel mondo il bombardamento a cappetto dei civili, dicendo perché dobbiamo
13:40andare a sparare bombe sui militari? Bisogna distruggere i quartieri civili in modo che si
13:46diminuisca la morale del nemico e a costui la Repubblica italiana nata dalla Resistenza ha intitolato
13:52la sua scuola di guerra aerea. C'è quindi, ripeto, un filo nero a cui noi dobbiamo contrapporre
14:00verità storica e memoria e ogni iniziativa come questa è un magnifico tassello di una
14:07battaglia che deve continuare e deve diventare più dura sulla verità storica e la memoria,
14:12altrimenti celebrare, commemorare chi è caduto o chi ha lottato per la libertà non basta,
14:20non è adeguato di fronte al fatto che ci stanno raccontando un mare di menzogne non
14:25da adesso ma da molti troppi anni. Grazie.