E’ “molto provato per tutto quello che sta accadendo attorno a lui" il diciottenne romano agli arresti domiciliari per induzione o aiuto al suicidio nell'ambito delle indagini sulla morte a Perugia dello studente universitario Andrea Prospero.
Lo ha detto il suo difensore Alessandro Ricci. Venerdì mattina il giovane comparirà davanti al gip del capoluogo umbro per l'interrogatorio di garanzia.
Dietro il suicidio del 19enne trovato morto a Perugia, si cela una rete di truffe online e abusi digitali. Un’inchiesta della Procura punta ora ai vertici di un'organizzazione specializzata in phishing e vendite fraudolente. Gli inquirenti stanno analizzando centinaia di messaggi scambiati tra il giovane e altri membri del gruppo, cercando di ricostruire il livello di coinvolgimento di ciascuno.
Il giovane, coinvolto in attività illecite, era in contatto con due coetanei: Emanuele Volpe e Iacopo Ricciardi. Il primo, romano, avrebbe alimentato la sua decisione di togliersi la vita; il secondo, napoletano, gli avrebbe inviato ossicotone, farmaco dagli effetti oppioidi. Le indagini si concentrano ora su chat criptate e pagamenti in bitcoin, con tracce che conducono a un giro più ampio di reclutatori.
Prospero, trasferitosi a Perugia per studiare informatica, viveva una doppia vita: studente di giorno, manovale della truffa online di notte. Dai primi accertamenti emerge che avrebbe gestito almeno 46 schede telefoniche, usate per raggirare ignari utenti e raccogliere dati sensibili.