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00:00In qualche caso si sta tentando il rilancio contando su investimenti

00:03pubblici e privati, in altri casi sulla riconversione ad altri scopi.

00:07Laddove non si intravedono spiragli di futuro, l'obiettivo si riduce invece alla

00:11messa in sicurezza. E' quanto accade ai siti turistici ma anche ad alcune

00:15infrastrutture abbandonate di cui pure la nostra provincia è ricca. Dalle vecchie

00:19linee ferroviarie alle ex miniere delle nostre valli, passando per gli impianti

00:24termali, i comprensori sciistici e le maxistrutture alberghiere in voga negli

00:28anni novanta, gli esempi non mancano. E se nel caso dei tracciati ferroviari il

00:32turismo è stata la chiave per una riabilitazione, seppur occasionale, di

00:36alcuni chilometri di vecchi binari, è il caso ad esempio della vecchia linea

00:40palazzolo paratico sarnico o di miniere come la Marzolli di Pezzazze o la Santa

00:45Luisio di Colio, è proprio la lenta ma progressiva carenza di villeggianti ad

00:49avere costretto alla chiusura intere aree sciistiche, alberghi e pure strutture

00:54ricettive. È successo in Val Trompia, il comprensorio dell'Alpe Pezzeda, gestito

00:59da una società fallita nel 2012 e da allora dismesso, mentre per la schiare a

01:03Monte Campione, che da anni è in forte sofferenza, la speranza di un rilancio

01:07si è fatta decisamente più concreta, dopo che, forte di uno stanziamento di 13

01:12milioni di euro di Regione Lombardia per il rifacimento di alcuni impianti,

01:16la Monte Campione SRL ha avviato la ristrutturazione del complesso

01:20residenziale a 1800 metri, che dovrebbe riaprire a fine anno. Per ora un futuro

01:25non si intravede nemmeno per i vecchi centri termali bresciani, da Boario ad

01:29Angolo, passando per Rome, le idee alle amministrazioni non mancano, ma la

01:33trasformazione di alberghi e impianti necessita di denaro e soprattutto di

01:37progetti che siano sostenibili economicamente anche nel lungo periodo e

01:41così la riconversione, almeno per ora, resta un miraggio.