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TG_BIKENEWS 7 OTTOBRE
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07/10/2024
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Sono i colori dell'iride ad illuminare l'autunno sul colle di San Luca e che raccontano la
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nuova grande impresa di Tadej Pogacar che sabato ha messo la sua firma sul giro dell'Emilia.
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Lo sloveno campione del mondo, all'esordio con la sua nuova maglia sei giorni dopo averla
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conquistata a Zurigo, ha vinto alla sua maniera.
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A 38 km dal traguardo, sul primo passaggio sul colle di San Luca e nel punto più duro
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scenografico, quello della Curva delle Orfanelle, Pogacar è andato via in solitaria sotto
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la pioggia per centrare il successo numero 24 della sua stagione, alle spalle del portacolori
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della white team Amy Redstone, Pidcock e Davide Piganzoli.
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Per Pogacar si tratta del primo successo al giro dell'Emilia, corsa nella quale era finito
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secondo nelle ultime due stagioni.
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Era invece da quasi vent'anni che il campione del mondo non vinceva subito la prima uscita
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con la nuova maglia.
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L'ultimo a riuscirci era stato Tom Bone nel 2005.
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Tra le donne, trionfò D'Elisa Longoborghini, che ha confermato il suo feeling speciale
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con il giro dell'Emilia, centrando il suo quarto successo in sei partecipazioni.
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Sul podio anche Vita Musice e Juliette Labousse.
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Due maglie ridate che mancavano nella bacheca di entrambi.
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All'Ovanio, Matthew Van Der Poel e Marianne Vos si laureano campioni del mondo e aggiungono
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così un altro successo ridato al loro scintillante Palmares.
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Se si contano sugli successi a livello elite, si tratta del settimo titolo mondiale per
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Van Der Poel, dopo quello su strada a Glesgow e i cinque ottenuti nel ciclocross.
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Meglio di lui ha fatto finora Marianne Vos, giunta alla quattordicesima maglia ridata
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della carriera a distanza di ben 18 anni dalla prima, ossia il mondiale su strada di Salisburgo
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nel 2006.
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Grande successo per i mondiali all'Ovanio in Belgio e adesso attesa per gli europei
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che si terranno in Italia ad Asiago.
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L'appuntamento del 13 ottobre rappresenta anche la prima prova valida per acquisire il
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diritto di partecipare al Mondiale 2025 a Nizza.
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Chiunque si classifichi tra i primi 25% della propria categoria di età ad Asiago, o almeno
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tra i primi tre di ogni categoria, può assicurarsi il biglietto per Nizza.
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Questo fa di Asiago la prima gara di qualificazione in calendario e l'unica in Europa prima della
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fine di quest'anno.
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Grandi sfide dunque lungo l'anello di 51 km con 800 metri di dislivello.
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La gara elite maschine è lunga 153 km, quella femminile 102 km, con percorsi che si snoderanno
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attraverso il paesaggio unico dell'altopiano di Asiago, il più grande altopiano d'Italia,
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circondato dalle montagne.
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Benvenuti alla grave e il più folle del mondo.
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Con i suoi 800 km e oltre 16.000 metri di dislivello in uno degli angoli più incredibili
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d'Europa, la Badlands è ormai un appuntamento imperdibile per gli amanti della fuoristrada,
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riunitosi alla partenza da Granata per la sua quinta edizione.
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Scenari inusuali per l'Europa e durezza del percorso sono le chiavi della Badlands, tutto
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merito delle zone desertiche del sud della Spagna, dove la manifestazione si svolge.
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I deserti di Gorafe e Tabernas, le coste di Cabo de Gata e le salite dell'Alpujarra hanno
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caratterizzato l'edizione di quest'anno, insieme al punto più alto di questa corsa
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pazza, la sua cima a coppi potremmo dire, il picco della Veleta, a quota 3396 metri,
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la strada più alta d'Europa.
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Il migliore dell'edizione 2024 è stato lo spagnolo Alejandro MartÃnez, che ha completato
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la prova in 42 ore e 18 minuti, l'ultimo ha impiegato 128 ore, ossia più di 5 giorni
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di viaggio.
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Ma prima di una vera e propria gara, Badlands è una sfida personale, dove bisogna terminare
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il percorso completamente senza supporto, compresi anche i ristori dell'organizzazione.
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Il tragitto non fa sconti, perché passa da boschi foltissimi, distese desertiche e dislivelli
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notevoli, che dal mare portano a oltre 2000 metri.
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Anche le temperature possono rivelarsi un fattore.
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Si passa infatti dai 40 gradi del deserto di giorno sotto il sole, agli 0 gradi della
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montagna di notte.
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Una manifestazione ideata per diffondere l'utilizzo della bici da gravel in Andalusia, che è
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diventata, nel giro di pochi anni, un richiamo di pura follia ciclistica in uno scenario
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unico.
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