Stretto stretto. Alto alto. Un volto che era un nido di rughe (parole di Gianni Canova). Attore anche fisicamente irregolare per il cinema e il teatro e la tv italiani. Roberto Herlitzka se ne è andato a 86 anni, a Roma, in modo "misteriosioso", come piaceva a lui. Sabaudo non solo perché nato a Torino (e poi fuggito in Argentina per le leggi razziali), ma perché rigoroso, distante, una voce da cuore di tenebra e uno sguardo da Nosferatu. Vampiresco come quel corpo alto alto e stretto stretto. Piace pensarlo passeggiare via, con i capelli al vento come il suo Aldo Moro nel finale (altro, nel senso di immaginifico e cinematografico, anti storico e realistico) di Buongiorno, notte di Marco Bellocchio (2003). David di Donatello e Nastro d'Argento. Il film è su Prime Video: regalatevelo. Sul palcoscenico ha lavorato con Costa, Ronconi, Missiroli, Lavia, Wertmuller, Calenda: ha attraversato e fatto la storia del teatro. Al cinema è stato Crepuscolo in Loro di Sorrentino e prima il cardinale ossessionato dal cibo di La grande bellezza. Con Bellocchio ha girato altri 3 film. E poi: Wertmuller (il debutto), Comencini, Montaldo, Piccioni, Del Monte, Taviani (l'ultimo film, nel 2022)... Passando per Giorgio Pasotti. In tv, ha attraversato gli sceneggiati Rai anni 70 e 80 per approdare a Boris, 1993 e Il nome della rosa. Rimasto vedovo due mesi fa, dopo più di 50 anni di matrimonio con l'attrice Chiara Cajoli, dicono che si sia lasciato portare via...