Aldo Cazzullo al Salone del Libro: «Il voto è la cosa più impersonale che esista il social è il massimo del personalismo»

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«La storia non è noiosa. E il popolo italiano pensa di non essere un grande popolo ma non è così. Siamo un grande popolo, l’unico che abbiamo, ed esserlo è una grande fortuna». Parola di Aldo Cazzullo, l’editorialista piemontese del Corriere della Sera, autore per Solferino Young del saggio «Una giornata particolare. Piccole e grandi storie della storia d’Italia» in dialogo al Salone del Libro con il caporedattore responsabile del Corriere Torino Carmine Festa. Un libro che è una raccolta di interviste pensate per i più giovani: «È un invito a leggere la storia. Un giorno ho scoperto che sui social si parla male di Garibaldi, non so perché - scherza Cazzullo -. In realtà è stato un personaggio così particolare, all’epoca era il più famoso del mondo. Pensava davvero che per l’Italia valesse la pena morire». Insieme a Garibaldi nel libro ci sono anche Pasolini, Artemisia Gentileschi, Spartaco, le donne di Caporetto. «Sono parte di una storia che ci riguarda. Quando il Corriere ha intervistato la mamma di Moana Pozzi, il sito ha raggiunto oltre mezzo milione di click. Quando abbiamo intervistato un famoso tiktoker a malapena ci sono state 5mila visualizzazioni».  I personaggi che restano di più nel cuore? «Io sono un fan di san Francesco, Dante e Cristoforo Colombo. Sono morti poveri, chi per scelta chi per disgrazia - conclude Cazzullo -. Insieme c’è la grandezza dell’uomo, tanto da mettersi in viaggio oltre le colonne d’Ercole, oltre i limiti».  (Federica Vivarelli)

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