Confagricoltura: su decarbonizzazione serve sano pragmatismo
  • 5 mesi fa
Rimini, 8 nov. (askanews) - Sulla "riduzione dei processi di decarbonizzazione dell'attività agricola" in Italia, come in Europa, "sta mancando un sano pragmatismo". L'agricoltura deve "rimanere strategica in un processo di green e blue economy" e deve "essere messa al centro di un processo di transizione e di rivisitazione dell'ecosistema". Lo ha detto il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, incontrando i giornalisti a Ecomondo ecosistema della transizione ecologica di Rimini."Non esiste attività economica che non contribuisca alle emissioni, tutte le attività economiche per natura procedono e producono emissioni - ha spiegato Giansanti -. Nel calcolo che ovviamente va fatto sul tema dell'agricoltura, da una parte va messo evidentemente il costo-beneficio delle emissioni del sistema agricolo, ma dall'altra parte contribuiamo anche a mitigare gli effetti attraverso il sequestro carbonio che facciamo come agricoltori a livello mondiale attraverso la coltivazione del carbonio. Un dibattito che in Europa è ancora molto arretrato, in fase parlamentare"."La riduzione dei processi di decarbonizzazione dell'attività agricola - ha aggiunto il presidente di Confagricoltura - non sono processi automatici, cioè domani mattina non c'è un trattore che possa essere sostituito con un trattore elettrico. Quindi i processi di transizione o li si accompagna con sano pragmatismo, o è evidente, che le persone si chiedono 'dove stiamo andando?'. Sta mancando il sano pragmatismo".Secondo Giansanti "noi abbiamo gli Stati Uniti che mettono soldi verso un processo di transizione e il sistema industriale cerca di raggiungerli ma si accorge di non raggiungerli, dall'altra parte abbiamo in Europa un sistema che pone obiettivi sfidanti, non mette soldi e si pone il problema se li raggiungiamo, se riusciamo oppure no. Allora dobbiamo capire dove stiamo andando. A mio avviso l'agricoltura deve rimanere strategica in un processo di green e blue economy perché per poter garantire standard in termini di produzione, di qualità e di sicurezza alimentare ha bisogno di natura sana - quindi qualità dell'aria, qualità dei suoli, qualità delle acque - e dall'altra parte di essere messa al centro di un processo di transizione ma di rivisitazione dell'ecosistema in cui l'agricoltura non è solamente produzione di cibo, è produzione di cibo di qualità, in sicurezza, è mantenimento del territorio ma soprattutto è protagonista di transizione anche energetica".
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