Marsala (TP) - Rifiuti sversati e bruciati in aree agricole: arrestati due imprenditori (12.06.20)
  • 4 anni fa
https://www.pupia.tv - I carabinieri del Noe e del comando provinciale di Trapani, nell’ambito di un’articolata indagine, coordinata dalla Procura di Marsala, hanno sottoposto agli arresti domiciliari due imprenditori, padre e figlio, di 66 e 32 anni, titolari di una società che opera nel settore dello smaltimento dei rifiuti, ed effettuato perquisizioni e sequestri a loro carico. Entrambi sono accusati di di combustione illecita di rifiuti, realizzazione di discariche abusive, getto pericoloso di cose e inquinamento ambientale in concorso.

I provvedimenti traggono origine da una complessa attività investigativa, denominata “Fuoco nell’Ombra”, condotta dai militari del Nucleo operativo ecologico di Palermo e avviata a seguito del fenomeno, particolarmente diffuso, degli incendi di rifiuti speciali pericolosi e non, nelle aree rurali delle contrade “Borgo Rinazzo” di Marsala e “Borgo Montalto” di Mazara del Vallo. Le indagini - condotte anche con l’ausilio di mezzi tecnici e avviate nel mese di gennaio 2020 a seguito di una serie di denunce in cui si descriveva lo stato di grave inquinamento ambientale, per la presenza di rifiuti combusti disseminati lungo tutto il territorio - hanno consentito di individuare 4 porzioni di aree agricole, interamente coltivate a vigneti, ricadenti nei comuni di Marsala e di Mazara del Vallo dove, periodicamente e sistematicamente (con una cadenza di due volte per settimana), venivano smaltiti rifiuti speciali pericolosi e non (in prevalenza rifiuti derivanti da cantieristica navale, attività industriali, plastica, gomma, eccetera) attraverso la loro combustione sul terreno, con conseguente emissione di sostanze gassose nell’ atmosfera, che persistevano anche per più giorni consecutivi.

Gli indagati, con l’ausilio di un loro collaboratore di nazionalità romena, erano soliti, con il favore delle tenebre, effettuare le operazioni di illecito smaltimento dei rifiuti, solo dopo preventivi e accurati sopralluoghi delle aree individuate, finalizzati a verificare la presenza, in loco e lungo il tragitto, delle forze dell’ordine. Gli stessi automezzi che trasportavano i rifiuti erano preceduti da una staffetta, che si preoccupava di verificare l’assenza di qualsivoglia pericolo. Per ben 19 volte, gli eco criminali, con l’uso di liquido infiammabile, hanno combusto i rifiuti, quantificati in circa 380 tonnellate, con un illecito profitto, derivante dal risparmio dei costi da sostenere in caso di corretto smaltimento degli stessi, pari a circa 800mila euro. Nel corso delle operazioni, i militari del Noe hanno, inoltre, sottoposto a sequestro preventivo: due impianti di trattamento e recupero rifiuti; un mezzo pesante e un’auto, quattro aree interessate dagli illeciti smaltimenti e dalla successiva combustione dei rifiuti, alcuni beni di proprietà degli indagati (capannoni e carri gru per la movimentazione dei rifiuti), per complessivi 1 milione e 650mila euro. (12.06.20)
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