Foggia - Bomba contro centro anziani: titolari testimoni in processo contro racket (02.04.20)
  • 4 anni fa
https://www.pupia.tv - Una bomba è stata fatta esplodere poco fa davanti alla Rsa per anziani, attualmente chiusa, 'Il Sorriso', in via Vincenzo Acquaviva, a Foggia. Si tratta della stessa struttura che ha già subito un attentato dinamitardo nel gennaio scorso. La residenza è gestita dai fratelli Luca e Cristian Vigilante, testimoni dell’accusa in un processo della Dda di Bari contro presunti appartenenti ad un clan dedito alle estorsioni. La deflagrazione ha divelto la saracinesca e sventrato l’insegna luminosa del locale.

«Vigilante chiudila questa struttura, basta non ce la facciamo più», urla dal balcone della propria abitazione uno dei residenti in via Vincenzo Acquaviva, a Foggia, dove poco fa è stata piazzata e fatta esplodere una bomba davanti alla Rsa per anziani 'Il Sorrisò di Foggia. Gli fa eco un altro residente che urla: «Ma perché devono vincere sempre loro (i mafiosi, ndr), è bello vivere così?». Sul posto è appena giunto Luca Vigilante, amministratore della Residenza sanitaria assistita, che era chiusa.

«Non è giusto per questa città e per tutti i cittadini, non riesco a trovare le parole. Non esiste proprio l’ipotesi di chiudere. Stiamo parlando di una struttura che gestisce le fragilità di esseri umani. Se chiudessimo in queste circostanze, avremmo fallito tutti. Abbiamo perso il significato del termine paura, si va avanti». È il commento a caldo di Luca Vigilante presidente del gruppo "Sanità Più» che gestisce il centro diurno per anziani «Il Sorriso di Stefano» dove sconosciuti poco fa hanno piazzato e fatto esplodere una bomba. È la seconda intimidazione che la struttura per anziani subisce, la prima lo scorso 16 gennaio.
Luca Vigilante ed il suocero Paolo Telesforo sono parti offese nel processo denominato «Decima Azione» quello contro la mafia del pizzo a Foggia. Suo fratello, Cristian Vigilante è testimone di un tentativo di estorsione da parte di due affiliati al clan Moretti. «Queste situazioni - ha detto infine - portano ad un disagio anche a livello sociale. Mi metto anche nei panni di chi abita in questa zona. Perché questa gente deve vivere con la paura di qualcosa che oramai non sappiamo più decifrare». (02.04.20)
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