Rimini, calano infortuni sul lavoro: donne si adattano meglio alla crisi

  • 10 anni fa
Calano gli infortuni sul lavoro a Rimini: 26% in meno dal 2008 al 2012. Un dato che probabilmente va anche legato al contesto economico-sociale: meno occupazione, meno infortuni. La diminuzione degli infortuni si realizza sia per quanto riguarda gli uomini, 4298 nel 2012, che per quanto riguarda le donne, 2386 nel 2012. "Per le donne si avverte leggermente di meno, in funzione del fatto che le donne del fatto hanno una capacità di maggiore adattamento, una maggiore flessibilità a vivere le situazioni di crisi e adattarsi all'offerta magari di lavori anche meno comodi" commenta Giuseppe Di Geronimo, Direttore Inail Rimini. "In controtendenza a questa situazione c'è quella delle malattie professionali invece. Le malattie professionali, dato la maggiore sensibilità, i maggiori sistemi tecnologici che aiutano la diagnosi e soprattutto aiutano a individuare i fattori causali delle malattie professionali, aumentano molto sensibilmente. Dal 2008 al 2012 c'è un aumento del 46%, e anche le donne sono in egual misura coinvolte" conclude Di Geronimo.
Accanto ai numeri però ci sono sempre le persone: dopo un infortunio la vita cambia ed è necessario un sostegno. Anmil, associazione nazionale fra lavoratori mutilati e invali del lavoro, si occupa di un aiuto psicologico alla persone rimaste infortunate, promuovendo una serie di iniziative volte alla comprensione del fenomeno e al sostegno della categoria.
"La cosa fondamentale dopo questi infortuni è quella di risollevarsi, cercare di vedere con un nuovo spirito la vita e l'Anmil cerca proprio di aiutare le persone a superare questi ostacoli" racconta la consigliera territoriale Anna Maestri. La stessa consigliera ha vissuto l'esperienza di un infortunio sul lavoro. A 18 anni, durante un lavoro stagionale, l'incidente che ha portato all'amputazione del braccio destro. Poi una serie di interventi, un rinnesto e la dura riabilitazione durante la quale ha sofferto sia fisicamente, che mentalmente. La Maestri a quel punto si è reinventata una vita nuova. "Reinventare una vita nuova vuol dire cominciare a scrivere con la mano sinistra quando si è imparato a scrivere con la destra, quindi cominciare a scrivere le letterine come fanno i bambini di prima elementare. Nel corso della mia vita ho imparato ad accomodare la mia vita a quelli che sono gli stili di vita quotidiani. Viviamo in mondo purtroppo in cui usano la mano destra, e quindi è tutto per chi usa la mano destra, invece i mancini sono un po' tagliati fuori anche nelle semplici cose e quindi ho dovuto reinventare tutto" racconta la consigliera.
Per l'anno 2014 l'ANMIL ha realizzato un progetto di studio sulle abilità residue delle donne disabili a seguito di infortunio o malattia professionale e l'utilizzo delle loro potenzialità rimanenti dal titolo "Tesori da scoprire: la condizione della donna infortunata nella società".
Dai dati emerge che le donne lavoratrici tendono a ricercare in loro stesse le risorse per riprendere a lavorare, laddove possibile, e per continuare a occuparsi della casa e della famiglia. Il tutto a scapito anche del loro pieno recupero psicologico e funzionale, sulla pratica dello sport e sulle attività nel tempo libero. Per le donne occuparsi della propria famiglia può diventare una risorsa che le aiuta a superare il disagio psichico derivante dall'evento critico dell'infortunio.
Può accadere, inoltre, che l'individuo debba fronteggiare non solo un cambiamento fisico, ma anche il modo in cui si percepisce: ci si confronta con il complesso compito di riorganizzare la propria identità, fisica, psichica, sociale alla luce del cambiamento vissuto con l'infortunio che può esitare in un problema d'adattamento.

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