Colossale frode fiscale per 12 mln, i proventi reinvestiti per l’acquisto di immobili. Arrestate 9 persone

  • 11 anni fa
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Avevano piazzato in tutta Italia ingenti partite di prodotti elettronici ed informatici evadendo l'IVA per circa 12 milioni di euro e reinvestito i proventi dei loro traffici acquistando immobili, che venivano trasferiti con una serie di passaggi per poi confluire in società "pulita", ad essi riconducibile. Una banda, composta anche dai membri di una stessa famiglia, aveva orchestrato un articolato sistema di frode all'IVA comunitaria costituendo sei società che acquistavano all'ingrosso, da paesi dell'Unione Europea e dalla Repubblica di San Marino, partite di prodotti hi-tech per svariati milioni di euro e le ponevano sul mercato a prezzi estremamente competitivi, grazie alla mancata presentazione delle dichiarazioni annuali dei redditi, dell'IVA e dell'I.R.A.P. ed al versamento delle imposte. E' quanto scoperto dai finanzieri del Comando Provinciale di Roma, al termine di un'indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Roma nella persona del Sostituto Procuratore della Repubblica Stefano FAVA, che ha fatto piena luce sulle attività illecite dell'organizzazione, capeggiata da un uomo, C.P., dichiarato fallito con sentenza del Tribunale di Roma nel 2002, che si era avvalso di alcuni parenti per preporli, quali "teste di legno", alla guida delle società coinvolte.

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