Pescara - Frode fiscale per 82 milioni: denunciate 56 persone (06.08.20)
  • 4 anni fa
https://www.pupia.tv - Al termine di articolate indagini di polizia giudiziaria in materia di reati tributari, i militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Pescara hanno disvelato un sofisticato sistema di frode all’Iva nel settore del commercio di carburanti per autotrazione, perpetrato attraverso il ricorso sistematico a false fatturazioni, per un importo complessivo di circa 82 milioni di euro, mediante il quale due imprese di distribuzione pescaresi hanno evaso l’Iva per oltre 18 milioni di euro.

Le complesse attività hanno tratto origine da due verifica avviate nel 2019, nei confronti delle citate due società pescaresi, nel corso delle quali le Fiamme Gialle hanno focalizzato la propria attenzione sulla circostanza che i due soggetti economici, gestori di diversi distributori di carburanti, riuscivano a praticare al pubblico dei prezzi particolarmente concorrenziali rispetto ai competitors della zona. In particolare, dai primi riscontri, emergeva come i prezzi di acquisto dei carburanti risultassero sistematicamente più bassi persino di quelli praticati all’ingrosso da note compagnie di produzione idrocarburi nazionali. Rilevata questa anomalia, i finanzieri hanno ritenuto necessario indagare sulla filiera di approvvigionamento, per capirne le dinamiche e le ragioni che consentivano di immettere sul mercato prodotti ad un prezzo così altamente concorrenziale.

Il sistema truffaldino così accertato (e ben collaudato) si poggiava, in sostanza, sulla seguente preordinata pratica evasiva. La società cartiera acquistava (solo sulla carta) il carburante dal grossista, anche all’estero, emettendo una lettera d’intenti (falsa), con la quale, dichiarandosi esportatore abituale, otteneva il titolo di non imponibilità, in modo che la cessione dal grossista in parola alla stessa cartiera risultasse priva dell’imposta sul valore aggiunto. Invero il prodotto, invece che esportato all’estero come dichiarato al fine di beneficiare dell’esenzione Iva, veniva invece acquisito e destinato alle imprese pescaresi. Le lettere d’intento sono risultate false perché le cartiere non avevano i requisiti di “esportatori abituali” ai quali soltanto è consentito, dalla disciplina Iva, di acquistare beni e servizi senza applicazione dell’imposta. Non avendo scontato l’imposta a monte, le cartiere emettevano fatture alle imprese verificate, con un prezzo del prodotto particolarmente basso (ribasso anche del 12%) omettendo, per tali ultime cessioni cartolari, il versamento dell’imposta.

Sottoposti a sequestro beni per complessivi 11,766 milioni di euro. Trattasi nel dettaglio di 25 immobili (terreni e fabbricati), per un valore complessivo di oltre 6,3 milioni di euro, quote societarie del valore di circa 2 milioni di euro e disponibilità contanti per un valore complessivo di circa 3,5 milioni di euro. (06.08.20)
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