"Antonino Scopelliti, il Giudice non è più solo": convegno nell'Anniversario delle Stragi di Capaci
  • 11 anni fa
http://www.videoandria.com/ Giovedì 23 maggio, ventunesimo anniversario della strage di Capaci, l'Amministrazione Comunale, in collaborazione con la Fondazione "Antonino Scopelliti" ed il Movimento antimafie "Ammazzateci tutti", con il patrocinio della Prefettura della Provincia di Barletta-Andria-Trani, ha organizzato alle ore 19.15, presso la Sala Convegni dell'Officina San Domenico, un convegno dal titolo: "Antonino Scopelliti, il Giudice non è più solo".

L'introduzione dei lavori è stata affidata al Presidente del Movimento antimafie "Ammazzateci tutti", dott. Aldo Pecora, giornalista, scrittore, blogger e fondatore della più grande organizzazione antimafia giovanile italiana. Dal 2007 è tra i soci fondatori della Fondazione "Antonino Scopelliti". Per il suo impegno sociale è stato insignito nel 2009 del Premio nazionale "Paolo Borsellino", e nel 2011 è stato menzione speciale del Premio "Antonino Scopelliti", nella ricorrenza ufficiale del ventesimo anniversario dall'uccisione del giudice calabrese.

Hanno partecipato il Sindaco di Andria, avv. Nicola Giorgino, il Prefetto della Provincia BAT, dott. Carlo Sessa, il Questore di Bari, dott. Domenico Pinzello, ed il Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Trani, dott. Carlo Maria Capristo.

Alla conclusione dell'incontro l'intervento di Rosanna Scopelliti, Presidente della Fondazione "Antonino Scopelliti" e figlia del compianto magistrato, assassinato dalla mafia il 9 agosto 1991.

Cenni biografici sul Giudice Antonino Scopelliti:

Ha svolto la carriera di magistrato requirente, iniziando come Pubblico Ministero presso la Procura della Repubblica di Roma, poi presso la Procura della Repubblica di Milano. Procuratore generale presso la corte d'Appello quindi, Sostituto Procuratore Generale presso la Suprema Corte di Cassazione. Seguì una eccezionale carriera, che lo portò ad essere il numero uno dei sostituti procuratori generali italiani presso la Corte di Cassazione. Si è occupato di vari maxi processi, di mafia e di terrorismo. Il 9 agosto 1991, il giudice, in vacanza in Calabria, sua terra d'origine, sulla strada provinciale tra Villa San Giovanni e Campo Calabro, fu affiancato da un'altra vettura dalla quale vennero esplosi due colpi di arma da fuoco che colpirono mortalmente il magistrato.

Quando fu ucciso stava preparando, in sede di legittimità, il rigetto dei ricorsi per Cassazione avanzati dalle difese dei più pericolosi esponenti mafiosi condannati nel primo maxiprocesso a Cosa Nostra. Si crede che per la sua esecuzione si siano mosse insieme la 'ndrangheta e Cosa Nostra. Come mandante è stato condannato in primo grado Pietro Aglieri, assolto nel 1999 dalla Corte di Cassazione perché accusato da soli pentiti.

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