Bitonto (BA) - Colpo al clan Conte 7 arresti per droga (24.08.12)

  • 12 anni fa
http://www.pupia.tv - Bitonto (BA) - All'arrivo degli agenti di polizia o dei carabinieri, le sentinelle del clan chiamavano il cane Argo. Lui abbaiava e avvisava gli altri affiliati intenti a spacciare hashish, marjuana e cocaina. Così tutto tornava nella norma e le dosi degli stupefacenti venivano nascoste. Tante dosi. Oltre un centinaio al giorno venivano smerciate nella zona di via Pertini a Bitonto, dalla cosca dei Conte. Un'attività svolta in un territorio controllato in ogni strada e angolo dal clan, che fruttava almeno 2 mila e 200 euro al giorno (60 mila euro al mese).

GLI ARRESTI E I FERMI - Lo smercio è stato filmato per lungo tempo e a distanza dalla polizia, che questa notte ha fatto irruzione nelle abitazioni e nei rifugi bitontini degli appartenenti all'organizzazione criminale e ha eseguito sette degli undici provvedimenti firmati dal pm della Direzione distrettuale antimafia di Bari, Desirèe Digeronimo, con quattro ordinanze di custodia cautelare in carcere per traffico e spaccio di stupefacenti e tre fermi per detenzione illecita di armi. I provvedimenti sono frutto di un'indagine che dura da due anni e che mira a debellare le pericolose cosche bitontine dei Conte e dei Cipriano, tra loro in guerra e sempre pronte a sparare senza scrupoli in ogni zona della cittadina, a qualsiasi ora e circostanza. Sono decine gli episodi registrati negli ultimi mesi, tra cui l'omicidio del 10 marzo di Emanuele Gianpalmo e il ferimento del 30 giugno del 37enne Vito Cutrufo.

LE INDAGINI - Nell'operazione, condotta dalla squadra mobile di Bari e dal commissariato di polizia di Bitonto, sono state impiegate decine di agenti, un elicottero e unità cinofile. All'appello mancano ancora quattro persone, ma gli investigatori sono convinti che presto saranno catturati e che i principali obiettivi dell'operazione «Argo», dal nome del cane che fungeva da sentinella, siano stati presi. Tra loro Surriano Vincenzo, 29enne di Bitonto, che dall'alto del secondo piano del balcone di casa, dove era agli arresti domiciliari, coordinava l'attività illecita e forniva direttamente le dosi di cocaina, lanciandole giù. Oltre ai filmati che riprendono il commercio degli stupefacenti e le attività di controllo del territorio, gli investigatori si sono avvalsi di intercettazioni telefoniche e ambientali, in cui emerge la semplicità con cui il clan si riforniva di armi e munizioni. corriere.it (24.08.12)

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