Panathlon Club Rimini: SporTerapia, vincere la malattia con lo sport

  • 12 anni fa
Conviviale dalle emozioni forti quella di ieri sera per il Panathlon Club Rimini. Nella consueta cornice dell'Hotel Clarion Admiral Palace, sede abituale delle riunioni mensili del club, i soci si sono dati appuntamento per discutere di "SporTerapia, vincere la malattia con lo sport -- Lo sport aiuta a migliorare se stessi, dopo la malattia favorisce il recupero psicofisico e allontana la paura". A trattare un tema di estrema delicatezza come questo non potevano che essere alcuni degli stessi protagonisti, chi ha provato sulla propria pelle cosa significa reagire e trovare attraverso la pratica sportiva una spinta per il recupero. Ha coordinato la serata dottoressa Cinzia Livi, psicologa e psicoterapeuta. Hanno partecipato, raccontando le loro storie, Mirella Lamolinara (campionessa italiana di ciclismo amatoriale), Marinella Minghetti, presidente Arcop (Associazione romagnola per la cura dell'obesità e prevenzione), e la dottoressa Lia Cama, psicologa.

"La parola stessa "cancro" induce a pensare subito a qualcosa di brutto -- ha detto Cinzia Livi presentando i tratti distintivi della questione -. Nel "coping", cioè nel modo di affrontare il problema, le cinque strategie si diversificano notevolmente. Si può dunque parlare di "spirito combattivo", "negazione ed evitamento", "sentimento di impotenza e perdita di speranza", "accettazione stoica" e "preoccupazione ansiosa". Tutto questo nei casi singoli di ognuno di quelli che ha affrontato il problema".

E tra i "casi singoli", le testimonianze, di grande valore è stata quella di Mirella Lamolinara.
"Cos'è successo dopo la scoperta del nodulo? Beh, ho imparato a volermi bene, a essere anche un po' più egoista, a dedicare del tempo a me, più di quanto facevo prima. Ho dato e avuto tanto a livello di scambio di opinioni, di esperienze. Una cosa obiettivamente pesante da superare, ma lo si fa e il provarci rafforza tantissimo". Mirella Lamolinara ha trovato nello sport una vera fonte di vita. Proprio una disciplina di grande fatica e volontà mentale come il ciclismo ha rappresentato per lei un baluardo nell'attività quotidiana. Nel corso della serata sono state passate in rassegna le immagini dei suoi passaggi su sentieri e strade di grande importanza simbolica per le due ruote come il Passo Pordoi (e il monumento a Fausto Coppi) o momenti di gare di elevato contenuto tecnico come la Nove Colli.

È stata poi la volta di Marinella Minghetti, presidente Arcop. "L'obesità è un grave problema e Arcop nasce dal desiderio di alcune persone accomunate da tale questione. Vogliamo sensibilizzare la sanità pubblica e privata, l'opinione pubblica, le amministrazioni, il mondo scolastico e universitario per migliorare lo stato di salute dei cittadini".
"Ho subito un'operazione delicata, alla quale ha fatto seguito la risposta del medico. Per una strana alchimia, il tumore era stato causato dall'eccesso di grasso. 'Devo perdere peso', mi sono detta, ed è quello che ho cominciato a fare. Poi ho incontrato la dottoressa Livi, mi sono buttata nel progetto Arcop e affermo con certezza che praticare sport a tutti i livelli offre differenti prospettive".
Rendere su carta le emozioni di un racconto come questo è impraticabile. Resta la limpida certezza dello sport come opzione salvifica ed elemento fondamentale per un tentativo di recupero.
"Il mio messaggio è quello di muoversi -- ha detto Lia Cama -. Per me era difficile vivere questa condizione di obesità, con lo sport adesso si riesce a recuperare e a cominciare di nuovo". 

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