http://www.donna10.it/processo-michael-jackson-conrad-murray-al-capolinea-16379.html Riparte il processo sulla morte di Michael Jackson. Conrad Murray, il famoso medico personale del Re del Pop, è accusato di omicidio involontario e rischia fino a 4 anni di carcere. L'accusa, portata avanti dal Pm David Walgren, è quella di aver tenuto un comportamento costantemente negligente e superficiale nei confronti del suo assistito. Pochi giorni fa, nell'aula di Los Angeles, il dottor Steven Shafer ha elencato una serie di mancanze evidenti nel comportamento del medico della popstar, mostrando come la quantità del sedativo Propofol (oltre 15 litri), acquistata in vista del tour, fosse completamente spropositata per un solo essere umano. Shafer è uno dei massimi esperti nel settore: è lui che è stato incaricato di testare il farmaco quando iniziò la sua produzione. Per questo ha spiegato nei minimi dettagli come il dosaggio del Propofol dovrebbe essere fatto tramite un'apposita pompa al fine di somministrare la giusta dose per evitare overdosi. Cosa di cui Murray forse non era a conoscenza. Un'altra accusa mossa dal Pubblico Ministero, depositata sempre agli atti dell'inchiesta, è il fatto che il dottor Murray tardò nel chiamare i soccorsi. Dalle testimonianze emerge che il medico trovò Michael Jackson già privo di sensi alle 11.56 del mattino, ma avvertì il 911 solo alle 12.20 quando ormai non c'era più niente da fare. Perché? Per restare al telefono con una cameriera, conosciuta da poco, con la quale amoreggiava. La difesa invece sostiene che quella stessa notte tra il 24 e il 25 giugno 2009, Michael aveva preso otto bottiglie di un'altra medicina molto forte, chiamata Lorazepam, e che sarebbe stato lo stesso Jacko a iniettarsi quella dose fatale di Propofol approfittando dell'assenza del medico. Quale sia la verità forse non la sapremo mai, oggi sentiamo solo la mancanza del Re del Pop che non può più deliziarci con le sue magnifiche canzoni.