Aversa - Estorsioni, arresti contro gruppo Setola - Notturna

  • 14 anni fa
http://www.pupia.tv - CASERTA. I carabinieri del reparto territoriale di Aversa, durante la scorsa notte, hanno effettuato una vasta operazione finalizzata alla cattura di 26 persone legate al clan dei Casalesi. Tra i destinatari delle ordinanze di custodia cautelare figura l'intero "gruppo di fuoco" capeggiato da Giuseppe Setola, di cui diversi esponenti, compreso lo stesso boss, sono già in carcere, dove hanno ricevuto i provvedimenti firmati dal gip di Napoli su richiesta della Direzione distrettuale antimafia. L'operazione, che rappresenta il colpo finale all'ala stragista dei Casalesi guidata da Setola, è stata eseguita dagli uomini del reparto territoriale, agli ordini del tenente colonnello Francesco Marra, del Norm, diretti dal capitano Domenico Forte, e della stazione di Parete guidata dal maresciallo Antonio Guadagnuolo. GLI ARRESTATI. Degli arrestati, 17 erano già in carcere: Setola, Alessandro Cirillo (detto 'O Sergente), Giovanni Letizia, Davide Granato, Antonio Alluce, Gianluca Bidognetti (figlio del boss Francesco Bidognetti detto "Cicciotto 'e mezzanotte"), Nicola Gagliardini, Giuseppe Barbato, Paolo Gargiulo, Angelo Rucco, Raffaele Granata, Luciano Morrone, Carmine Natale, Domenico Vargas, Massimiliano Napolano, Ferdinando Russo e Salvatore Santoro. Mentre erano a piede libero: Bartolomeo Vitiello, 28 anni, Mario Gagliardini, 27, Nicola Gagliardini, 30, Giorgio Improta, 53, Gennaro Cardillo, 43, Fabio Storto, 22, Enrico Ursini, 23, Raffaele Fabozzi, 40, Massimo Emiliano Mazzitelli, 35, Emanuele Russo, 23, Antonio Di Caterino, 32. LE ACCUSE. Le indagini, condotte dai carabinieri della stazione di Parete e coordinate dalla Dda partenopea, hanno consentito di disarticolare l'intero gruppo criminale dedito alle estorsioni a numerosi imprenditori e liberi professionisti delle province di Napoli e Caserta. Gli arrestati sono accusati, a vario titolo, di associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsione continuata ed aggravata dal metodo mafioso, porto e detenzione di armi da guerra e favoreggiamento personale aggravato. Setola e gli altri destinatari dei provvedimenti restrittivi si sarebbero resi responsabili di numerosi attentati con l'utilizzo di armi da guerra nei confronti di imprenditori e commercianti dell'agro aversano ed avrebbero favorito la latitanza di capi e gregari del clan. LA CASA A POSILLIPO. Un insospettabile napoletano di Posillipo tra gli arrestati: Giorgio Improta, 53 anni, che aveva nella sua disponibilità una villetta a Napoli, in via Manzoni, in cui si nascose Setola durante la latitanza. Alla villetta i carabinieri ci arrivarono la sera del 12 dicembre 2008, seguendo, attraverso sistema gps, la Lancia Y a bordo della quale vi erano Setola e altri sicari. Il boss, dopo aver compiuto il duplice tentato omicidio a Trentola Ducenta, sparando contro le abitazioni di Pietro Falcone e Salvatore Orabona (arrestati lo scorso 7 giugno), si fece accompagnare a Posillipo; poi, dopo 45 minuti, andò a cena con i suoi al ristorante "Blue Moon" di Lago Patria. LA DISCOTECA DI POZZUOLI. In carcere è finito Gennaro Cardillo, 43 anni, titolare della discoteca "Aramacao" di Pozzuoli, con annesso agriturismo e ristorante, usato da Setola per incontrare gli imprenditori da estorcere. Proprio in quel ristorante Setola e i suoi cenarono la sera successiva alla strage di San Gennaro, il 19 settembre 2008, quando furono uccisi sei immigrati africani a Castel Volturno. (10.06.10) 

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