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00:00La campaña antisemita en Italia fue al agua de rosa, que fueron los nazistas a deportar y que el pueblo italiano era contrario. ¿Qué piensas?
00:13Yo he estado arrestado por la milicia fascista y no de los tedescos. Un miro cugino primo y su padre, miro zio, fueron vendidos por 5000 lire cada uno de una espía, que era un cidadino italiano, probablemente un fascista.
00:28Con todo esto diré que ocurre distinguir entre las intenciones fascistas, que eran malvasas, que eran que de hacer lo que habían hecho los tedescos, y la generale inosservanza de las leyes de la parte del pueblo italiano, que puede ser un vicio cuando las leyes son buenas, pero es una virtud cuando las leyes son cattivas.
00:48Mi madre e mi sorella son sopravvissute grazie all'ospitalità, no de amici cristiani, ma de gente perbene, que había capito benissimo que estas due strane personas que cercavano ricovero eran de l'ebre,
01:00y lo han poi ammesso alla fine de la guerra, no lo sabíamos, pero por todo este periodo han tenido la delicadeza de no decirlo, de no farlo sabero y rischiavano mucho.
01:11Primo Levi, lei è ritornato e ha scritto un libro sul viaggio di ritorno, La Tregua, in questo libro dice nel viaggio di ritorno sentivamo fluire nelle nostre vene il veleno di Auschwitz, ecco questo veleno lei lo conserva ancora qualche goccia di questo veleno?
01:35No, direi proprio di no, sono passati molti anni non in vano, ho molto pensato su questo argomento, fa parte di un certo mio modo di vivere, il riferirmi per tutte le mie esperienze posteriori a quell'esperienza fondamentale, questo veleno è esorcizzato, non mi corre più per le vene, allora sì, a quel tempo sì, cioè proprio in quel momento,
02:00proprio quando la speranza di rivederle le nostre case non era più vana, cioè quando il treno, l'interminabile treno finalmente ha preso la via del Brennero, ci sentivamo o perlomeno io mi sentivo in pericolo, perché non sapevo che cosa avrei trovato a casa mia, i rapporti erano completamente tagliati, non sapevo se avrei trovato la casa in piedi, la mia famiglia integra, i miei amici.
02:25E chi ha trovato a casa?
02:26Per mia fortuna, come ho accennato prima, ho trovato la casa quasi in piedi e la mia famiglia quasi al completo, solo appunto questo mio cugino e mio zio sono stati deportati.
02:36Sì, e lei quando ha cominciato a raccontare e poi ha continuato, si sentiva ascoltato veramente o ha sentito tra lei e quelli che erano rimasti quella diversità, quel muro di cui parlano tanti reduci?
02:51No, veramente no. Io ho avuto l'impressione che questa mia esperienza mi avesse fornito, mi avesse dotato di uno strano potere di parola.
03:00Per cui ricordo con precisione di aver, per esempio, fatto dei viaggi in treno, subito dopo il mio ritorno, nel novembre-dicembre del 45, in mezzo a gente che non conoscevo, e di aver raccontato a ruota libera, a rotta di collo, queste mie cose.
03:17E francamente non ricordo di nessuno che mi abbia, non dico detto di tacere, ma che si sia distratto.
03:25Senta, lei dopo quanto tempo si è sposato?
03:29Dal mio ritorno circa un anno dopo.
03:31Ha figli?
03:32Ho due figli.
03:33A Auschwitz è tornato?
03:35Sono tornato due volte, nel 65 e nell'82.
03:38E in Germania è andato?
03:40Molte volte, per lavoro, nel tempo in cui facevo il chimico di fabbrica, ero direttore di una fabbrica.
03:47Amici?
03:49In Germania sì, ho parecchi amici, per corrispondenza o di persona.
03:52Che cosa o chi l'ha aiutata di più a ricostruirsi la vita?
04:00Direi proprio il desiderio di raccontare.
04:05Avevo l'impressione precisa di essere tornato, lo accennava la settimia spizzichino, anche lei, allo scopo di raccontare.
04:15Di avere uno scopo preciso nella mia esistenza del dopo, che era quello di fare sapere queste cose, di sottoporle alla meditazione dei miei lettori.
04:26Ha mai pensato di trasferirsi in Israele?
04:29No, no, non ci ho pensato. A differenza dei molti miei compagni di prigionia, che erano polacchi, erano ungheresi, erano rumeni e sapevano che non avrebbero trovato più niente al loro ritorno.
04:40Le mie radici erano e sono in Italia. Avevo uno scopo preciso, di ritornare a casa. La mia casa è qui.
04:46Qual è il significato esatto del titolo del suo libro più conosciuto, Se questo è un uomo?
04:52Questo titolo è prelevato dalla poesia che inizia, che è nella prima pagina del libro, e allude non soltanto al prigioniero, ma anche al suo custode.
05:04Veramente, direi che la mia esperienza fondamentale, quella specifica, è questa.
05:12Quel sistema distrugge l'umanità in chi lo esercita e in chi lo subisce in ugual misura.
05:19La stessa disumanizzazione che noi subivamo perché è imposta, la vedevamo avvenire in chi si custodiva, in tutta la gerarchia nazista.
05:28Se questo è un uomo, è una domanda tuttora valida?
05:33Temo di sì. Valida perché l'umanità è minacciata nel suo complesso, dai pericoli ben noti, e anche in ogni singolo.
05:44Ognuno di noi oggi, in modo non molto diverso da quello che avveniva nei secoli passati, deve lottare personalmente per mantenersi uomo.
05:54Senta, i lager sono ancora aperti, secondo lei?
05:57Purtroppo sì. Direi che quella perfezione negativa dei lager nazisti non è stata ricostruita in nessun luogo,
06:07né in quelli sovietici, né in quelli cinesi, né in quelli sudafricani, né in Grecia al tempo dei colonnelli.
06:19L'intenzione c'era, mancavano i mezzi.
06:22Primo Levi, che cos'è la memoria?
06:24La memoria è un dovere, lo è per tutti, gli uomini in quanto tali, e lo è in specie per noi che abbiamo avuto la sventura,
06:36ma in certo modo anche l'avventura di vivere esperienze fondamentali.
06:39Mi pare che sarebbe veramente mancare un dovere il non trasmettere memoria di quello che abbiamo visto.
06:45Grazie.
06:46Grazie.
06:47Grazie.
06:48Grazie.

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