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Trascrizione
00:00Benvenuti a Il Piacere della lettura, il vodcast di Quotidiano Nazionale dedicato ai libri, agli scrittori, alle scrittrici e alle storie.
00:09Oggi abbiamo il piacere di ospitare la producer Laura Buffoni. Ciao Laura!
00:14Ciao Giulia!
00:15Il libro di cui parleremo oggi è Un giorno ti dirò tutto, edito da HarperCollins.
00:21Il fallimento è il tema centrale del tuo libro, ne parli in tantissimi modi, in maniera ironica, in maniera drammatica. Ce ne vuoi parlare?
00:29Più che il fallimento, io parlo di fallimento in maniera abbastanza generale, più che di fallimento forse potremmo dire che il libro parla di inadeguatezza,
00:39dello scollamento che c'è tra come, diciamo, tu ti percepisci e quello che c'è fuori, è quello che anche il fuori vorrebbe da te,
00:50o almeno quello che tu pensi che il fuori voglia da te.
00:53E questo libro io l'ho scritto, l'ho iniziato, ne parlavamo prima, durante il Covid, perché è stato, immagino, per tutti un momento molto, diciamo, decisivo.
01:05Improvvisamente mi sono trovata ferma, mi sono smesso di girare in questa ruota, mi sono trovata ferma.
01:10E in questa improvvisa immobilità, forse anche per trovare un'ossessione, diciamo, che mi aiutasse, in quei giorni, ho iniziato proprio a chiedermi
01:22cos'era questo sentimento che era mio ma che io vedevo intorno a me, che mi accomuna a tantissime persone della mia generazione e non solo.
01:31Quindi ho iniziato a, diciamo, un po' a studiarlo, anche in maniera un po' da studiosa, mi sono messa a cercare libri, si potevano ordinare su Amazon
01:40e quindi io facevo queste ordinate di libri, anche di manuali di autaiuto, appunto sul fallimento, eccetera, per capire un po' questa cosa.
01:49E mentre la scrivevo e mentre elaboravo questa specie di saggio che stavo scrivendo, la mia storia, la mia storia personale, diciamo, è venuta fuori.
01:56E infatti la tua storia personale parli di te, del tuo percorso fino al Covid, da quando eri bambina fino al Covid
02:04e inizia a dire crescere nella bambaggia e tu dici crescere nella bambaggia non va bene perché non si diventa forti, ti dicevano.
02:14Però in effetti crescere nella bambaggia ha tanti i lati positivi.
02:19Adesso, adesso dopo quello che ti è successo e poi parliamo anche di quello che ti è successo.
02:25Che cosa risponderesti a crescere nella bambaggia?
02:29No, secondo me comunque è meglio la giungla che la bambaggia, non so, tra le due.
02:38È meglio doversi comunque fare forza di fronte anche a delle circostanze molto difficili piuttosto che crescere in una bolla.
02:46Adesso poi c'è moltissimo questo discorso di questi genitori elicottero, per esempio,
02:52che iperproteggono i propri figli, li bloccano in una schedule giornaliera incredibile
03:00dove i bambini hanno programmata l'intera settimana anche le pause, appunto come noi adulti.
03:09nasce da un'esigenza di controllo e da una forte paura.
03:12Dall'altro lato, chiaramente, diciamo, la mia esperienza personale e questi genitori un po' pazzi
03:18che io ho avuto e che racconto nel romanzo, insomma, forse mi hanno fatto fare una squadra di vita un po' così.
03:26Entriamo nella giungla, in pratica, perché tu scrivi che cosa succede se prendiamo criminali, spacciatori, ruffiani, tossici, ex-galeotti
03:37e li mettiamo tutti insieme, fianco a fianco, pianerottolo su pianerottolo, in una piccola comunità chiusa,
03:44e questo è il Laurentino 38, e tu sei andata lì.
03:47Sì, io all'età di sei anni vivevo in un quartiere di Roma Nord, quindi, insomma, per chi non conosce Roma Nord,
03:55insomma, parliamo di Corso Francia, quindi un quartiere residenziale, bene, diciamo così,
04:01e improvvisamente a sei anni scendiamo verso sud, verso l'estremo sud della città,
04:07perché l'Aurentino 38 sta, diciamo, sotto l'Eur, andando verso il raccordo anulare,
04:12e in questo quartiere di recente costruzione, molto, molto criminale,
04:18io mi sono interrogata molto sul perché, in particolare, in un'area di questo quartiere,
04:25ci fosse questa concentrazione criminale, e sicuramente c'era una volontà degli amministratori all'epoca
04:32di creare un ghetto, diciamo, e quindi di mettere insieme, appunto, criminali, spacciatori, tossici, papponi,
04:43e io mi sono trovata lì, non proprio lì, perché le case dove i miei, dove siamo andati a vivere,
04:49dove mi hanno portato, erano delle cooperative, erano delle case borghesi, luminose, grandi,
04:56piene di luce, però erano vicinissime a questa specie di ghetto infame,
05:06e quindi io mi sono trovata improvvisamente dentro questo microcosmo,
05:10e ho dovuto tentare di mimetizzarmi, appunto.
05:13E in questo mimetizzarti, alla fine non è che è uscito molto bene,
05:18perché la tua fine dell'adolescenza, a un certo punto, quando è che arriva?
05:22In un episodio fortissimo di violenza.
05:24Allora, succede questo, che come tutti i bambini a quell'età,
05:30diciamo che la cosa dominante che spinge chiunque, anche i grandi,
05:35è integrarsi, essere amati, no?
05:39E quindi io, di fronte a quello, c'era anche una certa fascinazione rispetto a questi bambini,
05:44io parlo di bambini di 10 anni, 11 anni, che avevano già armi,
05:49avevano, come nel Bronx dei film americani, no?
05:52Avevano le armi, già spacciavano, c'era questo mio compagno di classe,
05:57che poco più avanti inizia questo business di allacciare la corrente abusivamente
06:04a questi posti, a queste specie di alloggi, chiamiamoli alloggi occupati,
06:08e si faceva dare il pizzo, una persona in sedere a rotelle non poteva pagare,
06:13non l'ha pagata, lui gli ha squagliato la faccia su una candela,
06:16questi erano i simpatici, diciamo, compagni di giochi,
06:21e io però, come dire, erano loro, io stavo con loro e volevo in qualche modo,
06:27non so se essere come loro, però non essere loro nemica,
06:32provare un po' appunto a mimetizzarmi, però io a casa avevo i libri,
06:38parlavo, usavo i congiuntivi, e quindi ben presto la mia, diciamo,
06:44la mia maschera è caduta, e sono diventata un po' il diverso, no?
06:50E poi c'è quel famoso momento di violenza su di te,
06:55che poi ti ha proprio cambiato la vita.
06:57Succede qualche anno dopo, io pensavo, diciamo, di essere,
07:02che il peggio fosse passato, perché erano arrivati gli anni del liceo,
07:07quindi comunque il liceo significava andare fuori, andare verso l'Eur,
07:12quindi non stare più in quel quartiere, passarci meno tempo possibile,
07:16questi rapporti risolti sono arrivati di nuovo a chiamarmi,
07:21e un gruppo di questi ragazzi, molti dei quali io conoscevo,
07:23perché erano appunto con me alle elementari e alle medie,
07:26mi accerchiano e mi dicono, bacio la svastica.
07:31E io la svastica non la bacio, non la bacio perché non,
07:35perché, primo, perché non immaginavo quello che sarebbe potuto succedere,
07:38ovviamente, poi non la bacio per ragioni ideologiche,
07:41con grande fermezza e convinzione,
07:45e da lì parte un picchiaggio in piena regola,
07:49molto, molto, molto duro.
07:50All'epoca si portavano gli anfibi con le punte di ferro,
07:55e quindi queste punte di ferro sono state usate sulla mia faccia,
07:58sul mio naso, sui miei denti,
08:01e quindi mi hanno letteralmente spaccato la faccia,
08:03mi hanno rotto il naso,
08:05e quindi dopo questo episodio sono stata in ospedale,
08:08c'è stata una prognosi molto lunga,
08:09e da qui un processo.
08:11Io non avrei denunciato mai per paura,
08:14e invece sono stata obbligata a farlo,
08:16perché la denuncia è scattata d'ufficio,
08:18dallo stesso ospedale,
08:19e quindi poi io ho fatto i nomi,
08:21e ci sono state lunghe, lunghe strasciche a questa storia,
08:26perché poi dopo loro,
08:27quando si sono visti arrivare gli avvisi di garanzia,
08:30hanno continuato, diciamo, a minacciarmi.
08:32Infatti tu stavi a casa,
08:34un po', diciamo, rinchiusa.
08:36La ragazza che ti ha picchiato di più,
08:38tu non fai i nomi nel tuo libro,
08:40ma tu l'hai nominata, parla come Magni,
08:43però non è una giustificazione,
08:45perché la violenza non si giustifica mai,
08:47però aveva appena trovato suo padre impiccato a casa.
08:51Tu in qualche modo questa cosa la dici quasi come a dire,
08:56la violenza genera violenza,
08:57quindi ovviamente io ho subito violenza,
09:00faccio violenza agli altri.
09:02Allora, questo è un meccanismo che veramente,
09:04diciamo teorico,
09:07ma che in realtà si può osservare veramente molto bene.
09:10Quello che è stato fatto lì,
09:11in quel quartiere lì,
09:12come in tantissimi altri quartieri ghetto,
09:15altri quartieri, appunto,
09:16per me diciamo infami,
09:18non c'è nessun altro esempio,
09:19non c'è possibilità di uscire da lì
09:23se tu non hai niente che ti salvi,
09:28non hai l'esempio di un altro.
09:29Nell'età dell'infanzia e della pubertà dell'adolescenza,
09:34quello che conta di più sono le amicizie che fai,
09:37a parte l'esempio familiare,
09:39quindi se purtroppo hai un padre che spaccia
09:42e non hai niente in casa che ti possa portare fuori,
09:48la speranza di uscire da quello è praticamente pari a zero.
09:51Noi adesso stiamo parlando anche di cose molto crude,
09:54però il tuo libro è anche molto leggero,
09:56fa ridere, ci sono tantissimi sprazzi, buffi,
10:00tutte le cose anche crude che hai detto e che hai raccontato,
10:04però lo fai sempre con molta leggerezza,
10:07anche quando fai le cose crude.
10:08Come mai hai deciso di dire tutto?
10:11Un giorno ti dirò tutto,
10:13come mai hai deciso di dire tutto?
10:15Perché quando ho iniziato a scrivere questo romanzo,
10:17mia figlia aveva l'età che avevo io
10:19quando questa storia comincia.
10:22Per me era molto importante fare quest'opera un po' di memoria,
10:27perché poi io sono una persona che ricorda poco,
10:29quindi come mettere per iscritto quello che era successo,
10:32e anche per provare a raccontarle una storia
10:35a cui lei forse si potrà relazionare
10:37quando sarà un pochino più grande
10:39e insegnarle anche a non aver paura.
10:44I tuoi amici erano anche immaginari,
10:47o meglio i nemici erano immaginari.
10:50Tu scrivi un nemico immaginario più comprensivo
10:53dell'abbraccio comprensivo di una madre,
10:55del perdono di un amico ritrovato.
10:58Hai detto una verità scomoda
11:00che ci sono nemici immaginari?
11:03Ma sì, ce li costruiamo tutti.
11:05Abbiamo bisogno di questa cosa
11:07per poterci sentire, diciamo, performanti.
11:11È un'epoca questa in particolare
11:13in cui c'è un culto proprio della performance,
11:17dell'arrivere, dell'essere,
11:18in questa parola incredibile,
11:19essere fittanti, essere performanti.
11:22E quindi, siccome umanamente zoppichiamo,
11:26e umanamente non siamo perfetti,
11:29tanto spesso ci costruiamo
11:32tutte queste nostre belle scuse,
11:33anche così, rendendole,
11:36personificandole in questi nemici immaginari.
11:38Quello che è raccomandato, quello sì, sai,
11:42sta lì perché è quello che, non so,
11:46ci ha rubato qualcosa, è venuto prima,
11:50ha avuto la dritta,
11:52e questo è, insomma,
11:55è il modo in cui sopravviviamo
11:56e in cui cerchiamo di, insomma,
11:58di dirci che siamo tutti bravissimi.
12:00Hai scritto,
12:01cercare amore dagli sconosciuti,
12:04questa è la ragione.
12:05Ecco cosa ci spinge a scrivere.
12:07cercare una cura anche,
12:09qualche volta perdonarsi.
12:12Tu ti sei perdonata,
12:13hai perdonato tutto di ciò che è stato.
12:15Io penso che all'inizio ci fosse quasi il contrario,
12:19cioè ci fosse la volontà di mettere,
12:22di ricordare,
12:23per mettere i punti,
12:24anche per,
12:25in qualche modo,
12:26per vendicarsi,
12:27no?
12:27Per dire,
12:28è stato fatto questo,
12:29mi è stato fatto questo.
12:31E ancora una volta il vittimismo,
12:33i nemici immaginari,
12:34o i nemici reali,
12:35che però vengono poi caricati di valori ulteriori.
12:39Nel processo io credo,
12:41non so se il perdono è la parola,
12:45forse ci si arriva,
12:46forse tutta la vita è tutto quello che uno fa,
12:49e per arrivare poi a dire,
12:51ok,
12:52è successo questo,
12:54e il perdono è proprio come un atto finale,
12:57no?
12:57Come un atto di saluto.
13:00Io quello che sicuramente penso di aver fatto è comprendere,
13:04comprendere,
13:05anche le ragioni di queste persone,
13:07ecco.
13:08E quindi agli incubi,
13:10alla rabbia,
13:12è subentrata quella cosa appunto di dire,
13:15però,
13:16allora è successo anche questo,
13:17a quella ragazza che era stata così crudele,
13:19e aveva avuto un trauma incredibile poco prima,
13:24o almeno così mi è stato raccontato,
13:25perché poi non sappiamo mai qual è la verità.
13:28Oggi,
13:29al piacere della lettura,
13:30abbiamo parlato di Un giorno ti dirò tutto,
13:33edito da HarperCollins,
13:35e tu Laura,
13:36quale libro consiglieresti per il piacere della lettura?
13:38Questo è il primo,
13:40visto che questo è un esordio,
13:42questo è il primo manuale di costruzione,
13:47di poetica, chiaramente,
13:49ma di scrittura,
13:51che sia mai stato fatto.
13:53E quindi,
13:54siccome nel mio romanzo
13:55avevo molto a che fare con la realtà,
13:59e la rappresentazione della realtà,
14:00perché parliamo di un'autofiction,
14:02per me è stato,
14:04diciamo,
14:05fondamentale,
14:06e voglio leggervi un piccolo passo,
14:08che per me è stato proprio la luce,
14:10col quale,
14:13diciamo,
14:13la mia lucina con cui ho scritto questo,
14:16ed è questa cosa che dice Aristotele
14:17a proposito della verità
14:18e del racconto della verità.
14:21E lui dice,
14:22si deve preferire l'impossibile verosimile
14:25al possibile incredibile,
14:27e non comporre le storie di parti illogiche,
14:29ma piuttosto che non vi sia nulla di illogico,
14:32o almeno che resti fuori
14:34da quel che viene raccontato.
14:36Come Edipo non sa come sia morto l'aio.
14:38Ecco,
14:39questo per me è stato un grande insegnamento.
14:42Io tante volte ho dovuto
14:43togliere delle cose che erano vere,
14:46che erano successe veramente,
14:48ma che non erano credibili,
14:49sembravano dei guardacaso,
14:50sembravano delle invenzioni,
14:54delle macchinazioni di chi scriveva,
14:56e quindi ho fatto mio l'insegnamento
14:59di un maestro di molto tempo fa.
15:02E questo per chiunque voglia scrivere,
15:05prima ancora di leggere Flannery O'Connor
15:07e tante persone che hanno scritto
15:08sull'arte dello scrivere,
15:10questo è un libro fondamentale.
15:11Grazie mille.
15:12Grazie.

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