(testo redazione online) Una nuova opera dello street artist Harry Greb candida Francesca Albanese al Nobel per la Pace. Il murale, apparso in via della Lungaretta a Roma, ritrae la funzionaria Onu, contestata dagli Usa, con in mano il premio. E questo solo qualche giorno dopo la candidatura al Nobel, questa ufficiale, di Donald Trump da parte di Benjamin Netanyahu (a qualcuno potrà sembrare paradossale ma il premier israeliano ha davvero inviato una lettera al comitato norvegese proponendo che sia il presidente americano a vincere il premio).
[idarticle id="2282066" title="Chi è Francesca Albanese, l'inviata Onu a Gaza respinta da Israele"] Il Nobel per la Pace a Francesca Albanese, relatrice Onu su Gaza: il murale di Harry Greb a Roma Dal 2022 relatrice speciale delle Nazioni Unite sui Territori palestinesi occupati, Albenese ha indagato sulle violazioni dei diritti umani e definito quello condotto da Israele nella Striscia un "genocidio". E a causa del suo ultimo rapporto, il 9 luglio l’amministrazione Trump ha imposto sanzioni contro di lei. Il rapporto si intitola: “Dall’economia dell’occupazione all’economia del genocidio”. Indica 45 aziende private che sosterrebbero direttamente o indirettamente l’esercito israeliano e l’occupazione dei territori.
[caption id="attachment_2282077" align="aligncenter" width="2560"] Francesca Albanese. EPA/SALVATORE DI NOLFI[/caption]
«La relatrice per le Nazioni Unite oltre a denunciare le continue violenze e violazioni dei diritti umani nei territori occupati da parte di Israele con il benestare e indispensabile sostegno degli Stati Uniti e con la complicità riprovevole dell'Europa compreso il nostro pavido e silente governo, ha avuto l'ardire di aver sviscerato la vera questione», spiega Greb commentando sui social il suo murale. E cioè che «Dietro questo quotidiano massacro e saccheggio di terre, ci sono interessi economici ben definiti e aziende, multinazionali che lo sostengono traendone profitto». Le sanzioni Usa contro la funzionaria Onu Ancora: «Ecco, Francesca Albanese ha portato alla luce tutto ciò, e le parti in causa capeggiate dagli Usa hanno ritenuto opportuno sanzionarla personalmente come ritorsione e vendetta. Una sorta di avvertimento per chi in futuro volesse intraprendere la stessa strada. Tutto ciò oltre che profondamente ingiusto è anche e soprattutto civilmente pericoloso. Chi oggi lascia sola Francesca rinuncia definitivamente a ogni possibilità di cambiamento. Chi oggi rimane in silenzio non farà in tempo a salire sul carro di chi è dalla parte giusta. Sarà troppo tardi per lei ma soprattutto per noi stessi. Non avremo più nulla per cui alzare la testa, saremo proprio come ci vogliono gli stessi che Francesca ha messo allo scoperto mostrandoli al mondo».