Roma, 23 giu. (askanews) - "La separazione delle carriere risponde al principio della terzietà del giudice sancito dall'articolo 111 della Costituzione. Viceversa un pubblico ministero che condivida col giudicante l'accesso in carriera, la progressione, le valutazioni di professionalità, la soggezione allo stesso consiglio superiore della magistratura, finisce per rappresentare una porzione di eccessiva contiguità rispetto al giudicante, minandone la terzietà". Lo ha detto il professor Michele Vietti, ex sottosegretario alla giustizia e ex vicepresidente del CSM, a margine della presentazione del libro "Le mani sulla storia. Come i magistrati hanno provato a (ri)fare l'Italia" di Giuseppe Gargani che si è tenuta all'Istituto Luigi Sturzo.Alla presentazione, oltre a Vietti, sono intervenuti Giuseppe Santalucia, Andrea Spiri e Luciano Violante. "Per quanto riguarda la riforma del CSM -ha concluso Vietti- non condivido il sistema del sorteggio; si tratta di un organo costituzionale per cui è necessaria professionalità ed esperienza: viceversa affidarsi alla sorte rischia di non garantire nè l'una nè l'altra".
00:00La separazione delle carriere risponde al principio della terzietà del giudice sancito dall'articolo 111 della Costituzione.
00:10Viceversa, un pubblico ministero che condivida col giudicante l'accesso in carriera, la progressione, le valutazioni di professionalità,
00:19la soggezione allo stesso Consiglio Superiore della Magistratura finisce per rappresentare una posizione di eccessiva contiguità rispetto al giudicante, minandone la terzietà.
00:32Per quanto riguarda la riforma del Consiglio Superiore, personalmente non condivido il sistema del sorteggio.
00:39Si tratta di un organo costituzionale per cui è necessaria professionalità ed esperienza.
00:47Viceversa, affidarsi alla sorte rischia di non assicurare, di non garantire né l'una né l'altra.