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  • 19/06/2025
I biocarburanti possono essere una soluzione per rendere a impatto zero il trasporto su auto in Europa? Su questa tesi il governo italiano sta giocando un braccio di ferro a Bruxelles, con lo scopo di cambiare entro la fine dell’anno la normativa che prescrive l’addio ai veicoli con motore a combustione interna entro il 2035. «Il fatto di aver previsto dal 2035 il divieto ai motori endotermici è stata e si sta dimostrando giorno per giorno sempre più una scelta che non ha logica, un’idiozia», ha detto Gilberto Pichetto Fratin, Ministro per l’Ambiente e la sicurezza energetica del governo Italiano, intervenendo nei giorni scorsi a un evento a sostegno ai biocarburanti nella sede Eni di Roma. «Il fronte dei biocarburanti, che è un interesse nazionale, è invece un fronte che può dare una risposta importante», ha detto il ministro, secondo cui «il governo italiano su questo ha intenzione di andare avanti».L’evento era una tappa del Tour d’Europe, un’iniziativa itinerante promossa da aziende dei settori carburanti e automotive, per dimostrare che i biocarburanti possono essere una tecnologia “a emissioni zero” al pari dell’elettrico. Il tour si concluderà il 24 giugno a Bruxelles, con lo scopo di spingere la commissione Europea a una revisione della normativa entro fine anno.«Abbiamo due grandi industrie manifatturiere, veicoli e produttori di fuel, che si sono messi insieme», ha detto al Corriere Emanuela Sardellitti, Advocacy strategy senior executive dell’associazione di categoria FuelsEurope, a margine dell’evento. Lo scopo è sostenere il principio della “neutralità tecnologica”: «Anche un veicolo a combustione interna, che è bandito dalla legislazione "CO2 auto", quindi da una norma europea, a partire dal 2035, è in realtà un veicolo che può essere qualificato come veicolo a zero emissioni, tramite l’utilizzo dei fuel rinnovabili» ha detto Sardellitti.Questione di policyPer contrastare il riscaldamento globale l’Europa si è impegnata a ridurre del 90% entro il 2050 le emissioni di gas serra legate del proprio settore dei trasporti, che rappresenta un quarto delle emissioni comunitarie, in particolare il trasporto su gomma (71%), aereo (14,4%) e marittimo (13,5%). La strategia UE prevede che entro il 2035 tutte le nuove autovetture dovranno essere a emissioni zero, mentre il 70% dei carburanti usati negli aerei dovranno essere “sostenibili”. Questa prescrizione si traduce in un addio ai motori endotermici o “a combustione interna”, ovvero diesel, benzina, metano o gpl, a favore prevalentemente di motori elettrici, utilizzando altre fonti come idrogeno e biocombustibili per settori come il trasporto aereo, marittimo o il trasporto pesante, più difficilmente elettrificabili.Il tentativo della coalizione FuelsEurope e dell’Italia è di far includere nella categoria «emissioni zero» anche i veicoli alimentati a biocarburanti, secondo la tesi che il carbonio rilasciato in atmosfera dai tubi di scappamento è lo stesso catturato «all’origine», in fase di coltivazione delle materie prime su terreni agricoli (secondo il cosiddetto carbon farming).«Fino a 3 anni fa, quando l’attuale Presidente del consiglio andava in Europa a parlare di "neutralità tecnologica" veniva dipinta come l’inquinatrice, come la conservatrice che voleva distruggere l’ambiente», ha detto Salvatore Deidda, parlamentare di Fratelli d’Italia e presidente Commissione trasporti del Parlamento. «Meno male che c’è stata finalmente una presa di coscienza», ha detto Deidda.Nell’ultimo decennio l’Europa è stata protagonista dello sviluppo dei biocarburanti, che nel 2022 sono arrivati a coprire il 7,2% della produzione Ue di diesel e il 4,7% della domanda di benzina (con bioetanolo - dati IEA). Nello stesso anno il settore ha subito un forte rallentamento dovuto agli effetti della revisione della Direttiva per le Energie Rinnovabili (RED II), che ha messo un freno ai biocarburanti “di prima generazione”, basati sull’utilizzo di oli vegetali, in particolare l’olio di palma, una delle principali coltivazioni responsabili di deforestazione tropicale - a sua volta causa del riscaldamento globale.«A livello globale vediamo ancora una crescita sostenuta nella produzione e nel consumo dei biocombustibili, ma è in larga parte da attribuire a Paesi a medio reddito», Edith Laget, analista di politiche agricole per l’Ocse, ha detto al Corriere. Secondo Laget «nel mondo sviluppato, in Canada, Stati Uniti, Europa, la crescita continua a rallentare» in particolare a causa di normative che disincentivano l’uso di oli vegetali provenienti da colture dedicate, a favore di «biocombustibili avanzati», che utilizzano invece materie prime di scarto o che non producono consumo di suolo e insicurezza alimentare.«I Paesi più sviluppati sono più attenti a questo aspetto», h...

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00:00Noi siamo nella bioraffineria di Venezia che dal 2014 è stata trasformata da raffineria tradizionale in bioraffineria.
00:11Qui in specifico siamo nella prima unità in cui le materie prime dopo essere scaricate nei serbatoi che vediamo all'intorno
00:19vengono pretrattate in questa unità che è una unità di pretrattamento.
00:23A valle di questi poi la carica passa nell'Ecofining che è l'impianto da cui l'olio viene trasformato da olio in biocarburanti.
00:36La principale produzione è l'HV diesel che ha le stesse qualità del gasolio standard e può essere utilizzato anche al 100% nelle autovetture.
00:53E sulla parte dei biocarburanti possiamo davvero fare una grande operazione.
01:14La grande operazione della produzione è la grande operazione della recolazione.
01:18Il fatto di aver previsto al 2035 il divieto ai motori endotermici si sta dimostrando giorno per giorno sempre più una scelta che non ha logica, un'idiozia.
01:41Il fronte dei biocarburanti che ha un interesse nazionale è invece un fronte che può dare una risposta importante.
01:49La strategia è quella di crescere in modo significativo con l'obiettivo di superare le 5 milioni di tonnellate al 2030.
02:06Già oggi abbiamo una capacità complessiva di 1,75 milioni di tonnellate perché oltre alla bioraffineria di Venezia
02:13sussiste una seconda bioraffineria a Gela e una terza bioraffineria negli Stati Uniti e in Louisiana di cui abbiamo il 50%.
02:22Stiamo proseguendo verso quello che è la realizzazione del piano tramite la realizzazione ad oggi di tre ulteriori bioraffinerie.
02:30Una terza bioraffineria in Italia, a Livorno nello specifico, ulteriori 500 mila tonnellate di capacità di produzione
02:36a cui vanno aggiunte due bioraffinerie all'estero, una in Malesia e l'altra in Corea.
02:42La questione è come dovremmo pensare di PFAD quando viene in Europa per usare come un biofuel feedstock
03:11o quando, se biofuel è exportato dall'Indonesia o Malesia o Singapura, usando PFAD come un feedstock.
03:20E, really, should we think about PFAD come un waste material,
03:24something that's sort of comparable to use cooking oil?
03:28So, cooking oil collected from restaurants and using it to fry chips would be the classic example.
03:35Do we think of it as more like a waste material of that sort?
03:38Or do we simply think of it as a co-product of the palm oil production system
03:43that has a slightly lower value, but that is associated with the environmental impact of the palm oil production system?
03:53Certo è che oggi il settore dei trasporti, solo quello italiano, consuma circa 42 milioni di tonnellate equivalente di petrolio,
04:06quindi una fetta molto importante, il biocarburante lo scorso anno ha coperto circa il 3-4% dei consumi.
04:13e già oggi, a netto di questo volume immesso nel mercato, esistono dei problemi rispetto alle materie prime da cui noi produciamo biocarburanti.
04:27Cioè, un biocarburante è tanto sostenibile quanto la materia da prima da cui è prodotto.
04:33Per decarbonizzare il settore dei trasporti, riteniamo sia necessario un approccio che valorizzi tutte le soluzioni disponibili,
04:51in modo anche sinergico e complementare.
04:53In questo contesto, chiaramente, l'elettrico ha un ruolo nel percorso di decarbonizzazione,
04:58i biocarburanti hanno anch'essi un ruolo centrale.
05:01I biocarburanti sono una risposta anche per il trasporto leggero.
05:05E due, in realtà, sono soluzioni strutturali di lungo periodo in quei settori in cui l'elettrificazione è più complessa.
05:12Questo include anche il trasporto pesante, in cui comunque il percorso sarà decisamente più ampio,
05:17ma include anche il trasporto marittimo e il trasporto aereo.
05:20Per noi il bio ha proprio un problema strutturale di scalabilità.
05:27Man mano che avremo bisogno di volumi sempre più elevati di prodotti alternativi al fossile,
05:35il biocarburante non riesce, nella nostra visione, ad arrivare a coprire quei bisogni energetici.
05:43Quindi scegliere veramente le produzioni che possono dare un contributo
05:48e però non usarle in tutti i settori, quindi sia nell'auto nuova, nell'auto usata, nella nave, nel camion, nell'aereo,
05:56ma utilizzarle lì dove ha senso, che per noi è nel breve termine dentro il settore aereo.
06:02Grazie a tutti.
06:14Grazie a tutti.

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