Niente tulle, raso o chiffon: solo scritte rosso sangue e lucchetti cuciti sull’orlo. Questo è “1522”. L’abito da sposa creato dallo stilista pugliese Emanuele Pepe contro la violenza sulle donne ed esposto in occasione dell’evento Fashion Beyond Waste a Villa Biagiotti, Firenze. Proprio nel contesto di una delle settimane più importanti per la moda maschile, Pitti Uomo, Pepe sceglie di rompere il silenzio con un gesto potente e provocatorio. Un abito per denunciare, dichiarare un’urgenza e prendere una posizione. «Per eliminare la violenza sulle donne bisogna partire dalla testa dei maschi!», ha spiegato lo stilista sui social.
[idgallery id="2553878" title="Abiti da sposa: le 5 tendenze bridal più popolari del 2026"] L’abito da sposa e il matrimonio, «Per troppe donne quel sogno diventa incubo» «Ho scelto di creare un abito da sposa perché è il simbolo di un sogno, di una promessa. Ma per troppe donne, quel sogno diventa facilmente un incubo» ha raccontato lo stilista ad Ansa. Il nome stesso dell’opera – “1522” – richiama il numero nazionale antiviolenza, una linea attiva 24 ore su 24 per supportare le vittime di violenza di genere e stalking. «In queste cifre si raccolgono l'angoscia, il dolore, il bisogno di aiuto di tante donne che proprio all'interno del loro matrimonio, in quella che dovrebbe essere la pace delle mura domestiche, trovano invece l'abisso» - ha spiegato lo stilista - «Ho pensato a quanto fosse importante scuotere le coscienze di tutti coloro che passeranno nei padiglioni di questa manifestazione».
[idarticle id="2564168,2490917,2244211" title="Seconde nozze: gli abiti da sposa (bis) da indossare dopo i 40 anni,Come nelle favole. Gli abiti da sposa più belli dalle sfilate Haute Couture Primavera-Estate 2025,Un sì sotto la neve. Gli abiti da sposa più affascinanti e suggestivi per nozze invernali"] Catene, lucchetti e un numero da indossare La moda di Emanuele Pepe non si limita a vestire, ma parla, provoca e racconta. L’abito “1522” esprime rabbia, vergogna e intolleranza. Dalle scritte rosse, tracciate in maniera nervosa con un rossetto, alle catene intorno alla vita, ai fiori lasciati marcire intorno, fino ai lucchetti cuciti sull’orlo: ogni dettaglio racconta la violenza e la volontà di reagire.“1522” chiede di essere vista e lo fa disturbando. L’abito non verrà venduto ma regalato a un’associazione per difendere la donne. «Con questa operazione volevo avvicinarmi a un potenziale carnefice, tutti gli uomini lo sono, perché fosse un messaggio sia politico, sia sociale», ha spiegato Pepe in un’intervista su la Nazione.
[idgallery id="2541588" title="Matrimonio 2025, i look più belli per gli invitati da copiare"] La moda si fa denuncia Lo stile di Emanuele Pepe, fondatore del brand Ep5, è noto per la sua visione stilistica non convenzionale: nelle sue collezioni fonde classici del Made in Italy con elementi di streetwear. Il suo lavoro nasce da una filosofia chiara: rompere le categorie, di genere, di potere, di convenienza. Critico verso la moda dei grandi marchi che «hanno perso il coraggio di guardare dentro le persone», crede che oggi ci sia bisogno di creazioni che non si limitino a piacere, ma che facciano pensare. «La moda deve farti sentire libero di essere chi vuoi: questo è l’obiettivo. Per fortuna i giovani hanno già una grande sensibilità che va in questa direzione».