«NELL’ORA DI UN AFOSOtramonto primaverile comparvero ai Patriarsie prudy due cittadini». Così inizia Il Maestro e Margherita di Michail Bulgakov. Oggi esce invece al cinema la sua trasposizione cinematografica («un film all’interno del mondo del romanzo»), che a differenza del romanzo entra direttamente nel vivo del racconto mostrando un’inquietante e invisibile presenza intenta a distruggere con una mazza un appartamento, per poi fuggire nella notte ridendo. Siamo nella Mosca staliniana degli anni Trenta del Novecento, una città grigia su cui aleggia l’ombra della repressione e dalla paura, dove vive anche il Maestro (Evgeniy Tsyganov), autore, come vediamo in questa clip in esclusiva, di una pièce teatrale attaccata dalla critica per aver osato rappresentare Cristo con troppa umanità e da lì in poi perseguitato politico, tanto da ridursi alla pazzia. A salvarlo, o forse farlo precipitare ancor più nel baratro, l’amore per una donna bellissima e sposata: Margherita (Yulia Snigir). Per ridurre la trama, anzi le trame, di una delle opere più complesse della letteratura del XX secolo a 156 minuti, il regista Michael Lockshin e lo sceneggiatore Roman Kantor hanno sovrapposto la figura del protagonista a quella di Bulgakov stesso, inserendo elementi biografici che fanno da contrappunto alle atmosfere visionarie e grottesche in cui si muovono Woland, il diavolo, e le sue trasfigurazioni. Senza però rinunciare alla satira politica, elemento imprescindibile del romanzo, rischiando così che il film venisse messo al bando come il libro «maledetto» (inedito fino al 1966): «L’uscita in Russia è stata posticipata più volte, ma, nonostante le pressioni da parte della censura a tagliare delle scene, è stato proiettato praticamente come lo avevo immaginavo» afferma Lockshin. «Mi chiedono spesso se avevo paura di intraprendere questo adattamento, dati i numerosi tentativi precedenti e la presunta “maledizione”. Ma per citare il romanzo: “La codardia è il vizio più terribile”».