(askanews) - Si intitola Poemi della terra nera la mostra dell'artista keniota e americana Wangechi Mutu, alla Galleria Borghese fino al 14 settembre prossimo. Il titolo evoca il profondo significato della pratica di Mutu che tocca poesia e mitologie ma è profondamente ancorata ai contesti sociali e materiali contemporanei.
La mostra curata da Cloé Perrone è concepita come un intervento site-specific che si sviluppa nelle sale interne del museo, sulla facciata, nei Giardini Segreti, e sfida la tradizione classica attraverso sospensioni, forme frammentate, nuove mitologie immaginate. All'interno del museo Mutu riconsidera radicalmente lo spazio, stabilisce una relazione con le architetture classiche e le sue sculture non celano mai la collezione Borghese, ma si aggiungono lievi, come spiega la direttrice della Galleria Francesca Cappelletti: «Volevamo veramente mettere in scena, in un luogo di perfetta bellezza come la galleria Borghese, un aspetto che ci riporta alla bellezza, a considerare la bellezza come qualcosa di non stabile ma di continuamente mutabile e soprattutto trascendentale e spirituale. Quindi è un nuovo concetto che si appoggia poi a quelli di poesia e di metamorfosi ma che ha come scopo proprio quello di suscitare la nostra riflessione sulla collezione permanente».
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La mostra curata da Cloé Perrone è concepita come un intervento site-specific che si sviluppa nelle sale interne del museo, sulla facciata, nei Giardini Segreti, e sfida la tradizione classica attraverso sospensioni, forme frammentate, nuove mitologie immaginate. All'interno del museo Mutu riconsidera radicalmente lo spazio, stabilisce una relazione con le architetture classiche e le sue sculture non celano mai la collezione Borghese, ma si aggiungono lievi, come spiega la direttrice della Galleria Francesca Cappelletti: «Volevamo veramente mettere in scena, in un luogo di perfetta bellezza come la galleria Borghese, un aspetto che ci riporta alla bellezza, a considerare la bellezza come qualcosa di non stabile ma di continuamente mutabile e soprattutto trascendentale e spirituale. Quindi è un nuovo concetto che si appoggia poi a quelli di poesia e di metamorfosi ma che ha come scopo proprio quello di suscitare la nostra riflessione sulla collezione permanente».
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00:00Si intitola Poemi della Terra Nera, la mostra dell'artista kenyote americana Vangeci Mutu
00:07alla Galleria Borghese fino al 14 settembre prossimo. Il titolo evoca il profondo significato
00:14della pratica di Mutu che tocca poesia e mitologie, ma è profondamente ancorata ai contesti sociali
00:22e materiali contemporanei. La mostra, curata da Chloe Perrone, concepita come un intervento
00:29site specific che si sviluppa nelle sale interne del museo, sulla facciata, nei giardini segreti
00:36e sfida la tradizione classica attraverso sospensioni, forme frammentate, nuove, mitologie immaginate.
00:45All'interno del museo Mutu riconsidera radicalmente lo spazio, stabilisce una relazione con le
00:51architetture classiche e le sue sculture non celano mai la collezione borghese, ma si aggiungono
00:58lievi, come spiega la direttrice della Galleria Francesca Cappelletti.
01:04Volevamo veramente mettere in scena, in un luogo di perfetta bellezza come la Galleria
01:10Borghese, un aspetto che ci riporta alla bellezza, considerare la bellezza come qualcosa di non stabile,
01:19ma di continuamente mutabile e di anche direi soprattutto trascendentale e spirituale, quindi
01:28è un nuovo concetto che si appoggia poi a quelli di poesia e di metamorfosi, ma che ha come scopo
01:35proprio quello di suscitare la nostra riflessione sulla collezione permanente.