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Del Bono - Anche in Regione e’ giusto commemorare la festa fondativa della nostra democrazia (06.05.25)
Pupia City
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06/05/2025
https://www.pupia.tv - Del Bono - Anche in Regione e’ giusto commemorare la festa fondativa della nostra democrazia (06.05.25)
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La ringrazio Presidente. L'ho chiesto di parlare sull'ordine dei lavori, ma lo concederà brevemente,
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ma cerco di articolare un pensiero che profondamente sento. Non solo a nome intervengo in qualità
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di un rappresentante di una forza politica, ma anche come componente dell'Ufficio di Presidenza
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e come Vice Presidente di quest'Aula così prestigiosa. Io credo che con sincerità non
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si possa frettolosamente liquidare la commemorazione del 25 aprile in un'Aula così significativa
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con una comunicazione del Presidente di poche righe. Lo dico perché faccio una premessa
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che a molti colleghi non è nota, l'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia aveva chiesto
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con una nota all'Ufficio di Presidenza del Consiglio e al Presidente stesso di condividere
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e concordare un momento di commemorazione ospitato all'interno del Consiglio di Regione Lombardia.
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Le modalità erano tutte da definire e tutte da decidere. Il fatto che non sia stata data
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neanche una risposta formale ai nostri interlocutori dice anche, a mio parere, di una modalità
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che dobbiamo evitare di avere nel rapporto non solo con l'importante associazione, ma nella
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circostanza di una commemorazione di cui voglio dire due parole. La celebrazione del 25 aprile
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è una data fondamentale perché è fondativa. L'origine di questa data fondativa la troviamo
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proprio nella legge nazionale e noi dovremmo rispettarle le leggi nazionali. È una legge
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che ha avuto, tra l'altro, e credo che storicamente dovremmo ricordarlo, a molti è ignoto, una
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particolare gestazione. La festa del 25 aprile viene decisa nel 1946. Viene decisa dal Governo
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di Unità Nazionale, preceduto dal Cile de Gasperi, lo dico anche agli amici che spesso
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fanno riferimento a questa storia. Viene decisa dal Governo di Unità Nazionale, preceduto
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dal Cile de Gasperi. Quel Governo chiede che il Re, allora c'era ancora il Re, siamo in monarchia,
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adotti un decreto luogo tenenziale nel 1946, nella quale afferma la necessità di avere
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una data fondativa, che il Paese non può non avere una data fondativa. E quella data
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fondativa viene individuata nel 25 aprile. E quella data fondativa ha anche una motivazione
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che nella legge è esplicita e che non è stata richiamata. La data fondativa dice che è una
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commemorazione a una festa nazionale per ricordare la fine dell'occupazione e quindi
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la liberazione dalla presenza delle truppe tedesche nazionalsocialiste e la fine della
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dittatura fascista. Questa è la motivazione della legge, non ce n'è un'altra. E non è
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un caso che nel 1949, e siamo in un'altra stagione, nel frattempo c'è stato il referendum
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Monarchia e Repubblica, nel frattempo ci sono state le elezioni del 1948, note elezioni,
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finisce l'unità nazionale e tuttavia il Parlamento, a quel punto il Governo, ancora preceduto
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dal Cile Gasper nel 1948, decide di portare quel provvedimento in Parlamento, perché vuole
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che sia il Parlamento a sancire in maniera definitiva la festa nazionale fondativa della
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nostra democrazia e a quel punto della nostra Repubblica. E lo fa con un voto unanime del
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Parlamento, presso che unanime del Parlamento, in una legge del 1949. È interessante questa
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ricostruzione storica, perché toglie di mezzo molte delle discussioni speciose, strumentali
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che sono state fatte. Se è una data fondamentale, la spiega bene nella conferenza di pace del
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1946 De Gasperi, in quella conferenza di pace che tutti richiamiamo come, diciamo, l'incipit,
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cioè prendendo la parola in questo consenso modiale, sento che tutto, tranne che la vostra
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personale cortesia è contro di me, tutti ricordiamo questa frase. Nessuno ricorda che in quell'intervento
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De Gasperi disse che noi avevamo titolo di stare in quella sede e di stare con la schiena
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diritta perché ci eravamo opposti al fascismo. E ci eravamo opposti con parlamentari che avevano
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subito l'esilio, con una presenza della resistenza antifascista che aveva pagato un prezzo altissimo
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di quasi 50.000 morti, con 500.000 soldati che avevano deciso di non optare per la Repubblica
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sociale di Salò. E noi non facciamo la fine della Germania, divisa in più blocchi di potere,
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non facciamo la fine del Giappone, dove la Costituzione la scrissero gli americani, ma
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avevamo la possibilità di scrivere le nostre regole democratiche. Ecco perché è una data
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fondativa ed è una data che è fondamentale. E perché c'entra con questo luogo? Chiudo
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con questa considerazione, perché quell'accordo, quella grande unità portò all'Assemblea
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Costituente, portò alla Costituzione della Repubblica dalla quale nacquero le regioni.
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Noi non siamo qui casualmente, noi siamo qui perché la nuova architettura costituzionale
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del nostro Paese ha previsto la grande forza dell'autonomia locale e la presenza delle regioni.
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C'era uno Stato non centralista, a differenza di quello che si ereditava dallo Stato liberale
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e anche dalla dittatura fascista. Quindi non è un caso che noi come Regione Lombardia,
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che infaticamente ci definiamo terza camera della terza aula e terza camera del Paese,
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avremmo dovuto dedicare con assoluta attenzione e sensibilità un momento solenne a questa
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data fondativa e fondamentale. Perché anche la nostra data fondativa è fondamentale.
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È vero che le regioni entrano al regime nel 270, ma sono figlie della Costituzione della
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Repubblica Italiana. E noi tutto questo non lo possiamo rimuovere in una sede così prestigiosa
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e così importante politicamente come questa. Lo dico con rammarico e lo dico anche con
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un po' di disappunto, perché io credo che le sedi delle istituzioni alle leggi nazionali
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fondative della nostra democrazia e Repubblica debbano dedicare tutta la solennità, l'autorevolezza
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e il tempo necessario per far sedimentare una cultura che, come lei ha definito, deve essere
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unitiva e non divisiva e deve essere fondativa e non evidentemente fragile e frantumata, come
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spesso a volte noi sottolineiamo. Quindi io spero, Presidente, che questa precedente
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non accada più e che l'anno prossimo si possa con sensibilità, con attenzione e con
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intelligenza ricordare che noi veniamo da quella storia unitaria e da quella storia che per quanto
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abbia avuto momenti di grande sofferenza ci ha restituito dignità e ci ha restituito
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la stiena dritta davanti al mondo. Questo lo dico con molta convinzione.
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Grazie.
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Grazie.
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Grazie.
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Grazie.
07:50
Grazie.
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