Silvio Garattini
Morti Covid-19 e la crisi della Sanità Pubblica italiana
Crescere Informandosi, incontra Silvio Garattini, oncologo, farmacologo e ricercatore italiano, presidente e fondatore dell'Istituto di ricerche farmacologiche "Mario Negri", ai nostri microfoni per affrontare il tema delle morti per Covid-19 di alcuni anni fa e la crisi della Sanità Pubblica italiana.
La mancanza di un Piano Pandemico aggiornato in Italia ha provocato danni irreparabili soprattutto con riferimento alle tante migliaia di morti in più che si sono verificate
Una Sanità Pubblica impreparata che non ha saputo reggere l’impressionante ondata d’urto che si è abbattuta sulla nostra nazione.
La cosa che però desta, oggi, maggiore scalpore è l’assoluta impreparazione che continua ad essere presente e che costringe molti malati a non potersi curare. Il tutto a vantaggio di una sanità privata che è diventata indispensabile e predominante nel panorama sanitario italiano.
Quanto ha inciso la mancanza di un Piano Pandemico adeguato sulle morti che si sono avute durante la pandemia da Covid-19 di qualche anno fa, soprattutto nella bergamasca? In caso di una nuova pandemia si sente di tranquillizzare la nostra popolazione? Alla luce di quanto accaduto, come ne esce la scienza dopo la pandemia? Cosa si dovrebbe fare per avere una Sanità Pubblica adeguata alle richieste della popolazione? Fino a che punto la prevenzione è tale e non semplicemente business?
Morti Covid-19 e la crisi della Sanità Pubblica italiana
Crescere Informandosi, incontra Silvio Garattini, oncologo, farmacologo e ricercatore italiano, presidente e fondatore dell'Istituto di ricerche farmacologiche "Mario Negri", ai nostri microfoni per affrontare il tema delle morti per Covid-19 di alcuni anni fa e la crisi della Sanità Pubblica italiana.
La mancanza di un Piano Pandemico aggiornato in Italia ha provocato danni irreparabili soprattutto con riferimento alle tante migliaia di morti in più che si sono verificate
Una Sanità Pubblica impreparata che non ha saputo reggere l’impressionante ondata d’urto che si è abbattuta sulla nostra nazione.
La cosa che però desta, oggi, maggiore scalpore è l’assoluta impreparazione che continua ad essere presente e che costringe molti malati a non potersi curare. Il tutto a vantaggio di una sanità privata che è diventata indispensabile e predominante nel panorama sanitario italiano.
Quanto ha inciso la mancanza di un Piano Pandemico adeguato sulle morti che si sono avute durante la pandemia da Covid-19 di qualche anno fa, soprattutto nella bergamasca? In caso di una nuova pandemia si sente di tranquillizzare la nostra popolazione? Alla luce di quanto accaduto, come ne esce la scienza dopo la pandemia? Cosa si dovrebbe fare per avere una Sanità Pubblica adeguata alle richieste della popolazione? Fino a che punto la prevenzione è tale e non semplicemente business?
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NovitàTrascrizione
00:00Silvio Garattini, oncologo, farmacologo e ricercatore italiano, presidente e fondatore
00:22dell'Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri. Ai nostri microfoni per affrontare il
00:28tema delle morti per Covid-19 di alcuni anni fa e per fare un po' il punto sulla sanità pubblica
00:36italiana. Allora professore, quanto ha inciso la mancanza di un piano pandemico adeguato sulle
00:42morti che si sono avute durante la pandemia di Covid-19 di qualche anno fa, soprattutto nella
00:48bergamasca? Ha inciso moltissimo perché per molte ragioni, cioè intanto occorre ricordare che i
01:00governi che avevano preceduto la pandemia non hanno mai aderito alla richiesta dell'Organizzazione
01:11Mondiale della Sanità di preparare un piano. Anzi, nel corso degli anni hanno molto ridotto
01:18il numero dei letti di terapia intensiva, per cui alla fine ci siamo trovati in una situazione che
01:28non era certamente la migliore, non solo, ma poi anche in rapporto con quello che è successo a Bergamo
01:42con un numero diciamo di infezioni non abbiamo provveduto a sistemare le cose in termini di stabilire
01:54quella che in altri posti, per esempio a Codogno, era stata realizzata come una zona rossa, cioè una zona
02:02in cui si dovevano prendere tutte le precauzioni per evitare di aumentare il contagio. Noi addirittura
02:12abbiamo avuto una partita di calcio della Champions che hanno in qualche modo moltiplicato
02:23i rapporti fra le persone e quindi hanno anche molto aumentato la possibilità di… abbiamo poi anche tanti
02:37dati che implicano come i governi non abbiano fatto quello che dovevano fare. Per esempio io ricordo che il
02:494 di aprile avevamo scritto una lettera al Presidente del Consiglio per dire che avremmo avuto
02:58disposizione un vaccino e che era molto importante prenotarlo, che altri paesi avevano dato soldi per fare
03:08prenotazioni in anticipo. Noi non l'abbiamo fatto. L'Europa è stata relativamente assente e questo ha fatto in modo che
03:18che mentre Israele e Inghilterra avessero il vaccino a partire dal primo di dicembre noi di fatto lo abbiamo avuto
03:30soltanto a partire dalla fine di marzo e nonostante avessimo quasi 40 mila medici di medicina generale che in 15 giorni
03:44potevano vaccinare tutta la popolazione italiana abbiamo dovuto ricorrere all'esercito per realizzare le
03:56vaccinazioni. Quindi diciamo che i comportamenti non sono stati dei migliori. D'altra parte basta guardare la mortalità
04:08iniziale in Israele e in Lombardia per avere un'idea di quanti più morti abbiamo avuto noi
04:20in Lombardia rispetto ad Israele nel primo periodo in cui non era disponibile il vaccino. Poi ci sono state molte cose
04:32naturalmente non si sapeva bene che il vaccino non avrebbe contrastato l'infezione ma era attivo a
04:44contrastare la malattia e la mortalità e questo naturalmente ha creato un po' di confusione però
04:53il vaccino sia stato attivo non c'è nessun dubbio. Siamo rimasti stupiti perché diciamo il fulcro di
05:03questo disastro purtroppo è stata la Lombardia l'amata diciamo una delle forse la migliore sanità
05:11secondo molti esperti sanità presente in Italia quindi la paura era che se magari colpiva qualche
05:20regione in cui la sanità non era a certi livelli succedessero ulteriori disastri. Avevamo molti
05:27rapporti internazionali come Lombardia avevamo tante aree di lavoro in comune con la Cina insomma
05:38quindi eravamo in condizioni tali da essere molto più esposti di altre regioni che invece avevano pochi
05:48rapporti da questo punto di vista. Ma professore spassionatamente alla luce di quanto accaduto come
05:57ne esce la scienza dopo la pandemia da vincitrice o da sconfitta? La scienza non può essere né
06:05vincitrice né sconfitta la scienza risponde a delle incertezze è quello il suo compito e bisogna
06:15parlare dei ricercatori sono i ricercatori che sostanzialmente escono sconfitti ma non tanto per
06:25i punti di vista che potevano essere anche diversi perché di fronte a una cosa nuova dovevano essere
06:34presentati come punti di vista non come posizioni scientifiche. Purtroppo i ricercatori hanno in
06:45qualche modo esagerato nel presentare i loro pareri come se fossero il frutto della scienza. Noi abbiamo
06:54fatto molti errori come ricercatori per esempio avremmo dovuto richiedere un questionario unico per
07:04riportare i risultati delle vaccinazioni e i risultati degli interventi farmacologici che sono
07:13stati molto numerosi. Non l'abbiamo fatto e quindi ogni ospedale poi ha fatto i suoi questionari ma alla fine
07:21non si poteva mettere più insieme nulla. E poi bisogna dire che molti dei ricercatori non erano
07:29abituati a parlare con il pubblico e quindi hanno fatto molti errori di comunicazione. Basti fare dei
07:41semplici esempi. Se io dico mi vaccinerò quando avrò letto tutta la documentazione esprimo un parere
07:51positivo. Se dico non mi vaccinerò finché non avrò letto tutta la sperimentazione dico la stessa cosa ma
08:00dal punto di vista della comunicazione l'impatto è diverso. Quindi noi manchiamo di quello che invece
08:09molti ricercatori hanno una forma di una formazione ai colloqui con il pubblico. Parlare con il pubblico
08:22bisogna essere chiari, bisogna non usare, spiegare le parole tecniche ma soprattutto non avere il tono del
08:31maestro ma avere invece una mentalità di dialogo e di interlocuzione anche con la possibilità di dire
08:43non lo so, non lo posso sapere, dobbiamo aspettare, dobbiamo vedere perché nessuno può fare l'indovino.
08:52Questo è un po' il problema che abbiamo avuto, che poi è un problema che ha riguardato non soltanto i
09:01ricercatori ma ha riguardato anche il governo che ogni giorno faceva parlare una persona diversa e quindi
09:09anche qui avevamo delle risposte spesso non appropriate quando invece avremmo dovuto avere una sola persona
09:21che tutti i giorni rispondeva alle obiezioni e alle inchieste di chi giustamente come parte del pubblico voleva
09:30saperne di più. Ma in caso di una nuova pandemia oggi lei si sente di tranquillizzare la nostra popolazione?
09:39No, no, no, non siamo per nulla tranquilli e spiego perché. Perché non abbiamo ancora un piano. Cosa dovremmo fare?
09:55Beh, abbiamo l'esempio dell'esercito. Noi abbiamo un esercito, abbiamo tanti missili, carri armati,
10:06corazzate che non fanno nessuna attività se non quella di essere sempre in formazione in qualche modo. Perché?
10:20Perché bisogna essere pronti nel caso in cui ci sia un attacco. Questo è quello che avremmo e che
10:28dovremmo fare anche per la possibilità di una nuova pandemia. Cioè dovremmo avere edifici,
10:37apparecchiature, ossigenatori, mascherine, tutto quello che è necessario o che si stima necessario,
10:45lì pronto. Perché? Perché altrimenti rischiamo di fare quello che abbiamo fatto nell'ultima pandemia.
10:56Cioè di avere tanti morti che non dipendevano affatto dal covid, ma dipendevano dal fatto che non
11:05potevano essere molte persone curate perché gli ospedali erano occupati da malati e quindi andare in
11:14ospedale voleva dire prendere un'infezione. Si è calcolato che in quel periodo non abbiamo fatto
11:23qualcosa come 400 mila interventi chirurgici, un milione e mezzo di screening, più di mille
11:32trapianti d'organo. Abbiamo decine di migliaia di morti non dovuti direttamente al covid, ma dovuti al
11:41fatto che le terapie non erano disponibili. Quindi siccome viviamo in una società che è
11:51globalizzata, tutti viaggiamo, le merci viaggiano, viaggiano anche i batteri e i virus e quindi dobbiamo
12:02essere preparati a un'eventuale nuova pandemia. Non sappiamo quando, ma dobbiamo essere preparati.
12:11Oggi come oggi a mio parere non lo siamo. Quindi praticamente si sono riusciti a trovare le risorse
12:19per le armi come richiesto dall'Unione Europea e dagli Stati Uniti e invece non si riescono a trovare
12:27delle risorse per creare una struttura sanitaria adeguata ad un'eventuale ulteriore pandemia. Questo è
12:37il paradossi. Sono dei soldi che sono necessari, non se ne può fare meno. Sanità pubblica sempre più al collasso,
12:51a vantaggio di quella privata. Cosa si dovrebbe fare per avere una sanità pubblica adeguate alle
12:57richieste e alle esigenze della popolazione? Intanto bisogna che la medicina cambi la sua
13:08focalizzazione. Oggi e in questi ultimi cinquant'anni quello che abbiamo fatto è stato fondamentalmente di
13:20sviluppare le cure e da questo punto di vista abbiamo ottenuto anche parecchi risultati. Abbiamo
13:29farmaci più attivi, possiamo curare meglio le malattie, possiamo curare meglio i tumori, possiamo
13:35fare tante cose che prima non potevamo fare all'inizio del Servizio Sanitario Nazionale. Però questo ha
13:45determinato un grande mercato della medicina, cioè privilegiare le cure vuol dire privilegiare chi vende
13:57qualcosa, che siano farmaci, che siano letti d'ospedale, che siano attività private. Nessun mercato vuole
14:09diminuire. Tutti i mercati vogliono aumentare e questo diciamo succede anche per il mercato della
14:20medicina, che ha fra l'altro un grande vantaggio rispetto al mercato normale, perché se io devo
14:30comprare qualcosa sono io che vado nel posto adatto, scelgo e utilizzo, ma con il Servizio Sanitario
14:40Nazionale il mercato ha il vantaggio che lo Stato paga ma non sceglie e non utilizza. Sono i medici che
14:53scelgono ma non utilizzano e non pagano, quindi inoltre il mercato oggi da noi ha il monopolio delle
15:06informazioni. Tutte le informazioni che noi riceviamo, che ricevono i medici attraverso gli informatori, i
15:17farmaceutici attraverso i congressi, attraverso la partecipazione a riunioni, le società scientifiche,
15:25chi paga è sempre chi il mercato. Cioè noi non abbiamo una informazione indipendente e quindi
15:35facciamo quello che ci dice chi vende e chi vende, ripeto, ha un interesse fondamentale,
15:46l'interesse a nascondere il fatto che non tutte le malattie piovono dal cielo. Noi abbiamo quattro
15:58milioni e mezzo di diabetici, il diabete di tipo 2 con le sue complicazioni visive, cardiovascolari,
16:09renali, è una malattia evitabile. Non è una malattia, basterebbe avere tre condizioni fondamentali,
16:22non aumentare di peso, avere una dieta varia e moderata, camminare, muoversi, fare del movimento.
16:31Basterebbero queste tre attività per diminuire straordinariamente il numero di diabetici e quindi
16:40diminuire la necessità di avere letti e medici e farmaci e diagnosi. Basti pensare che il 40% dei
16:55tumori è evitabile, ma muoiono ogni anno 180 mila persone di tumore in Italia. Ecco quindi cosa bisogna
17:05fare? Bisogna spostare il centro dell'attenzione della medicina dal mercato alla prevenzione perché è la
17:16prevenzione che prima di tutto giova alle persone perché li aiuta a non avere malattie e poi fa sì che
17:27se non si hanno malattie si consultano meno medici, si utilizzano meno farmaci, si utilizza meno il
17:35servizio sanitario nazionale e quindi la prevenzione è il principale nemico del mercato che vuole mettere
17:44invece medicalizzare la nostra società e questo è quello che dobbiamo fare. Dobbiamo fare una grande
17:56rivoluzione culturale ponendo la prevenzione al centro dell'attenzione e per fare rivoluzioni
18:04culturali abbiamo bisogno di scuole. In Italia non abbiamo una scuola superiore di sanità in cui
18:11formare i dirigenti. I dirigenti derivano dai politici che mettono le persone, loro amiche
18:19fondamentalmente, o le persone che hanno perso le elezioni a dirigere il servizio sanitario nazionale
18:27che invece dovrebbe avere determinati contenuti. Dovremmo nella scuola introdurre la salute, nella
18:36scuola non c'è la salute, basterebbe un'ora alla settimana in ogni classe fatta da persone che
18:45sono competenti. Cominceremo presto nei ragazzi a far capire che non si deve fumare, che l'alcol è
18:54cancerogeno e quindi non si deve bere, che non si deve prendere droga, che non si devono utilizzare
19:02delle forme di scommesse o di cose del genere. Avere un'alimentazione, come ho detto, varia ma ridotta,
19:20perché mangiare poco è molto importante per la longevità. Dobbiamo avere buona attività fisica,
19:28almeno tra i 150 e i 300 minuti alla settimana facendo fatica. Dobbiamo avere rapporti sociali il più
19:40possibile, avere almeno sette ore di sonno al giorno e partecipare agli screening e naturalmente
19:52essere, avere le vaccinazioni obbligatorie perché quelle impediscono un gran numero di malattie. Ecco
20:02quello che dobbiamo fare e poi dobbiamo fare in modo che il territorio abbia qualcosa da offrire ai
20:12pazienti. Oggi tutti vanno in pronte soccorso perché non trovano aiuto sul territorio. Le case della
20:20comunità sono il luogo ideale per poter avere tanti medici che lavorano insieme. Oggi un medico da solo
20:31non può sapere e conoscere quello che è importante nella medicina moderna. Quindi c'è molto da fare e
20:42dobbiamo tutti chiedere che questo venga fatto. Ma c'è il rischio che si possa andare sempre più verso
20:50una sanità solo per ricchi, come avviene un po' negli Stati Uniti? Perché poi alla fine...
20:56se non mettiamo dei limiti certamente andiamo però la prevenzione diminuisce la necessità di letti,
21:06quindi diminuisce la tendenza dei privati a entrare nel Servizio Sanitario Nazionale. Questo è molto
21:16importante. Se abbiamo una medicina sul territorio attraverso le case di comunità non c'è bisogno, però dobbiamo
21:26stare molto attenti a togliere tutto quello che per esempio l'intramenia, cioè il fatto che chi paga
21:36possa avere una precedenza e dobbiamo anche fare in modo che non si facciano le assicurazioni private
21:48aziendali. I sindacati protestano perché ci sono liste d'attesa lunghe, ma poi facendo
21:59assicurazioni private aumentano il numero delle persone che devono aspettare perché prima hanno la
22:08precedenza coloro che hanno assicurazioni o che possono pagare. Quindi queste sono le cose che dobbiamo cambiare.
22:16Professore, mi scusi, un'ultima domanda in conclusione. Lei prima ha parlato di prevenzione,
22:22dell'importanza della prevenzione per ridurre le malattie, ma io adesso le volevo chiedere. C'è un
22:31limite alla prevenzione? Nel senso che noi delle volte assistiamo a dei medici che fanno fare degli
22:39esami che magari non sempre sono necessariamente obbligatori o quantomeno necessari, più che obbligatori,
22:46necessari, ma c'è un limite che noi... La prevenzione è fatta prima di tutto da buone abitudini di vita,
22:57questo è il punto importante e le case di comunità dovrebbero avere come compito fondamentale quello di
23:08aumentare le buone abitudini di vita. Questo si fa non con la medicina difensiva, cioè io ti faccio
23:16fare di tutto così non mi puoi dire che non ti ho fatto fare qualcosa. No, la prevenzione si fa attraverso
23:24attraverso un lavoro per diminuire le cattive abitudini di vita. Abbiamo ancora più di dieci
23:33milioni di fumatori. Se in ogni ATS si sapesse, ma non si sa, quanti sono i fumatori, poi si potrebbe
23:45chiedere a distanza di tre anni quanti ne abbiamo, a distanza dei cinque anni quanti ne abbiamo, cioè si
23:53dovrebbe dare un giudizio sulla base della capacità di diminuire i fumatori. Abbiamo quante
24:01persone che bevono alcol, vino che è cancerogeno? Beh, se sappiamo quante sono dovremmo giudicare la
24:13capacità dei medici nel diminuire il numero dei bevitori. Dovremmo stabilire quanti sono gli obesi o i
24:21sovrappesi. Sono 100, sono 200 in una determinata comunità, sono 300, sono 500. Noi dovremmo poi
24:31stabilire la capacità del sistema andando a vedere dopo un certo numero di anni quanti sono i sovrappesi
24:42e quanti sono gli obesi. Questo è quello che dobbiamo fare, però dobbiamo passare ad una forma
24:49attiva nella prevenzione. Non dobbiamo pensare che la prevenzione sia fare tanti esami. La prevenzione
24:58sono le buone abitudini di vita.