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  • 10/04/2025
Trascrizione
00:00Robert Mappeltrop è stato un grande fotografo, uno di quelli che sanno cogliere il senso del
00:09loro tempo e che diventano rapidamente creatori dell'immaginario collettivo, andando al di là
00:14di ogni possibile etichetta o definizione limitativa. Le stanze della fotografia a Venezia gli dedicano
00:19una grande retrospettiva, prima tappa di un progetto che coinvolgerà anche Milano e Roma
00:24e che racconta Mappeltrop fin dagli esordi con il collage, per poi allargarsi all'intera
00:29carriera del fotografo. Tutti questi lavori che sono i fiori, i ritratti, le statue, gli
00:34autoritratti, Lisa Lyon, Patty Smith, li ha fatti tutti contemporaneamente, cioè li ha portati
00:40avanti per vent'anni, li ha portati avanti per tutta la sua carriera. Quindi l'aspetto
00:47che mi ha molto colpito e credo che questa mostra riesca in qualche modo a darne conto, era l'idea
00:54di una grande consapevolezza di ciò che Mappeltrop voleva raccontare. E grazie alla
01:00disponibilità della fondazione Mappeltrop siamo riusciti a creare degli abbinamenti visivi
01:06che non si erano mai visti.
01:07Il capitolo veneziano, intitolato Le forme del classico, esplora la volontà di creare
01:12vera e propria scultura attraverso le fotografie, calandosi allo stesso tempo profondamente nella
01:17realtà del suo presente, attraverso i propri soggetti. E poi c'è un talento per il ritratto
01:21che è talmente spiccato da sembrare invisibile come se scomparisse. Arrestare sono i volti
01:26immortalati, per i quali spesso il ritratto di Mappeltrop diventa l'immagine con cui ricordiamo
01:31quei personaggi.
01:32La mostra veneziana è inoltre una presa di posizione sul modo in cui interpretiamo
01:36la figura e il lavoro del fotografo americano.
01:39C'è un elemento che per me è fondamentale ribadire e che questa mostra vuole spostare
01:45l'attenzione nei confronti di Mappeltrop dal fotografo della provocazione e della pornografia,
01:53cosa che è lontanissima dall'idea di Mappeltrop per parlare di un fotografo professionista
02:00che lavorava per clienti privati, che lavorava per i giornali e che lavorava tutti i santi
02:06giorni nel suo studio fotografando e stampando.
02:09E anche sulle appropriazioni del lavoro di Mappeltrop, alle stanze della fotografia
02:13hanno le idee chiare.
02:14Non voleva essere il paladino di niente, non era un militante. Lui faceva il suo lavoro
02:20e raccontava la sua vita. Questo stupido e banale, scontato, cliché per cui Robert Mappeltrop
02:27è un fotografo della provocazione, secondo me sta negli occhi di chi guarda, non sta
02:32in queste fotografie.
02:34Questo aspetto è molto interessante perché se si concede un minimo di spazio a ragionamento
02:38sulla metafotografia, ecco che possiamo immaginare che sia la mostra a osservare noi e il modo
02:43in cui guardiamo ai fenomeni artistici e culturali e a quanti limiti a volte andiamo a costruire
02:48insieme alla definizione troppo spesso semplicistiche e riduttive.
02:51La fotografia di Mappeltrop invece sembra superare quei limiti nel segno di una libertà
02:56radicale che resta il messaggio più forte e, questo sì, sovversivo della mostra.

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