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  • 09/04/2025
Venezia, 9 apr. (askanews) - Un'indagine eterogenea e forse anche un po' eterodossa sulla concezione del corpo umano che si afferma nella Venezia del Rinascimento tra arte, scienza e cultura materiale, con in mostra almeno due capolavori universali. "Corpi Moderni" è l'esposizione che le Gallerie dell'Accademia di Venezia hanno costruito in qualche modo partendo da un simbolo come il famosissimo "Uomo Vitruviano" di Leonardo Da Vinci, che torna a essere visibile dopo sei anni, e che poi porta il visitatore a scoprire opere d'arte, disegni anatomici, protesi corporee, perfino la prima pubblicazione pornografica, con i versi erotici di Pietro Aretino.Curata da Guido Beltramini, Francesca Borgo e Giulio Manieri Elia, la mostra parla di pittura certo, e in mostra c'è "La tempesta" di Giorgione, forse l'opera più nota e riprodotta del museo veneziano, ma anche alcuni Durer straordinari, tra cui un autoritratto nudo incredibilmente moderno. Ma la cosa interessante ed eclettica è l'apertura ad altre discipline, come la scienza in primo luogo, che il percorso espositivo propone. Fino ad arrivare agli oggetti, alla loro materialità evocativa, che siano strumenti medici, oppure braccia meccaniche, o ancora corazze che vorrebbero ricreare un corpo ideale, il corpo di un dio. In un mondo e in una città all'epoca grande capitale che, avvicinandosi alla modernità, sentiva questo rapporto con la divinità sempre più problematico.E il corpo allora era in qualche modo il soggetto di una transizione sociale e culturale profonda, che la mostra dell'Accademia prova a ricostruire seguendo tre parole chiave: anatomia, desiderio e persona, in altrettante sezioni espositive contraddistinte anche da diversi colori. Che alla fine lasciano addosso una sensazione strana, che ha la stessa grammatura dell'incertezza di avere un corpo, con le sue incredibili possibilità, ma anche con i suoi limiti e problemi.

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00:00Un'indagine eterogenea e forse anche un po' eterodossa sulla concezione del corpo umano
00:05che si afferma nella Venezia del Rinascimento, tra arte, scienze e cultura materiale,
00:10con in mostra almeno due capolavori universali.
00:12Corpi moderni è l'esposizione che le gallerie dell'Accademia di Venezia hanno costruito,
00:16in qualche modo, partendo da un simbolo come il famosissimo uomo vitruviano di Leonardo da Vinci,
00:21che torna a essere visibile dopo sei anni e che poi porta il visitatore a scoprire opere d'arte,
00:26disegni anatomici, protesi corporee, perfino la prima pubblicazione pornografica con i versi erotici di Pietro Aretino.
00:33Curata da Guido Beltramini, Francesca Borgo e Giulio Manieri Elia, la mostra parla di pittura, certo,
00:38e in mostra c'è La Tempesta di Giorgione, forse l'opera più nota e riprodotta del Museo Veneziano,
00:42ma anche alcuni diure straordinari, tra cui un autoritatto nudo incredibilmente moderno.
00:47Ma la cosa interessante ed eclettica è l'apertura ad altre discipline, come la scienza in primo luogo,
00:52che il percorso espositivo propone, fino ad arrivare agli oggetti, alla loro materialità evocativa,
00:56che siano strumenti medici oppure braccia meccaniche o ancora corazze che vorrebbero ricreare un corpo ideale,
01:02il corpo di un dio, in un mondo e in una città, all'epoca grande capitale,
01:06che, avvicinandosi alla modernità, sentiva questo rapporto con la divinità sempre più problematico.
01:11Il corpo allora era in qualche modo il soggetto di una transizione sociale e culturale profonda,
01:15che la mostra dell'Accademia provava a ricostruire, seguendo tra parole chiave, anatomia, desiderio e persona,
01:21in altrettante sezioni espositive, contadistinte anche da colori diversi,
01:24che alla fine lasciano addosso una sensazione strana,
01:27che ha la stessa grammatura dell'incertezza di avere un corpo,
01:30con le sue incredibili possibilità, ma anche con i suoi limiti e problemi.

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