«Se un marito perde la moglie diventa vedovo, se un figlio perde un genitore diventa orfano, ma se un genitore perde un figlio cosa diventa?». È gremito il centro Candiani di Mestre quando la vicepresidente della Regione Veneto Elisa De Berti, martedì mattina, pone ad oltre 200 studenti delle scuole superiori questa domanda. I ragazzi si trovano lì per una lezione sulla sicurezza stradale molto particolare, sotto forma di concerto. E le parole di De Berti catalizzano la loro attenzione, spengono il brusio e in un istante fanno calare il silenzio. «Non esiste una parola in grado di indicare un dolore così grande – afferma – Vi prego, fate di tutto per non farlo mai provare ai vostri mamma e papà». Così, la lezione-evento può avere inizio. Non è un caso che l’organizzatrice, Veneto Strade, l‘abbia chiamata «Andavo a 100 all’ora», come la nota canzone di Gianni Morandi: le buone norme da seguire alla guida vengono impresse nella memoria dei ragazzi attraverso le tracce più famose della musica italiana, che sono invitati a cantare a squarciagola. «Quanta fretta, ma dove corri? Dove vai?», suona Edoardo Bennato, per esempio. «Questa è la prima tappa ufficiale, dopo due prove, del tour che porteremo in tutto il Veneto – afferma il dg Giuseppe Franco – il format è pensato per rendere i classici concetti sulla sicurezza non noiosi alle orecchie dei giovani». A fare da «presentatore» è l’ex carabiniere paracadutista Alessandro Colombo, la cui vita è stata radicalmente trasformata da due tragici incidenti stradali a 23 e 25 anni. «Un’auto non rispettò una precedenza e mi investì in moto, procurandomi gravi lesioni alla gamba sinistra – spiega – Furono necessari numerosi interventi per evitare l’amputazione, poi necessaria 3 anni fa». A distanza di 27 anni da quel giorno, è uno soltanto il ricordo più vivido che gli rimane: «Io, sull’asfalto, in una pozza di sangue – afferma – mentre attendo i soccorsi, capace solo di pensare che non potevo non rivedere mai più mio figlio di un anno». (Testo di Giorgia Zanierato)