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00:00È una regola dell'informazione, in modo particolare di quella italiana, che spesso tende a scegliere i temi da raccontare con le logiche dello spettacolo e degli ascolti,
00:09anziché con i tradizionali criteri della notiziabilità di un fatto.
00:13Dopo mesi di costante presenza sulle prime pagine dei giornali, sui siti, nei Tg e addirittura nei talk show, la guerra in Ucraina ormai fa sempre meno notizia.
00:22A meno che, come è successo poche settimane fa, non accada un fatto eclatante come la marcia su Mosca dei mercenari della temuta Brigata Wagner a stravolgere la routine.
00:31Allora i riflettori si accendono di nuovo, riprendono le dirette e gli immancabili dibattiti tra esperti o presuntitali e l'argomento torna a guadagnarsi centimetri di carta sui giornali.
00:43Ma in realtà la guerra va avanti sempre, anche quando i media scelgono di non parlarne.
00:48In un contesto già di per sé complicato si aggiunge poi l'attendibilità degli avvenimenti e delle fonti che le diffondono,
00:55con il rischio sempre presente che le manipolazioni nella filiera della costruzione delle notizie possano trasformare l'informazione in propaganda.
01:04In tal senso un ruolo decisivo lo svolgono gli inviati di guerra, quei reporter cioè che sono effettivamente sul campo e che magari si spingono addirittura fino al fronte a seguito delle truppe degli eserciti.
01:15Una prassi quella del cosiddetto embedded journalism che si ritiene sia stata sdoganata dall'esercito americano ai tempi dell'invasione dell'Iraq nel 2003,
01:24ma che in realtà anche se in modo meno sistematico e probabilmente anche meno organizzato c'è sempre stata.
01:31Giornalisti, fotografi e operatori sono ospiti dei militari, ne seguono le imprese e le raccontano da un punto di vista certamente privilegiato ma inevitabilmente anche e potenzialmente altrettanto parziale.