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Albani: ancora due settimane di crescita dei positivi
Il Centro
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22/10/2024
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Buongiorno ai nostri amici in visione e all'ascolto di una nuova puntata di SOS Coronavirus la
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regione in emergenza, uno spazio di approfondimento giornalistico curato dall'ufficio stampa della
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giunta regionale. Buongiorno al professor Albani, Alberto Albani, è un ritorno e gradito ospite
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oggi e con noi per parlarci diciamo di un aggiornamento della situazione. Siamo ormai
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a metà aprile. Buongiorno professor Albani. Buongiorno a lei e ai video spettatori.
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Ecco, le anticipavo insomma un tema della puntata di oggi, insomma fare il punto della
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situazione. Ieri abbiamo avuto dei dati incoraggianti ma ovviamente poi i dati vanno
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visti in un'ottica, in un arco temporale più ampio. Lei è con la luce di quanto è emerso
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fino ad ora, che idea si è fatto, com'è la situazione? Sì, l'idea è quella che ancora
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siamo nella fase 1. Sento molto parlare di fase 2, una fase 2 che ancora è prematuro
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poterne parlare. Siamo in piena fase 1, specialmente in questa settimana e la prossima noi prevediamo
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in base ai calcoli matematici e ai dati statistici che ci giungono dall'osservatorio pensiamo che
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ancora ci sia un numero alto di positività e di ricoveri, non come i primi giorni, non
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sicuramente come quando abbiamo raggiunto i picchi. Siamo in una fase di plateau ma
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questo plateau continua a essere costante, quindi la prossima settimana dobbiamo considerare
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ancora in piena fase 1.
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Ecco, ieri intanto si è rimasto stabile il dato dei ricoveri in terapia intensiva, siamo
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sul 52, è sceso di qualche unità, per fortuna il numero dei ricoverati in terapia non intensiva.
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Sì, esatto, questo è un dato importante e incoraggiante perché i pazienti che giungono
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sono pazienti che sono in condizioni e cliniche meno gravi rispetto alle settimane scorse,
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sono pazienti che presentano sì una positività al coronavirus ma hanno un quadro clinico
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più leggero, quindi questo ci consente anche di non ricorrere a terapia intensiva e questo
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è un segnale buono non soltanto per noi ma anche e soprattutto per i pazienti.
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Ecco, ha parlato prima di plateau, quindi abbiamo raggiunto, possiamo dire che abbiamo
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raggiunto, c'è stato un momento in cui si è raggiunto un picco?
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Sì, abbiamo raggiunto un picco, adesso questo picco è diminuito, siamo in una fase di plateau
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però è ancora presto per poter dire che siamo fuori completamente dall'emergenza del coronavirus,
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io aspetterei la fine della prossima settimana per dare qualche dato più confortante.
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Ecco, invece un altro argomento molto discusso in queste giornate, anche sui nostri piattaforme
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social e quello relativo, potrai immaginare, ai tamponi, ecco, ci puoi dire perché secondo
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lei, da quello che è emerso, questi numeri sono un po' altalenanti, se è così almeno?
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Sì, questa diversità di numeri di tamponi effettuati è legata non alla capacità di
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risposta da parte dei laboratori di analisi, il problema è dalla carenza di tamponi, a
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livello internazionale, quindi non solo italiano, ma internazionale c'è una carenza di tamponi
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perché sono pochissime le ditte che li producono e quindi c'è una corsa da parte di tutti
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i paesi ad accaparrarsi nel maggior numero possibile, l'entrata in campo anche degli
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Stati Uniti ha fatto sì che la quota di mercato aumentasse ulteriormente e quindi abbiamo
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una carenza di tamponi, questo fa sì che il numero altalenante è legato al fatto di
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quanti tamponi riusciamo a trovare sul mercato, a volte ne troviamo di più, a volte ne troviamo
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di meno, questo giustifica il numero diverso di tamponi che vengono effettuati nelle singole
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giornate. Ecco, per rinuoterti ai lavori, quando parla
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di tamponi si riferisce anche alla problematica dei reagenti?
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Sì, perché poi qui è una cosa abbastanza tecnica, cerco di essere il più chiaro possibile,
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esistono in gran fine due tipi di tamponi, un tampone che viene effettuato e ha necessità
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di un estrattore, per cui a volte abbiamo i tamponi ma mancano gli estrattori, oppure
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a volte abbiamo gli estrattori ma mancano i tamponi, questa è una prima tipologia di
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tamponi, come vedete c'è una doppia problematica già su un tipo di tampone. L'altro invece
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è il tampone che è il test rapido, ha al suo interno già l'estrattore, quindi è
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già completo e ha anche il vantaggio che viene fatto in pochissimo tempo rispetto al
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tampone che ho detto prima, purtroppo questi sono molto pochi sul mercato perché essendo
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più rapidi, essendo già contenuti l'estrattore, c'è una maggiore richiesta e quindi c'è
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la carenza di un mercato internazionale.
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Diciamo che al momento con i tre laboratori che lavorano a pieno ritmo riescono a raggiungere
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quotidianamente i 1000 tamponi, probabilmente si raddoppierà con l'arrivo delle strumentazioni
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del macchinario che consentirebbe, si è parlato di 2400 tamponi quotidiani.
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Esatto, attualmente se ci sono i tamponi noi riusciamo a fare tra i tre laboratori che abbiamo
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nella nostra regione a eseguire circa 1000 tamponi al giorno, questo numero non sempre
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viene raggiunto, non perché non ci sia la capacità di risposta ma perché proprio mancano
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i tamponi a livello nazionale e internazionale. Con l'arrivo della nuova macchina che speriamo
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che arrivi in tempi ragionevoli, diciamo dentro una decina di giorni, potremmo fare
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fino a 2400 test al giorno e probabilmente avremo anche reagenti perché è una macchina
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che lavora su più piattaforme.
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Perfetto, a proposito dei tamponi, a quali soggetti vengono effettuati in questi giorni?
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Ci sono categorie?
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Assolutamente sì, c'è una priorità nell'effettuare i tamponi che noi abbiamo individuato come
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il colore triage dei pronto soccorsi, rossi, gialli e verdi, cioè rossi quelli che devono
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essere eseguiti immediatamente, gialli che possono aspettare, un po' verdi che possono
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aspettare ancora di più. I rossi sono tutti i pazienti sintomatici che giungono in pronto
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soccorso, tutti i pazienti positivi che si trovano all'interno di strutture come può
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essere un carcere, come può essere una residenza sanitaria per anziani, come può essere un
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ospedale, in questo caso un paziente positivo sintomatico viene classificato come codice
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rosso. Gialli invece sono tutti i personale che lavorano nelle strutture pubbliche e private
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o che assistono all'interno delle strutture tipo residenze per anziani o tipo il carcere,
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perché quelli sono gialli. Verde è tutto il resto della popolazione che è venuta a
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contatto con un caso positivo, ma sono assolutamente tutti.
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Perfetto. Professor Albani, rispetto a questi criteri, sono parametri oggettivi, ma poi
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chi prende le decisioni? In seno alla task force, lei è il referente regionale, come
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avvengono questa scala di priorità, come viene individuata rispetto ai soggetti da analizzare?
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Ringrazio per la domanda che è molto pertinente, ma noi abbiamo dato delle disposizioni a chi
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deve essere assegnato il codice rosso, giallo e verde, quindi le asle, le strutture pubbliche
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e private, ma anche il carcere, altre strutture, la polizia sanno già quali codici colori
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dobbiamo assegnare ai prelevi, quindi quando arrivano al laboratorio, il laboratorio manda
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prima i macchini rossi, poi i gialli, poi i verdi, quindi è già tutto codificato.
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Per quanto riguarda il tema degli ospedali Covid, di cui tanto si parla in queste ore,
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in queste giornate, come sono stati allestiti in Abruzzo, in particolare, se ci può dire
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quanti dovrebbero essere, se abbiamo raggiunto gli obiettivi?
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No, praticamente abbiamo fatto in una prima fase, abbiamo individuato in una primissima fase
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quando ci siamo trovati di fronte al coronavirus nella sua drammaticità, nella sua presentazione
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più importante, abbiamo individuato immediatamente delle strutture che fossero in grado di accogliere
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questa enorme massa di persone, così dire, ad esempio atri per quanto riguarda termo,
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per esempio penne, per quanto riguarda l'ase di pescare e così via.
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Queste strutture hanno consentito in un primo momento di far fronte a questa massa di persone
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che facevano pressione sui prodotti di soccorso.
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Adesso che siamo raggiunti la fase del plateau, quindi è venuta meno questa ansia,
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questa drammaticità dell'impatto improvviso, ci consente di ragionare con più calma
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e quindi abbiamo individuato le strutture come potrebbe essere quello del Delta 7 all'Aquila
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o quello che potrebbe essere il cosiddetto Palazzo Rosso a Pescara,
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che sono strutture dedicate interamente al coronavirus, che consentirà quindi di riassorbire
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la maggior parte dei pazienti, liberare le strutture ospedaliere,
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che quindi possano ricominciare a fare la loro normale attività chirurgica,
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per esempio penso a tante persone che stanno attendendo l'intervento chirurgico
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che sono stati sospesi, chiaramente non parlo di emergenze d'urgenza,
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ma di routine che sono stati sospesi e quindi si potrà riprendere a pieno ritmo
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tutti questi trattamenti che erano stati temporaneamente sospesi.
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Quindi hai una visione strategica che ci consentirà nel futuro, a medio termine,
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ma anche dovendosi prevedere la possibilità che ci sia un nuovo virus domani,
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che non sia il coronavirus, ma sia un virus di un altro genere,
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di essere pronti, attrezzati, perché dovranno rivisitare l'idea stessa di sanità,
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rivisitare l'idea stessa di ospedale, rivisitare l'idea stessa di come soccorrere i pazienti.
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Saranno pazienti probabilmente di tipologia completamente diversa
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da quella che siamo abituati fino ad oggi.
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Noi la ringraziamo, professor Albani, per la cortesia, per la disponibilità,
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per il tempo che ci ha concesso.
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Vi diamo appuntamento a una prossima puntata.
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Grazie e buon lavoro, professor.
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Se mi consente ancora un minuto,
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devo dire a tutti i telespettatori l'invito pressante a uscire di casa solo se estrettamente necessario.
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Perché, lo ricordo ancora una volta, colgo l'occasione,
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per dire che l'unico modo per interrompere la catena di trasmissione del virus
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è quello di non far passare il virus da una persona all'altra.
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Quindi, rimanere a casa, uscire solo se estrettamente necessario
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e coloro che sono autorizzati a uscire,
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utilizzando mascherine e mantenere la distanza sociale.
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È l'unico modo per combattere questa guerra.
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Vi ringrazio.
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La ringraziamo per questo appello.
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Non è mai abbastanza ricordare queste cose
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perché comunque ne va della nostra salute e della salute degli altri, soprattutto.
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Bene, grazie.
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Grazie, professore.
12:19
A presto.
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Buongiorno a tutti.
12:22
Buona giornata.
12:27
Sottotitoli e revisione a cura di QTSS
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