PHOTOS: Erwin Olaf MUSIC: Chick Corea, Crystal Silence POEM: Larry Levis, The Double
Qua fuori posso dire ogni cosa. Posso dire, per esempio, che una ragazza che sparisce questa sera dormirà o guarderà fuori fissamente, mentre il treno la porta dentro la sua maturità di polvere e raccordi.
Ricordo che guardavo vespe nelle sere calde volare pesanti sopra i lampadari negli ingressi di alberghi. Pure quelli li hanno smontati. E i vecchi ubriaconi che sembravano non fare caso a niente, che sembravano cercare il resto nelle tasche, mentre fissavano la ragazza nello spot della Pepsi, e la ragazza che posò per lo spot, ormai dovranno essere tutti morti.
Già capisco che questa non è una poesia da mostrare a te, questa poesia d’amore. È così piatta e trascurabile, come l’uomo che fuma una sigaretta dietro l’altra, che scopre alla fine di non essere più in attesa di nessuno e che va al cinema da solo il sabato, e che sorride, e gli piace. Questa poesia così simile all’ora in cui i semafori passano al giallo e lampeggiano, e il professore tranquillo brucia un altro libro e la divorziata annaffia la sua pianta perennemente in punto di morte. Questa poesia così simile a me che potrebbe essere il mio doppio.
Sono rimasto a lungo nella sua ombra, come rimasi nell’ombra del coinquilino morto che ho dovuto tirar giù dal soffitto durante le vacanze di Pasqua quand’ero giovane.
Quella sera misi in folle la macchina e spensi il motore e i fari per scivolare giù e sentire il vento che strappava il metallo morto. Dovevo capire cosa si provava e, sotto la luna, sempre più veloce, volevo scivolare fuori dal mio corpo e farla finita con lui.
Un uomo può smettere col fumo e col cinema e vivere tanti anni, sentire il vento che ticchetta di tetto in tetto senza mai staccare gli occhi dalla sua unica pagina, o dalla piccola vita che lì sopra incide e incide, e quando tutti intorno a lui sono morti può spostare in casa il pianoforte a coda e sedersi davanti, e infine suonare, sicuro che nessuno lo sentirà benché suoni più forte che può, al punto che quando verranno i morti a togliergli le mani dai tasti saranno invisibili, come l’aria e la musica non lo sono.